
Il sindaco del Comune di Thiene, Gianantonio Michelusi, interviene nel caso scoppiato dopo che le dichiarazioni social del consigliere delegato ai giovani, Alaeddine Kaabouri, hanno innescato una durissima polemica politica (leggi qui).
Al centro della vicenda – lo ricordiamo -, il post di solidarietà espresso dal consigliere verso Mohammad Hannoun, arrestato lo scorso 27 dicembre.
“Devo dire che l’amministrazione comunale rinnova la massima fiducia nelle istituzioni e nel lavoro d’indagine sul caso”, ha dichiarato il primo cittadino scledense. Michelusi ha poi precisato che, pur restando ferma la libertà di espressione, le parole di Kaabouri rendono ora necessario un chiarimento immediato.
L’obiettivo del sindaco è verificare il permanere dell’unità d’intenti con la propria amministrazione, che “crede fortemente nella sinergia con le istituzioni a servizio della legalità”.
La presa di posizione del primo cittadino arriva dopo che il centrodestra ha chiesto a gran voce la revoca delle deleghe affidate al giovane consigliere.
Il post che ha scatenato la bufera
Il caso è montato nelle scorse ore, quando Alaeddine Kaabouri ha pubblicato un messaggio di sostegno a Mohammad Hannoun, architetto giordano-palestinese e presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia. Hannoun è finito in manette nell’ambito di un’indagine su presunti finanziamenti ad Hamas.
Le parole del consigliere di maggioranza non sono passate inosservate, sollevando una vibrante polemica che ha varcato i confini comunali per raggiungere le rappresentanze vicentine in Parlamento.
Le opposizioni di destra e centrodestra hanno infatti bollato le dichiarazioni come incompatibili con un ruolo istituzionale.
Reazioni e possibili conseguenze
L’intervento di Michelusi segna un punto di svolta nella gestione della vicenda all’interno della maggioranza di Thiene. La richiesta di un confronto diretto con Kaabouri suggerisce che l’amministrazione voglia tutelare la propria immagine di lealtà verso lo Stato e le forze dell’ordine, prendendo le distanze da narrazioni che delegittimaerebbero l’operazione antiterrorismo.
Resta ora da capire quale sarà l’esito del chiarimento chiesto dal sindaco. La pressione politica, alimentata da interrogazioni e richieste di mozioni di sfiducia già annunciate dalle minoranze, mette il consigliere delegato in una posizione delicata, in attesa di capire se vi siano ancora i margini per proseguire il suo mandato.




































