
Un numero che fa paura: sono 100 i morti sul lavoro in Veneto nei primi dieci mesi del 2025, contro i 64 dello stesso periodo del 2024. La regione è seconda in Italia per numero di decessi, preceduta solo dalla Lombardia e, quel che è peggio, ha un’incidenza di mortalità decisamente superiore alla media italiana, collocandosi in zona arancione, ma con la zona rossa (quella per cui l’indice di mortalità supera quello nazionale di oltre il 25%) sempre più vicina. Del resto la cronaca è spietatamente chiara, con notizie di morti sul lavoro che continuano a susseguirsi.
L’ing. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che ogni mese aggiorna i numeri di questa drammatica conta, nel ribadire che le cifre sono decisamente negative, sottolinea in particolare il dato delle vittime in occasione di lavoro: “Le morti in occasione di lavoro sono quelle che più di tutte rappresentano il livello di sicurezza sul lavoro. E per il Veneto questi dati sono drammatici. Lo scorso anno gli infortuni mortali in occasione di lavoro erano 47, quest’anno sono già 70. La situazione, dunque, è sempre più allarmante.”
Rovigo, Vicenza e Venezia in zona rossa
Per individuare le aree più fragili dell’Italia e del Veneto sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza di mortalità.
La zona arancione, nella quale si colloca attualmente il Veneto, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro al di sopra della media nazionale fino al 25%. A fine ottobre l’incidenza di mortalità in Veneto è di 31,4 morti per milione di occupati, superiore alla media del Paese, pari a 27,5. Valutando la situazione delle diverse province, il dato peggiore è quello di Rovigo, con indice 70,2, che è in zona rossa insieme a Vicenza (41,0) e a Venezia (38,0). In zona arancione si trova Verona (27,6), in zona gialla ci sono Padova (26,9) e Belluno (22,3), mentre in zona bianca c’è solo Treviso (17,4).
A Vicenza il maggior numero di vittime in occasione di lavoro
Tra i 100 decessi rilevati nei primi dieci mesi del 2025 70 sono quelli in occasione di lavoro (23 in più dello scorso anno) e 30 in itinere (13 in più del 2024). Verona ha il maggior numero di vittime totali, 22, mentre Vicenza guida la triste classifica delle vittime in occasione di lavoro, con 16, seguita da Venezia (14), Verona e Padova (12), Treviso e Rovigo (7) e Belluno (2).
Aumentano anche le denunce per infortunio
Risultano in aumento a fine ottobre 2025, rispetto al 2024, anche le denunce di infortunio totali 60.052 contro 58.490. La provincia di Verona registra il numero più elevato di denunce totali di infortunio (12.142), seguita da: Padova (11.782), Vicenza (10.911), Treviso (10.816), Venezia (10.230), Belluno (2.399) e Rovigo (1.772).
Sono 20.521 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (15.857 in occasione di lavoro) e 39.801 quelle degli uomini (34.572 in occasione di lavoro), mentre sono 7 le donne che hanno perso la vita da gennaio a ottobre 2025: 4 in occasione di lavoro e 3 in itinere. Le denunce dei lavoratori stranieri sono 16.074, di queste, 13.386 sono state registrate in occasione di lavoro. Sul totale dei lavoratori deceduti, sono 42 i lavoratori stranieri, 29 dei quali in occasione di lavoro.
Le Attività Manifatturiere si confermano al primo posto per numero di denunce di infortunio in occasione di lavoro (11.082). Seguono i settori: Costruzioni (3.887), Commercio (3.472), Trasporti e Magazzinaggio (3.072) e Sanità (2.880).





































