Vicenza, al via “Il Teatro Olimpico fuori di sé”: eventi e approfondimenti per la mostra sull’Olimpichetto

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Nell’ambito della mostra “Olimpichetto, il ritorno di un ambasciatore”, il 10 gennaio prende il via la rassegna di eventi “Il Teatro Olimpico fuori di sé”, progetto ideato e coordinato dall’Accademia Olimpica di Vicenza su richiesta del Comune di Vicenza che offrirà occasioni di approfondimento e intrattenimento intorno al significato dell’esposizione: quello di una scenografia – tanto più particolare quanto riproducente il Teatro Olimpico – commissionata e realizzata nel 1948 dal Comitato per gli Spettacoli Classici, presieduto dall’Accademia Olimpica, per la prima tournée mai realizzata di uno spettacolo prodotto nel Teatro Olimpico.

La rassegna, che proseguirà fino al 21 febbraio, è stata presentata oggi in Basilica Palladiana, sul palco di Olimpichetto, dalla vicesindaca Isabella Sala, dal presidente dell’Accademia Olimpica Giovanni Luigi Fontana e dal regista e autore teatrale Roberto Cuppone, Accademico Olimpico, che ha ideato e che dirige la rassegna. Erano presenti anche alcuni dei protagonisti degli eventi in calendario.

“Senza l’Accademia Olimpica non ci sarebbe il Teatro Olimpico: la collaborazione con il Comune diventa quindi naturale e fondamentale per creare occasioni di approfondimento sul palco di Olimpichetto e intorno ad esso – ha dichiarato la vicesindaca Isabella Sala -. Il progetto di allestimento della riproduzione delle scene del teatro coperto più antico al mondo in Basilica Palladiana, nato da un’intuizione dell’assessore alla cultura Ilaria Fantin, si affianca all’esposizione di costumi di proprietà dell’accademia Olimpica e a molti altri contenuti di approfondimento utili a conoscerne l’appassionante storia”.

“Accademia Olimpica con grande piacere ha partecipato a questo progetto proponendo un calendario di eventi ad ingresso libero – è intervenuto il presidente dell’Accademia Olimpica Giovanni Luigi Fontana -. Abbiamo voluto collaborare anche mettendo a disposizione i costumi qui esposti che fanno parte di un patrimonio di 270 costumi indossati dagli attori durante gli spettacoli classici dagli anni ‘30 e raccolti dal Comitato per gli spettacoli classici che si era formato proprio in quegli anni e attivo fino agli anni ‘80. Costumi che fanno parte di un progetto di catalogazione e valorizzazione che costituisce uno dei più importanti progetti in corso di attuazione da parte dell’Accademia”.

“L’esposizione di Olimpichetto è l’occasione per l’Accademia Olimpica di offrire alla città 7 appuntamenti che vedono la partecipazione di dieci accademici olimpici. Tra gennaio e febbraio si potrà comprendere come la riproduzione della meraviglia di Palladio sia anche un’occasione di memoria. Ognuno dei sette appuntamenti, tra spettacoli e riflessioni, è dedicato ad un tema dell’Edipo Re che ha inaugurato il Teatro Olimpico. Si potrà quindi assistere a esibizioni, letture, ad un concerto e all’anteprima nazionale di un balletto”, – ha concluso il regista e autore teatrale Roberto Cuppone, Accademico Olimpico, che ha ideato e che dirige la rassegna.

Come appunto lascia capire il titolo, questo significato è il paradosso di un teatro unico al mondo che esporta la propria immagine come costituente dello spettacolo stesso; da semplice contenitore si presenta come Idea di teatro; idea paradossale proprio in quanto lascia intendere come riproducibile l’unicità di un luogo – ancor più: ormai, di un monumento plurisecolare.

