Al centro del dibattito politico italiano in questi giorni c’è il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) o Fondo Salva Stati (in inglese European Stability Mechanism; ESM), che (Wikipedia) è “un’organizzazione internazionale a carattere regionale nata come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro (art. 3), istituita dalle modifiche al Trattato di Lisbona (art. 136) approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011. Esso ha assunto però la veste di organizzazione intergovernativa (sul modello del FMI, Fondo Monetario Internazionale), a motivo della struttura fondata su un consiglio di governatori (formato da rappresentanti degli stati membri) e su un consiglio di amministrazione e del potere, attribuito dal trattato istitutivo, di imporre scelte di politica macroeconomica ai paesi aderenti al fondo-organizzazione“.
Ciò premesso, on. Pierantonio Zanettin, VicenzaPiù in questi anni travagliati l’ha intervistata molte volte in ambito bancario, finanziario, economico oltre che, ovviamente, legale ed in ogni occasione lei si è sempre dichiarato convinto europeista. Cosa pensa ora del MES tanto più che lunedì in Parlamento è andata in scena l’ennesima sfida tra il premier Conte e Matteo Salvini.
Direi piuttosto che il premier Conte ieri apparentemente parlava a Salvini, ma le sue parole erano indirizzate soprattutto verso il capo politico dei 5 Stelle Di Maio, che è rimasto impietrito durante il dibattito. Il problema vero è interno alla maggioranza di Governo, che appare sempre più divisa su temi cruciali per la vita del paese.
Ma lei è pronto a ratificare questo MES?
Il Mes altro non è che il Fondo Salva Stati, al quale l’Italia già aderisce, riveduto e potenziato. Questo strumento è stato utile fino ad oggi per risolvere gravi crisi finanziarie come quelle di Grecia, Cipro e Portogallo.
Ma la Grecia ha pagato un prezzo pesantissimo in termini sociali.
Certo, ma la domanda da porsi è anche un’altra. Quale prezzo avrebbero pagato Grecia, Cipro e Spagna se avessero fatto default e fossero uscite dall’euro? Abbiamo tutti davanti agli occhi cosa è successo all’Argentina dal 2001.
Quel paese, che ci è così caro, da allora non si è più ripreso e passa da una crisi finanziaria all’altra. Invece i paesi europei aiutati con i fondi del Salva Stati si sono tutti ripresi. Poche settimane fa ci siamo sorpresi ed allarmati quando abbiamo scoperto che i bond greci scontavano uno spread inferiore ai nostri BTP.
E’ d’accordo con Conte allora?
Niente affatto. Non vi è nessuna lesa maestà nella richiesta dell’opposizione di discutere in Parlamento, espressione della democrazia rappresentativa, tutti i dettagli di questi trattati internazionali così importanti per il nostro futuro.
L’opposizione ha fatto bene a chiedere che Conte riferisse in Parlamento, dove è stato chiarito che nessun pacchetto è preconfezionato e la trattativa di merito continua. Non possiamo accettare che il fondo possa essere attivato a maggioranza e non all’unanimità. Questo avvantaggerebbe i paesi più forti, ai danni dell’Italia.
In passato troppe decisioni, che hanno penalizzato il nostro sistema economico, sono passate in sordina, penso in particolare al bail in, senza che nessuno si rendesse davvero conto delle conseguenze.
Abbiamo suggerito uno slittamento della firma e della ratifica del trattato in modo che si possano negoziare insieme le modifiche all’unione bancaria, che a nostro giudizio possono nascondere rischi sistemici.
Può spiegare meglio ai lettori di Vicenzapiu?
Il Presidente dell’ABI Patuelli domenica dalle pagine del Corriere della Sera ha lanciato l’allarme. Contemporaneamente al MES si sta discutendo anche di ponderazione, cioè della possibilità di introdurre una valutazione di rischio dei titoli di Stato.
I titoli di Stato fino ad oggi sono considerati privi di rischio nei bilanci delle banche e come tali non comportano alcun assorbimento di capitale. Se passasse il criterio della rischiosità dei titoli di Stato nei bilanci delle banche, rischiamo anche un collasso del sistema.
Il Parlamento ha lanciato lunedì un severo monito al Governo. Prima di sottoscrivere qualsiasi trattato vogliamo vederci chiaro e quindi non firmiamo nessuna cambiale in bianco.
Anche Forza Italia denuncerà il premier Conte per “Alto tradimento”?
Non mi pare questo un punto qualificante. Personalmente ho sempre considerato sbagliato trasferire la battaglia politica nei Tribunali e non cambio certamente idea in questa occasione.
Lei pensa davvero che il MES metta a repentaglio i risparmi degli italiani?
In questi anni i risparmi degli italiani sono stati aggrediti dal recepimento acritico di normative europee. Penso al bail in e alle norme di Basilea, che alla fine hanno affossato anche le popolari venete. Siamo stati scottati e quindi siamo malfidenti.
Detto questo, penso che a mettere in pericolo i risparmi degli italiani sono anche politiche dissennate di spesa pubblica, come con il reddito di cittadinanza e quota cento.