Dopo sei mesi di mobilitazione continua dei comitati provinciali e del coordinamento regionale delle inquiline/i delle case popolari in tutto il Veneto – è scritto in un comunicato del Coordinamento regionale delle inquiline e degli inquilini Ater – con presidi e manifestazioni regionali, siamo arrivati alla definizione delle modifiche alla legge regionale Erp e del corrispondente regolamento.
Avere imposto con la lotta alcune significative modifiche è per noi un risultato importante. Abbiamo dimostrato ancora una volta che solo con mobilitazioni vere e dal basso si possono ottenere risultati.
La revisione della soglia Isee Erp per la permanenza negli alloggi popolari da 20.000 a 35.000 euro, le modifiche al sistema di calcolo per i canoni sono una risposta, anche se ancora insufficiente, alle rivendicazioni del nostro movimento. La sola verifica del fatto che con la nuova soglia Isee Erp meno dell’1% degli inquilini sono fuori dal diritto di permanenza e sicuramente tra due anni saranno ancora di meno, sbugiarda e ridicolizza tutta la campagna sui furbetti fatta da Zaia e Lanzarin e dai loro servi. Si è dimostrato nei fatti che il vero obbiettivo della giunta leghista del Veneto era quello di espellere una significativa quota di titolari di alloggi Erp e fare cassa con l’aumento dei canoni.
Restano per noi totalmente inevasi alcuni punti fondamentali della nostra piattaforma. In particolare è irricevibile il canone minimo di 40 euro anche per chi ha redditi insignificanti e il cosiddetto reddito presunto per chi dichiara un Isee inferiore ai 6000 Euro. Un altro modo per creare ansie e difficoltà a chi già si trova in una condizione precaria.
Resta soprattutto in chiaro, dopo le dichiarazioni della Lanzarin, abile nel metodo leghista di rovesciare su altri le proprie responsabilità, che chi governa questa regione ha intenzione di investire poco o nulla per preservare e incrementare il patrimonio pubblico abitativo. Una necessità resa evidente dalle migliaia di richieste che restano inevase di accesso alle case popolari.
In questa regione, soldi per la Pedemontana, per le olimpiadi e le sagre delle zucche e dei fagioli ci sono, eccome! Invece mancano e si riducono quelli per dare risposte ai settori più deboli della società.
Per noi la mobilitazione continua, per garantire a tutte/i il diritto ad una abitazione ed a una vita dignitosa.