Il progetto prevede sette eventi, intitolati ai temi di quell’Edipo re che è stato lo spettacolo dell’inaugurazione del Teatro Olimpico (1585), ma anche, appunto, della sua sostanziale rinascita novecentesca come teatro e dell’inaugurazione delle sue “tournée” nel mondo (1948): gli eventi dunque si intitoleranno al Giorno della Peste, di Tiresia, della Sfinge, di Creonte, di Edipo, di Giocasta, del Pastore; ognuno di questi eventi comprende un incontro con un accademico, riflessione inedita sui temi dell’esposizione; e una performance di artisti nazionali o locali.

Il progetto si avvale pertanto della collaborazione volontaria e gratuita di nove accademici olimpici: Renato Calza (socio ordinario); Francesco Erle (ordinario); Giovanni Luigi Fontana (presidente); Cesare Galla (ordinario, già vicepresidente); Daniela Meneghini (ordinario); Paolo Puppa (ordinario); Gaetano Thiene (ordinario, già presidente); Chiara Volpato (ordinario); Mauro Zocchetta (ordinario); ai quali se ne aggiunge un decimo in qualità di ideatore e direttore: il regista e autore teatrale Roberto Cuppone.

Gli eventi

Sabato 10 gennaio, ore 18.30 – Il Giorno della Peste
Nel 450° della peste a Vicenza (1576), si riprende una riflessione sui rapporti fra peste (intesa come malattia sociale), teatro e costruzione del Teatro Olimpico (che non a caso venne progettato appena a due tre anni di distanza dalla tragedia che aveva ridotto Vicenza a un terzo della sua popolazione).

Incontro

450° della peste a Vicenza: Alessandro Massaria

a cura di Gaetano Thiene

Dopo il saluto inaugurale di Giovanni Luigi Fontana, presidente dell’Accademia Olimpica, Gaetano Thiene anatomopatologo e storico della medicina, parla della peste a Vicenza del 1576 e del vicentino Alessandro Massaria, autore di uno dei primi trattati moderni sull’argomento, di cui Thiene, durante la sua presidenza dell’Accademia, ha curato l’edizione moderna.

Performance

Anno domini 1576

a cura degli attori vicentini (Aristide Genovese, Carlo Presotto, Antonino Varvarà, Patricia Zanco)

Si riprende, in forma ridotta, la lettura drammatizzata dal De peste di Alessandro Massaria realizzata a porte chiuse nel Teatro Olimpico nel 2020, in epoca di Covid, appena tre giorni dopo la chiusura totale dei teatri, grazie al coraggio e alla generosità degli attori di tutte le compagnie di Vicenza.

Sabato 24 gennaio, ore 18.30 – Il Giorno di Tiresia
Nell’Edipo e nel mito la cecità è talvolta portatrice di diverse, ulteriori visioni, come è rappresentato dalla figura di Tiresia, oracolo non vedente che però è l’unico a conoscere la vera ragione della disgrazia di Edipo e della “malattia” che affligge la città.

Incontro

La “casa” di Edipo

a cura di Renato Calza

Musicologo dai molteplici interessi, recente autore di un volume sugli spettacoli nel Teatro Olimpico nel XVI e XVII secolo, Renato Calza propone una carrellata su alcuni Edipo re messi in scena nel Teatro Olimpico, a partire da quello che nel 1585 lo inaugurò e da quello del 1948 (traduzione di Manara Valgimigli, regia di Guido Salvini, musiche di Arrigo Pedrollo) che motivò la creazione della scenografia esposta.

Performance

Paradiso di tenebre

di e con Gianfranco Berardi (Compagnia Berardi Casolari)

“Se non avessi perso la vista, non avrei mai potuto fare l’attore”: Gianfranco Berardi racconta le vicende che lo hanno portato alla scelta del teatro, tra aneddoti ed episodi a volte esilaranti, altre volte tragici; un racconto tra pubblico e privato, tra attori e spettatori, qui chiamati ad essere testimoni in questa conferenza spettacolo; inframmezzata di monologhi dagli spettacoli realizzati in vent’anni di attività: Briganti, vincitore per la sezione nuova drammaturgia al Festival Internazionale di Lugano; In fondo agli occhi, regia di César Brie; Amleto take away, Premio Ubu 2018 come miglior attore; I Figli della Frettolosa.

