
Il consigliere comunale Raffaele Colombara ha depositato un’interpellanza sugli affitti brevi, chiedendo alla Giunta di assumere una scelta politica chiara per governare un fenomeno che a Vicenza incide sempre più sul diritto all’abitare e sulla tenuta sociale della città.
I numeri fotografano una realtà ormai strutturata: nel 2025 risultano circa 359 annunci di affitti brevi attivi a fine novembre su una delle principali piattaforme online, mentre considerando l’intero anno il numero degli alloggi coinvolti supera le 1.100 unità.
Parallelamente cresce l’emergenza casa: solo nel bando ERP 2025 sono arrivate 1.177 domande, contro le circa 800 del 2021, con un aumento significativo delle persone sole in difficoltà.
A questi dati si aggiungono quelli ufficiali del Ministero del Turismo: a Vicenza circa il 20% delle strutture risulta ancora privo di Codice Identificativo Nazionale, la percentuale più alta in Veneto, a dimostrazione della necessità di un ruolo più attivo del Comune nel governo e nel controllo del fenomeno.
“Dopo la sentenza della Corte costituzionale, che ha riconosciuto piena legittimità a Regioni e Comuni nel regolamentare gli affitti brevi, non esistono più alibi – afferma Colombara –. Toscana ed Emilia-Romagna hanno già legiferato, molte città si sono mosse. Vicenza non può continuare a subire il mercato senza governarlo”.
L’interpellanza chiede se e in quali tempi l’Amministrazione comunale intenda avviare un percorso di regolamentazione, con particolare attenzione al centro storico e ai quartieri più colpiti, per rendere gli affitti brevi compatibili e sostenibili rispetto alla funzione residenziale della città.
“Il tema degli affitti brevi non è più solo turistico – sottolinea Colombara – ma riguarda il diritto all’abitare e la tenuta sociale della città. Governare il fenomeno significa renderlo compatibile e sostenibile rispetto alla funzione residenziale di Vicenza”.








































