
VENEZIA (ITALPRESS) – Mentre il movimento Venice For Palestine chiede con un comunicato che la Mostra del Cinema esponga la bandiera palestinese accanto alle altre che svettano sul Palazzo del Cinema e faccia spazio sul palco della serata di chiusura all’iniziativa della Global Sumud Flotilla, Venezia 82 presenta in Concorso “The Voice of Hind Rajab”, il film della regista tunisina Kaouther Ben Hania che ci porta nel cuore reale del dramma di Gaza, ricostruendo uno degli eventi più emblematici e terribili che stanno segnando l’operato dell’esercito israeliano nella Striscia.
I fatti parlano del criminale assassinio di una bimba di 6 anni che il 29 gennaio 2024 era rimasta intrappolata nell’auto con cui la sua famiglia stava cercando di mettersi in salvo dall’occupazione israeliana di Gaza: attaccata dai carri armati dell’esercito, crivellata con oltre 350 colpi, l’auto divenne il rifugio della bimba, unica sopravvissuta, mentre parlava con gli operatori della Mezzaluna Rossa e attendeva l’arrivo di un’ambulanza che la salvasse. Il film di Kaouther Ben Hania ricostruisce gli eventi non solo basandosi sui fatti reali ma anche facendo ascoltare le registrazioni di quelle terribili telefonate, con gli operatori che tentano di tenere calma la bimba mentre conducono una estenuante lotta per ottenere dall’esercito israeliano un corridoio sicuro per l’ambulanza.
Ore e ore di lavoro che condussero a un permesso che però non servì a risparmiare all’ambulanza l’attacco dei carri armati israeliani, che causò la morte dei due paramedici che la conducevano. I resti delle vittime e le vetture distrutte dagli attacchi dei carri armati furono recuperati solo il 10 febbraio successivo, dopo il ritiro dell’esercito israeliano, che però ha continuato a negare i fatti, nonostante le prove raccolte dalle rilevazioni satellitari emerse grazie a un’inchiesta giornalistica del Washington Post e di Sky News. A fronte di questa terribile vicenda, la regista tunisina innesca il suo cinema in bilico tra documentario e finzione (già messo ottimamente a frutto in “Quattro figlie”) e costruisce un film emotivamente densissimo, in cui il lavoro degli attori, che ricostruiscono fedelmente gli eventi occorsi nel centro operativo della Mezzaluna Rossa, si intreccia con le drammatiche registrazioni delle vere chiamate in cui la piccola Hind chiede disperatamente aiuto.
Il centro operativo diventa il set circolare di un dramma umano che investe anche l’impotenza e le responsabilità degli operatori, in un confronto serrato tra l’urgenza dell’intervento e la prudenza necessaria a non mettere a rischio la vita dei paramedici. Kaouther Ben Hania non si tira indietro dinnanzi alla crudezza della situazione e realizza un film che è anche un’opera di denuncia, sorretta dalla drammatica evidenza dei fatti: l’intervista alla madre di Hind, le immagini dell’auto e dell’ambulanza crivellate di colpi girate il 10 febbraio, quando sul posto furono infine recuperati i resti delle vittime, sono la chiusura terribile di un film che cala come un atto di dolore sulla coscienza del Lido e del mondo intero. Sarà difficile per la Giuria non fare i conti con un’opera come questa.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).