
(Adnkronos) – Quando nel 1967 Adelina Tattilo lanciò "Playmen", molti storsero il naso, ma pochi avrebbero immaginato che quella rivista mensile per soli uomini sarebbe diventata un fenomeno editoriale capace di cambiare la percezione della sessualità in Italia. Nata a Manfredonia il 13 novembre 1928 e scomparsa a Roma il 1º febbraio 2007, Tattilo non fu solo un'editrice: fu un'innovatrice dei costumi, una donna che con coraggio e intraprendenza sfidò il moralismo del tempo, trasformando le pagine patinate in uno specchio dei desideri e delle curiosità di un Paese in fermento. Oggi, a quasi 60 anni dall'esordio di "Playmen", Netflix le dedica la serie "Mrs Playmen", interpretata da Carolina Crescentini e disponibile dal 12 novembre, riportando sotto i riflettori la figura di una donna che seppe fare del porno-chic un fenomeno culturale e commerciale. Con "Playmen", Tattilo rispose all'onda americana di "Playboy" e "Penthouse",  portando in Italia un nuovo concetto di rivista erotica: foto di donne in pose sexy accostate a vignette di maestri del fumetto come Jacovitti e articoli di cultura e spettacolo firmati da nomi illustri come lo scrittore Luciano Bianciardi. La rivista non era solo erotismo: era uno strumento di liberazione culturale. Adelina stessa dichiarò che il suo obiettivo era combattere i bigottismi, sfidare falsi moralismi e affermare una cultura libertaria, radicale e socialista. "Playmen" ebbe un successo clamoroso negli anni Settanta: batté la concorrenza americana in Italia e in Europa, e quando tentò l'avventura americana, "Playboy" reagì subito con una battaglia legale che si concluse nel 1982 imponendo il divieto di distribuzione negli Stati Uniti. Nel frattempo, la rivista ospitò grandi nomi della cultura e del giornalismo grazie al giornalista Franco Valobra, curatore delle pagine culturali, che riuscì a intervistare personalità come Fred Astaire, Mario Vargas Llosa, Allen Ginsberg, Umberto Eco e Leonardo Sciascia, creando un ponte tra erotismo e cultura di alto livello. Ma "Playmen" fu anche lanciatrice di carriere e protagonista di scoop mondiali. Diverse attrici e cantanti, tra cui Pamela Villoresi, Patty Pravo, Ornella Muti, Brigitte Bardot e Amanda Lear, posano senza veli sulle sue pagine, mentre nel 1969 la rivista pubblicò la celebre foto di Jacqueline Kennedy nuda nella piscina di Aristotele Onassis a Skorpios. Negli anni Settanta Tattilo ampliò il suo impero editoriale: nacquero "Menelik", settimanale di fumetti erotici con la famosa striscia Bernarda, e "Big", rivolto ai giovani con divi, questioni di cuore e consigli sul sesso. I numeri parlano chiaro: fino a 400.000 copie vendute a settimana. Con il declino di "Playmen" negli anni Novanta, travolto dall'avvento delle videocassette erotiche, Tattilo reinventò la sua casa editrice, specializzandosi in periodici di tecnologia e hobby: cellulari, computer portatili, internet, fotografia digitale, decoupage, edilizia e ristrutturazioni. Negli anni Settanta aveva anche osato nel mondo librario con titoli allora provocatori come "Dizionario della letteratura erotica", "La marijuana fa bene" e "Playdux", una storia erotica ambientata nel fascismo, consolidando il suo ruolo di editrice capace di unire trasgressione e cultura. Adelina Tattilo rimane la testimonianza di una donna che seppe trasformare la provocazione in strategia editoriale, la libertà sessuale in causa culturale e il gusto del proibito in leggenda italiana. (di Paolo Martini) 
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