
Achille Variati, ex sindaco di Vicenza, potrebbe essere il candidato del centrosinistra per le elezioni regionali del Veneto 2025. Una ipotesi che trova spazio oggi, mercoledì 16 aprile 2025, sulle colonne de Il Giornale di Vicenza, ma che nei giorni scorsi era stata ventilata anche da altri media veneti.
Ma il suo nome è stato tirato in ballo su carta stampata e online fin da subito dopo che è arrivato, con un qualche “scorno” del Pd regionale e con la comprensibile irritazione del prof. Crisanti, politicamente impegnato e da sempre disponibile ma neanche interpellato dal segretario regionale Martella, il “no” di Antonella Viola alla proposta proprio del PD di candidatura per la presidenza della Regione Veneto. “Sono una scienziata”, ha detto la biologa e divulgatrice scientifica di origini pugliesi ma da anni accademica a Padova. “Non fa per me”, ha detto via Instagram.
Altro papabile, dicevamo, era Andrea Crisanti, senatore del Pd, microbiologo, che tuttavia oggi ha risposto al CorVeneto che, ovviamente, non accetterebbe neanche lui: “Non ho la vocazione del martire. Un anno fa c’era la possibilità di costruire un progetto, iniziare una campagna elettorale, far sì che i veneti identificassero una figura alternativa. Farla conoscere, intervenire sui temi, incontrare le persone non solo nei capoluoghi ma anche nei piccoli paesi. Ma per visitare tutto il Veneto ci vuole un anno, non cinque mesi”, ha detto.
Achille Variati, attualmente presidente Ipab Vicenza, viene quindi descritto come “personalità in grado di mettere ordine nel disordine“, in riferimento al toto-nome che caratterizza questa fase pre-elettorale.
Nomi ne sono fioccati nei mesi, in riferimento a possibili candidature da parte di sindaci di centrosinistra attualmente seduti sugli scranni più alti dei capoluoghi di provincia: Vicenza, Verona, Padova, ma che via via hanno perso forza, in particolare per smentite dei diretti interessati.
Colpisce, nell’analisi odierna resa su GdV dalla collega Roberta Labruna, come l’ex sindaco di Vicenza, di formazione democristiana, e che vanta nel curriculum una quantità over quota ruoli passati che vanno dalla carica di sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno (Conte II), di presidente della provincia di Vicenza, fino a quelle di consigliere regionale del Veneto ed europarlamentare dem, subentrato a Valenda, oltre che presidente dell’Upi, membro del cda di CDP oltre che sindaco per tre volte e ora presidente dell’Ipab di Vicenza, sia descritto come il candidato che permetterebbe al centrosinistra veneto non di vincere, ma di fare quanto meno “una corsa decorosa“.
Pesano, in questa analisi, i problemi che il centrosinistra veneto vive come anche a livello nazionale: la mancanza di unione delle varie anime che, di contro, è cara da tempo al centrodestra.
Centrodestra che pure è impegnato nell’individuazione di un nome che possa succedere a Luca Zaia, quest’ultimo “fermato” dalla recente decisione della Corte Costituzionale sul terzo mandato, ma che parte da una oggettiva situazione di vantaggio.
“L’accordo si troverà a Roma con i vertici nazionali, come sempre accaduto”, ha puntualizzato recentemente Forza Italia. Anche se la Lega è in pressing: “Le regioni che governiamo restino a noi”. In questo scenario di battaglia a colpi di dichiarazioni ad effetto tra alleati, il partito principale della coalizione, Fratelli d’Italia, punta anch’esso alla guida di una regione del Nord.
Insomma, si tratta e si tratterà. Ma – pare essere questa l’opinione comune – quando sarà il momento il centrodestra Veneto troverà la quadra attorno a un nome condiviso, da sostenere verso una nuova vittoria.
Il centrosinistra, invece, si affanna in operazioni come questa ipotetica su Achille Variati, individuato – da quel che si capisce fin qui – per le sue doti “democristiane” e dunque per la sua capacità di parlare a più anime possibili dello schieramento e per le sue consolidate e storiche relazioni in ogni dove.
Resta da capire se lui stesso – in uno scenario come quello appena tratteggiato – sia o meno disponibile a “sacrificarsi” per la causa.
Di chi, poi?