Domenica 25 gennaio, ore 18.30 – Il Giorno della Sfinge
La Sfinge è emblema di vita e morte insieme: di una cultura “diversa” che può uccidere chi non è capace di risolvere i suoi enigmi, ma che può dare saggezza e protezione a chi invece li sa interpretare.

Incontro

Dell’amore e della saggezza

a cura di Daniela Meneghini

Esperta di lingua e letteratura persiana, traduttrice del poema Khosrow e Shirin di Nezami Ganjavi, Daniela Meneghini conversa con gli artisti Giovanni Calcagno (attore), Piero Grassini e Tito Rinesi (musicisti) intorno alla prima teatralizzazione del poema, fra gestualità e musicalità antiche e contemporanee.

Performance

Khosrow e Shirin

Narrazioni, canti e musiche dal poema persiano di Nezāmī (prima regionale)

con Giovanni Calcagno, Piero Grassini, Tito Rinesi

produzione La casa dei Santi

Performance

Khosrow e Shirin

Narrazioni, canti e musiche dal poema persiano di Nezami (prima regionale)

con Giovanni Calcagno, Piero Grassini, Tito Rinesi

produzione La casa dei Santi

Nella letteratura persiana, il percorso che caratterizza la vita umana persegue la saggezza attraverso la realizzazione dell’amore e l’affermazione dell’onore. Lo spettacolo Khosrow e Shirin, per narrazione e musica, mette in scena la storia d’amore del principe sassanide Khosrow e della principessa armena Shirin, storia che ha incantato per un millennio il pubblico di Persia e d’Asia centrale; e ancora lo incanta. Il testo si basa sulla traduzione integrale del poema, pubblicata da Daniela Meneghini per la prima volta in italiano nel 2017 (Khosrow e Shirin. Amore e saggezza nella Persia antica). Si tratta di un testo di straordinaria complessità nella forma e nei contenuti che descrive la maturazione dell’Uomo attraverso l’esperienza d’amore: l’attore Giovanni Calcagno e i musicisti Tito Rinesi e Piero Grassini ne interpretano magistralmente lo spirito e il canto.

Giovanni Calcagno, attore, autore e cantastorie formato alla tecnica del cunto siciliano, fra teatro e cinema ha lavorato con Marco Bellocchio, Mario Martone, Luigi Lo Cascio, Vincenzo Pirrotta, Matteo Garrone; insieme ad Alessandra Pescetta promuove l’attività della Casa dei Santi; Piero Grassini e Tito Rinesi sono polistrumentisti, studiosi e compositori di musiche dalle tradizioni dell’India, dell’antica Persia, della Turchia, promotori dell’incontro tra le tradizioni musicali di Oriente e Occidente.

Martedì 27 gennaio, ore 18.30 – Il Giorno di Creonte (Giorno della Memoria)
In occasione della Giornata della Memoria, si intitola a Creonte la ricerca di una memoria condivisa, di cui da sempre, fin dalle sue origini, il teatro è primo portatore.

Incontro

La Memoria dei Classici

a cura di Paolo Puppa

Ciò che in teatro, ma non solo, definiamo “classico” è esattamente una forma di memoria condivisa e condivisibile, cioè a sua volta portatrice di futuro – forse come il Teatro Olimpico nell’utopia di Palladio e nella responsabilità che ne portiamo; Paolo Puppa, una delle più complete figure di storico del teatro e della drammaturgia in Italia, è a sua volta autore e attore dei propri testi.

Performance

Zingari

L’olocausto dimenticato

di e con Pino Petruzzelli

produzione Teatro Ipotesi e Festival di Borgio Verezzi

Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l’umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro; al processo di Gerusalemme, nonostante

Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d’imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari. Pino Petruzzelli, attore e autore dell’epopea del Mediterraneo e dei teatri di guerra, trae questo spettacolo dal proprio libro Non chiamarmi zingaro e da cinque anni di ricerche e viaggi nelle culture Sinti e Rom. Lo spettacolo è stato scelto per essere presentato il giorno seguente al Quirinale.

