Algoretica in sanità, come l’Ia sta cambiando le cure e quali sono i rischi

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(Adnkronos) – L’evento 'Algoretica e sanità' punta ad “un approccio diverso all’intelligenza artificiale non solo scientifico ma etico. È uno dei temi che mi sta a più a cuore e mi interroga nella relazione di cura. Siamo consapevoli dell’importanza della rivoluzione dell’Ia nella scienza e nella ricerca, perché ci permetterà di vivere nuove frontiere anche negli scenari di cura e sconfiggere malattia, ma ci sfida su altri temi e pervade la nostra vita in tanti aspetti. Nel sistema salute, ad esempio, quali sono gli aspetti che lo rendono uno strumento efficace ed efficienza delle cure e di programmazione sanitaria? Come rendere più efficace anche nel rapporto Stato-regioni o costo-benefici?”. Così la senatrice del Pd, Beatrice Lorenzin, che oggi ha promosso in Senato il convegno al Senato ‘L’Algoretica e sanità- l’Ia nella relazione di cura’ che ha raccolto accademici, clinici, bioeticisti e giuristi per discutere le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale in medicina e i possibili conflitti tra algoritmi, programmazione sanitaria e relazione di cura.  Obiettivo dell’incontro è stato approfondire come garantire un utilizzo etico, responsabile e centrato sulla persona dei nuovi strumenti digitali, preservando il ruolo insostituibile del medico e la fiducia tra medico e paziente. “Oggi chi di decide se un paziente entra in un trial clinico è il medico, e sull’età di accesso decide sempre il medico, ogni paziente è un essere umano ma se ci affidiamo ad un algoritmo che valuta sul costo-beneficio forse un paziente anziano non entrerà in un trial o non accederà ad una terapia. Questo non può accadere”, ha evidenziato la senatrice Lorenzin.  L'intelligenza artificiale, "può far nascere ricchezza ma anche povertà e da rettrice non posso non dirlo – ha precisato la rettrice dell'Università Sapienza di Roma, Antonella Polimeni – Chi è escluso da competenze digitali rischia di rimanere indietro. C’è quindi una sfida etica e politica, come ridistribuire in maniera equa i risultati dello sviluppo economico delle nuove tecnologie? Le nuove generazioni di medici e ricercatori della salute si troveranno in un mondo dove la competenza digitale è legata a quella tecnologica e va rafforzata la dimensione dell’etica. Il medico del futuro dovrà leggere un referto e usa l'algoritmo, ma anche capire i principi e i limiti. Un'università pubblica come La Sapienza ha un compito decisivo: formare i professionisti della salute capaci di governare la tecnologia e non essere governati".  "Ogni salto tecnologico è importante e ha un costo, occorre capire se l’investimento dà valore. In sanità è un tema molto forte. La robotica è la tecnologia più massivamente distribuita sul territorio e oggi questa tecnologia è diventata un punto di arrivo e non uno strumento e quindi costa. Questo ci pone delle domande. Il tema della problematicità dell’Ia, e le valutazioni etiche da parte del sistema sanitario è un passaggio che abbiamo già visto nel mondo dei professionisti del settore quando sono partire le aziende sanitarie. Oggi con l'Ia non stiamo vivendo una fase diversa ma è molto più potente, soprattutto la velocità con cui avviene. Oggi in tre anni avremo questo cambiamento e dobbiamo metterlo a terra. L’Ia potrebbe avere certamente un valore per dare nuovo spazio alle relazioni di cura ma anche di nuovi rapporti tra gruppi professionali. Guadagnare tempo garantendo che la prestazione sanitaria sia allo stesso livello". Lo ha evidenziato Fabrizio d’Alba, presidente Federsanità e direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma, nel suo intervento al convegno.  Secondo Oreste Pollicino, professore di diritto della regolamentazione dell'Ia al'Università Bocconi di Milano, intervenuto in videocollegamento al convegno: "La nuova normativa europea rincorre e ha già il fiato corto. E' vero che sanità è ad alto rischio su questo tema ma la Costituzione italiana abbraccia il tema dell’Ia che non è il 'dottore perfetto'. L’articolo 2 della Carta, dice già che la persona come fine e non come oggetto, è più chiara su questo principio di regolamentazione rispetto alla normativa europea di difficile comprensione. Non c’è dubbio – ha aggiunto – che l’accelerazione tecnologica avrà vantaggi nella prevenzione e nell’anticipare cure e diagnosi, ma la personalizzazione delle cure 'scopre' il paziente nella dimensione genetica e in livelli di vulnerabilità. Allora è l’articolo 32 che ci garantisce molto di più di altre norme che vogliono pietrificare la rivoluzione tecnologica, l’articolo 32 dice infatti che la cura è dialogo e ascolto".  
Al cittadino cosa arriverà del grande salto tecnologico? "L'obiettivo di questo incontro di oggi risponde a due esigenze, la prima è la cooperazione tra dimensione tecnologica e umana e poi il secondo è governare questo fenomeno. E' l'interdisciplinarietà che ci aiuterà in questo compito con competenze in ambito scientifico, economico, medico, antropologico e giuridico. L'innovazione tecnologica va abitata con una finalità che è lo sviluppo umano, sono termini che non nascono a caso ma da un riflessione che vuole conservare l'aspetto umano nell'applicazione dell'intelligenza artificiale, Ia". Così ha concluso Lucio Romano, Centro interuniversitario di ricerca Bioetica.  
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