Caso Alaeddine Kaabouri a Thiene, bufera per il post pro-Hannoun. Centrodestra compatto: “Revoca immediata delle deleghe”

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Alaeddine Kaabouri

Il consigliere delegato ai Giovani del Comune di Thiene, Alaeddine Kaabouri, ha pubblicato nelle scorse ore un post sui social esprimendo solidarietà nei confronti di Mohammad Hannoun, architetto giordano-palestinese, noto per essere il presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia e arrestato il 27 dicembre 2025 nell’ambito di un’indagine su presunti finanziamenti ad Hamas.

Le parole del consigliere di maggioranza a Thiene hanno sollevato la protesta di Fratelli d’Italia, che chiede la revoca delle deleghe affidategli dal sindaco.

Alaeddine Kaabouri
Uno screenshot del post di Alaeddine Kaabouri

Nel suo post (foto a lato, ndr) il consigliere ha solidarizzato con Hannoun e le persone arrestate il 27 dicembre scorso, definendo l’indagine “una nuova operazione repressiva condotta da polizia e guardia di finanza sotto la regia del governo Meloni e del ministro Piantedosi. Ancora una volta, in Italia, la solidarietà al popolo palestinese viene trattata come un crimine“.

Il deputato e coordinatore provinciale per Vicenza di Fdi, Silvio Giovine, è intervenuto sottolineando che “qui non si sta discutendo del diritto di esprimere un’opinione, ma della responsabilità che deriva dal servire una comunità nelle istituzioni. Rivendicare solidarietà politica verso una persona arrestata per accuse di questa gravità, arrivando a presentarla come vittima, è un atteggiamento incompatibile con qualsiasi incarico pubblico”.

Giovine chiede quindi al sindaco, Gianantonio Michelusiuna presa di distanza immediata da queste affermazioni e, per rispetto verso la città e le istituzioni, la revoca delle deleghe al consigliere coinvolto“.

Ma quella di Giovine non è l’unica reazione indignata sul caso.

Sulla stessa linea il deputato vicentino della Lega, Erik Pretto, che definisce “allarmante” il clima di ambiguità: “La Politica, anche a livello locale, deve necessariamente ritrovare il senso delle istituzioni e la serietà che compete alla forma più alta di servizio alla cittadinanza. Kaabouri bene farebbe a dimettersi, per preservare l’immagine della Città di Thiene”.

Anche Francesco Rucco, vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto, è intervenuto duramente: “Definire un’operazione di antiterrorismo come ‘repressione politica’ non è una semplice opinione personale: è una presa di posizione irricevibile che delegittima lo Stato, le forze dell’ordine e la magistratura”.

Rucco ha poi allargato il ragionamento al contesto provinciale: “È simile a quanto abbiamo già visto a Vicenza con il sindaco Giacomo Possamai e il caso Francesca Albanese. I cittadini non chiedono ai consiglieri di improvvisarsi analisti geopolitici, ma amministratori capaci e concentrati sul territorio. Quando si perde questo focus, il rischio è il danno alla credibilità delle istituzioni”.

A Thiene, i consiglieri Giulia Scanavin e Federico Mojentale del gruppo “Giulia Scanavin Sindaco per Thiene – FDI” hanno annunciato azioni formali: “Verrà interessato il Prefetto affinché sia pienamente informato dei fatti. Contestualmente procederemo al deposito di un’interrogazione e di una mozione di sfiducia. Secondo i consiglieri, Kaabouri non sarebbe nuovo a iniziative simili, ricordando episodi passati legati a disagi autostradali e imbrattamenti di spazi pubblici.

“Il sindaco Michelusi non può restare in silenzio” concludono i consiglieri di minoranza. “È necessaria una presa di distanza chiara. Il contrasto al terrorismo islamico deve essere netto e senza ambiguità. Nelle istituzioni non c’è spazio per chi legittima l’odio”.