Sabato 31 gennaio, ore 18.30 – Il Giorno di Edipo
Il Giorno di Edipo è in fondo quello della prima dedica/destinazione del Teatro Olimpico, che qualcuno non a caso ha chiamato la “casa di Edipo”.

Incontro

Palladio, Scamozzi e il Fantasma dell’Opera

a cura di Cesare Galla

Cesare Galla, giornalista, critico musicale, fra i massimi conoscitori dell’Olimpico come teatro, sviluppa un proprio originale contributo; facendoci fra l’altro riflettere su come e perché attualmente l’Olimpico sia luogo più di eventi musicali che teatrali.

Performance

Edipo e i Veneti

Schola San Rocco, Ensemble Vocale

diretta da Francesco Erle, maestro al cembalo

La Schola San Rocco (soprani: Alessandra Bertazzo, Cristina Damian, Flavia Morisi, Giovanna Damian, Giuliana Re, Nicoletta Possente; alti: Elisabetta Rosset, Ilaria Balbo, Lucie Oberhollenzer, Luisa Mogentale, Raffaela Bellato; tenori: Carlo Timillero, Davide Furlan, Enrico Arten, Fabrizio Longo, Riccardo Ceron; bassi: Alessandro Panozzo, Federico Timillero, Fulvio Fonzi, Luigi Marasca, Mauro Ongaro, Riccardo Cocco; vocalista: Giovanna Damian; direttore: Francesco Erle) presenta un programma musicale che alterna cori di Andrea Gabrieli per l’Edipo tiranno dell’inaugurazione con brani di altri autori veneti:

Andrea Gabrieli (1533-1585), Chori per Edipo Tiranno, dal Choro I: Santo Oracol di Giove, Si raddopian gli inni, E tu Bacco non meno

Adrian Willaert (1490-1562), Ave Maris Stella

Giovanni Gabrieli (1557-1612), Jubilate Deo

Andrea Gabrieli, Chori per Edipo Tiranno, dal Choro II: Qual’è colui, quando a lui la monstruosa sfinge

Antonio Lotti (1667-1740) da Missa Sapientiae: Qui Tollis-Qui sedes-Miserere nobis

Andrea Gabrieli, Chori per Edipo Tiranno, dal Choro III: Ma chi fia tra i mortali, Or che gli oracoli antichi

Antonio Vivaldi (1678-1741) dal Dixit Dominus RV 594: Donec ponam

Andrea Gabrieli, Chori per Edipo Tiranno, dal Choro IV: Ma chi più di te misero, Vero dirò

Adrian Willaert: Sempre mi ride

Adrian Willaert: Vecchie letrose

Sabato 7 febbraio, ore 18.30 – Il Giorno di Giocasta
L’unica donna dell’Edipo re, sposa e madre insieme, è l’occasione per dedicare un evento alla rappresentazione della donna nella tragedia greca e, per analogia, alla portata simbolica oggi di ogni sua morte.

Incontro

Quando una donna “scompare”

a cura di Chiara Volpato

Psicologa sociale, studiosa in particolare di deumanizzazione e di come agiscono nelle società stereotipi e pregiudizi, esperta di analisi psicosociale di testi storici, Chiara Volpato parlerà delle forme di narrazione/rappresentazione delle morti di donna oggi.

Performance

Aioresis (fra cielo e terra)

con Daniela Giordano

La donna nel Teatro Greco, non potendo morire per versamento di sangue, prerogativa degli eroi uomini, viene sempre fatta morire o come animale sacrificale (Ifigenia) o nascostamente, per sottrazione, fra cielo e terra, appunto, come la suicida Giocasta. Daniela Giordano, attrice e regista (fra gli altri con Gabriele Lavia, Jurj Lijubimov, Benno Besson, Aldo Trionfo, Giancarlo Sepe, Giancarlo Cobelli, Antonio Calenda, Valerio Binasco, Marco Sciaccaluga), interprete di Agnese Borsellino nel tv-movie Borsellino e di altri personaggi ne Il commissario Montalbano, Don Matteo, Distretto di Polizia 7, Sottocasa (Grolla d’oro 2007 come migliore attrice TV); membro di giurie internazionali di teatro e cinema e ideatrice di Festa d’Africa – Festival Internazionale delle Culture dell’Africa Contemporanea; porta la lettura drammatizzata di morti femminili nel Teatro Greco.

