
L’operazione di uscita del Comune di Schio da Alto Vicentino Ambiente (AVA) tramite recesso si arricchisce di un nuovo, critico capitolo a poche ore dal consiglio comunale decisivo di lunedì 29 dicembre 2025.
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha diffuso un comunicato che riporta le conclusioni del Collegio dei revisori dei conti, i quali avrebbero espresso forti riserve sulla delibera di recesso voluta dalla sindaca Cristina Marigo.
L’organo di controllo contabile, secondo quanto riferito dalla minoranza, avrebbe dichiarato di essere “impossibilitato ad esprimere un parere compiuto“, non risultando chiare le modalità future di gestione del servizio e le conseguenze economico-finanziarie per il bilancio dell’Ente. Per il capogruppo di FdI, Alex Cioni, si tratta della prova che la richiesta di sospensiva avanzata dalle opposizioni non era propaganda, ma un atto di tutela per i conti pubblici.
Le criticità finanziarie del recesso da Ava del Comune di Schio: un “buco” da 450.000 euro
L’analisi dei tecnici citata da Fratelli d’Italia mette in luce pesanti incognite economiche. Il recesso comporterebbe un disavanzo immediato di circa 450.000 euro in parte corrente nel prossimo triennio, poiché il bilancio di previsione includerebbe 150.000 euro di utili annui da AVA che verrebbero azzerati.
A questa cifra si aggiungerebbe l’incognita di debiti residui verso la società per oltre 356.000 euro. Inoltre, l’uscita da AVA farebbe decadere l’attuale affidamento del servizio di igiene urbana senza che, al momento, esista un piano alternativo definito, lasciando la città in una sorta di limbo gestionale aggravato dal ricorso al TAR già promosso dalla società contro il Comune.
Lo scontro politico e l’appello alla maggioranza
Cioni accusa la maggioranza di aver approvato un “bilancio al buio” e di aver preferito la prova di forza alla trasparenza. “Accogliere la nostra proposta di sospensiva significava fermarsi un attimo prima dello schianto”, incalza l’esponente della destra scledense, rigettando le accuse ricevute dalla sindaca Marigo e dall’assessore al Bilancio Chiara Parise.
Secondo Fratelli d’Italia, l’amministrazione ha ancora una via d’uscita per evitare danni alla città: rinunciare al recesso e sedersi al tavolo delle trattative per modificare i Patti Parasociali. L’obiettivo sarebbe quello di rafforzare il peso dei Comuni ex soci AVA nel controllo dell’impianto di Cà Capretta, senza usare l’addio alla società come “una clava o un’arma di ricatto”. La palla passa ora all’aula di Palazzo Garbin per la seduta di lunedì sera.

































