
Il Consiglio comunale di Schio ha scelto la strada del recesso da Alto Vicentino Ambiente (AVA). Nella seduta di ieri, lunedì 29 dicembre 2025, l’aula ha approvato a maggioranza l’uscita dalla società, segnando una frattura definitiva proprio alla vigilia della nascita del nuovo colosso provinciale dei rifiuti, ViAmbiente.
L’assise è stata caratterizzata da un clima di forte tensione, segnando anche l’ultimo atto di Valter Orsi nel ruolo di Presidente del Consiglio comunale, che ha confermato le proprie dimissioni.
La strategia della Giunta Marigo
A difendere la scelta del recesso è stata l’assessore al bilancio Chiara Parise, finita nei giorni scorsi nel mirino delle critiche insieme alla sindaca Cristina Marigo. “Emerge l’opportunità di recedere entro il 31 dicembre” ha spiegato Parise. “Il rimborso della quota costituirà una cospicua entrata che potrà essere utilizzata, se necessario, per la riduzione dell’indebitamento. Procederemo al recesso e, fino al subentro del nuovo gestore, il servizio di raccolta sarà garantito”.
Alle preoccupazioni della minoranza, la maggioranza ha risposto rassicurando sulla continuità del servizio attraverso la “proroga tecnica”: la legge impone infatti al vecchio gestore di mantenere attiva la raccolta dei rifiuti finché non sarà individuato formalmente il nuovo soggetto incaricato.
I gruppi di Maggioranza fanno quadrato
I gruppi consiliari di maggioranza di Schio presenti in consiglio comunale ribadiscono il sostegno alla decisione dell’amministrazione comunale di procedere con il recesso da Alto Vicentino Ambiente Srl, che definiscono: “Una scelta maturata al termine di un confronto lungo, approfondito e trasparente, che ha messo al centro esclusivamente l’interesse pubblico e il futuro della città”.
Nel corso del dibattito consiliare hanno chiarito che il voto favorevole al recesso “non sia frutto di improvvisazione né di posizioni ideologiche, ma derivi da una valutazione puntuale delle criticità emerse nel tempo: un modello di governance non adeguato, la progressiva riduzione della capacità decisionale dei Comuni soci e l’assenza di reali margini di confronto su scelte strategiche che incidono direttamente sul territorio.
Abbiamo ribadito con forza – proseguono i gruppi di maggioranza – che la continuità del servizio di raccolta dei rifiuti è pienamente garantita ed evidenziato come non esista alcun obbligo normativo a includere l’impianto di termovalorizzazione nel perimetro delle fusioni societarie. Al contrario, lo scorporo dell’impianto sarebbe stato giuridicamente possibile e, sotto il profilo strategico, coerente con la necessità di tutelare un asset fondamentale, costruito e sostenuto nel tempo dai Comuni fondatori. Inserirlo fin da subito in un percorso di aggregazione ancora incerto significa esporre Schio a un rischio patrimoniale e decisionale non giustificabile”.
Un altro punto centrale riguarda il meccanismo dei patti parasociali, che – secondo la maggioranza – “introduce vincoli tali da limitare la libertà di voto dei Comuni soci, arrivando a prevedere penali economiche in caso di dissenso. Un’impostazione ritenuta incompatibile con il ruolo democratico degli enti locali e con il principio secondo cui i Sindaci e i Consigli comunali devono poter decidere liberamente nell’interesse delle proprie comunità”.
Nel dibattito è stato anche richiamato il contesto più ampio del Bacino Rifiuti Vicenza, caratterizzato da una pluralità di gestori, da scelte pregresse che hanno portato alcuni territori fuori dal modello “in house” e da un percorso di unificazione ancora costellato di incognite economiche e gestionali. “In questo scenario – dicono i consiglieri -, la decisione di Schio non rappresenta un isolamento, ma un atto di responsabilità e autonomia, volto a preservare la capacità di scelta futura del Comune”.
In una loro nota, i consiglieri comunali di maggioranza hanno infine espresso forte preoccupazione per il metodo adottato da AVA, in particolare per il ricorso al TAR contro una deliberazione legittima del Consiglio comunale. Un atto ritenuto grave sul piano istituzionale, “perché mette in discussione il principio del controllo analogo e il diritto democratico al dissenso, oltre a utilizzare risorse economiche che appartengono, di fatto, ai cittadini”.