Sabato 21 febbraio, ore 18.30 – Il Giorno del Pastore (anteprima nazionale)
La rassegna si conclude con una anteprima nazionale di danza, per ricordare come un teatro, qualsiasi teatro, prima che delle parole, sia luogo dei corpi.

Incontro

Re-inventare l’Olimpico

a cura di Mauro Zocchetta

in conversazione con Roberto Cuppone

I mille modi in cui l’Olimpico è stato frequentato, ripensato, negato dai più geniali allestimenti dal Novecento a oggi dimostrano la necessità, per qualsiasi spettacolo vi si collochi, di ingaggiare con lo spazio un rapporto ogni volta unico e irripetibile: Mauro Zocchetta, scenografo e curatore di infiniti allestimenti palladiani, è forse la persona che storicamente ha avuto più spesso e più profondamente occasione di misurarsi con questa sfida.

Performance

Présage après la bataille

Naturalis Labor

Coreografie di Luciano Padovani

Danzatori Marco Bissoli, Matteo Esposito, Roberta Piazza, Alice Risi, Andrea Rizzo

Costumi Chiara Defant

Luci Thomas Heuger

Non c’è silenzio più assordante di quello che segue una battaglia. Quando l’ultima tromba tace, quando l’ultimo grido si perde nel vento… resta solo questo vuoto. E tu ci cammini dentro, piano, come per non svegliare i morti. I feriti chiamano. Alcuni piano, come se si vergognassero di disturbare. Altri urlano… urla che ti entrano nel petto e scavano, scavano senza pietà. Tendi la mano, li sollevi, li porti via… Luciano Padovani, esperto dell’Olimpico (per il quale ha già creato quattro coreografie: Ciel de fer, Passione, Laudabilis, Enrico V), propone qui in anteprima nazionale la sua nuova creazione 2026; di cui illustrerà personalmente il progetto nell’intervallo fra la prima e la seconda parte.

Part I / durata 23 minuti

Part II / durata 25 minuti

Gli eventi sono ad ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti disponiboli, con prenotazione sul sito www.mostreinbasilica.it o presentandosi il giorno dell’evento alla biglietteria della Basilica Palladiana.

Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore

Salone della Basilica Palladiana, Vicenza

20 dicembre 2025 – 22 febbraio 2026

Ingresso:

• gratuito per i residenti a Vicenza e provincia

• compreso nel biglietto del monumento per i non residenti: intero € 6; ridotto € 4

Orari: martedì–domenica, ore 10.00–18.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura)

Aperture straordinarie:

• 1 gennaio 2026, ore 15.00–20.00

• 5, 6 e 19 gennaio 2026, ore 10.00–18.00

Aperture prolungate

• 3 gennaio 2026, ore 10.00– 20.00

Informazioni

www.mostreinbasilica.it

Facebook e instagram Mostre in Basilica

Infopoint Basilica Palladiana: tel. 0444222855

Ingresso ridotto alle Gallerie d’Italia – Vicenza (museo di Intesa Sanpaolo) presentando il biglietto d’ingresso al monumento.

L’originale progetto espositivo è ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo ed è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.

Sponsor: Confindustria Vicenza, Gemmo, LD72, Poste Italiane.

Sponsor tecnico: Edilnoleggi Valente.

Si ringraziano: Accademia Olimpica, Telwin SpA

Si ringraziano per il contributo Art Bonus: Amer Group, Ceral Docks, RM Hoplding srl, Serenissima Ristorazione