Per la maggioranza, il recesso da AVA “rappresenta oggi una scelta coerente, trasparente e coraggiosa, assunta per difendere il ruolo del Comune di Schio, la dignità delle istituzioni democratiche e la tutela degli interessi dei cittadini. Una decisione che non chiude le porte a future soluzioni condivise, ma che riafferma con chiarezza un principio fondamentale: le scelte strategiche che riguardano Schio devono poter essere governate da Schio”.
Fratelli d’Italia: “Un salto nel buio. Referendum”
Durissimo l’affondo dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Alex Cioni e Gianmario Munari, che bocciano l’operazione definendola un “salto nel buio” privo di solide basi di interesse pubblico.
Secondo il capogruppo di FdI Alex Cioni, l’intervento in aula dell’Assessore Marco Gianesini avrebbe svelato le carte della Giunta, ammettendo implicitamente l’uso del recesso come strumento di pressione negoziale.
“È la prova provata che l’intera impalcatura della delibera è fragile e pretestuosa – ha spiegato Cioni a margine della seduta -. Se il recesso viene ammesso come arma di ricatto verso gli altri soci, cade l’intera giustificazione tecnica. Una delibera approvata con queste premesse non è solo politicamente miope, ma tecnicamente impugnabile, poiché non persegue l’interesse pubblico ma logiche di scontro di potere”.
In merito al Termovalorizzatore di Cà Capretta Fratelli d’Italia Schio accusa la Giunta “di portare avanti una crociata ideologica lunga dodici anni contro l’impianto, entrando però in contraddizione con gli stessi atti approvati in passato”.
Cioni ha infatti richiamato l’attenzione sul Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) votato dalla stessa amministrazione solo due anni fa: “In quel documento, l’impianto di Cà Capretta veniva descritto come sostenibile e strategico per la riduzione degli inquinanti grazie alla rete di teleriscaldamento. Delle due l’una: o mentivate allora o state mentendo oggi per giustificare una fuga che isola il territorio. Non si può dire tutto e il contrario di tutto per convenienza politica.
Visto che la maggioranza ha deciso di sabotare il futuro di AVA senza un piano B credibile, sentiamo una buona volta il parere degli scledensi – rilanciano i consiglieri Cioni e Munari -. La proposta è quella di un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se preferiscono valorizzare il patrimonio esistente e il teleriscaldamento o accettare l’incertezza dei costi e l’isolamento proposti dalla Giunta. Se il Sindaco è convinto del coraggio della sua scelta, non abbia paura del giudizio della città”.
Infine, quanto alle responsabilità “abbiamo ricordato ai consiglieri di maggioranza che questa scelta espone il Comune a rischi di danno erariale e patrimoniale – conclude Cioni -. Smantellare un patrimonio pubblico per una ripicca politica è un segno di inadeguatezza amministrativa che Schio rischia di pagare per i prossimi decenni”.
Il debutto di ViAmbiente: i numeri del nuovo colosso
Mentre Schio (e Torrebelvicino, ndr) sceglie l’autonomia, per il resto del territorio scatta il conto alla rovescia: a partire dal 1° gennaio 2026, Alto Vicentino Ambiente S.r.l. (31 Comuni) e Soraris S.p.A. (18 Comuni) si uniranno ufficialmente per dare vita a ViAmbiente.
Il percorso, iniziato nel 2023, ha visto tappe fondamentali nel deposito del progetto di fusione (luglio 2025) e nelle approvazioni definitive dei soci avvenute lo scorso ottobre. Ecco i numeri della nuova realtà:
-
Cittadini serviti: circa 310.000 in 49 Comuni.
-
Fatturato: oltre 50 milioni di euro.
-
Personale: 300 collaboratori.
L’aggregazione punta a rafforzare la governance pubblica e a valorizzare l’economia circolare, creando un gestore unico solido per il bacino vicentino, capace di attrarre competenze elevate e rispondere alle rigide normative di regolazione del settore.
Gli utenti sono invitati a monitorare gli aggiornamenti sui canali web e social di AVA fino al 31 dicembre; dal 1° gennaio 2026, tutte le informazioni operative saranno disponibili sui nuovi canali informativi di ViAmbiente.







































