“America sorella?”, il video integrale della prima presentazione del nuovo lavoro di Emilio Franzina

"America sorella? Italiani e italo discendenti in Brasile e nelle altre Americhe”: dalla Del Din al 1° Italia-America Friendship Festival. Prossime presentazioni il 9, 10 e 11 settembre.

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Inizia da una domanda l’incontro svoltosi venerdì 5 settembre alle 18 nella sala meeting del bar Minerva in contrà Santa Corona 11 a Vicenza, durante il quale lo storico e accademico Emilio Franzina ha presentato, in collaborazione con ANPI Vicenza, presente anche col presidente Luigi Poletto, il suo nuovo libro “America sorella? Italiani e italo discendenti in Brasile e nelle altre Americhe” (160 pagine, 12 euro), pubblicato da Editoriale L’Altra Stampa, piccola ma sempre più attiva casa editrice, rappresentata in sala da Giovanni Coviello, curatore delle sue collane tra cui la nuova “Storia e storie”.  E la domanda è “Italia e America sono davvero sorelle?”.

America sorella?
America sorella?

Per ascoltare le risposte solo posti in piedi, come si usava dire un tempo nei cinema, e neanche quelli perché l’incontro ha visto oltre cinquanta partecipanti che hanno riempito la sala del meeting e anche le scale. Il video integrale che vi proponiamo in copertina per nulla perdere della sagacia, sapienza e capacità di intrattenere con frasi anche caustiche (e colorite) dello storico Franzina e la breve sintesi* che segue ovviano con lo spazio web, accessibile a tutti, all’insufficienza di quello fisico del bel locale gestito con attenzione anche ai confronti culturali dalla padrona di casa Isabella Berdin, che,m da quando lo ha “preso in mano” gli ha dato nuova e reale vita.

PRC e Pci Vicenza con Emilio Franzina su "America sorella? Italiani e italo discendenti in Brasile e nelle altre Americhe"
PRC e Pci Vicenza con Emilio Franzina su “America sorella? Italiani e italo discendenti in Brasile e nelle altre Americhe”

Comunque il libro, acquistabile in libreria e ordinabile nel nostro shop cliccando qui e a breve su Amazon, sarà presentato in altri incontri pubblici tra cui quello di domani, 9 settembre, alle 18 presso la sede di Rifondazione comunista di Vicenza e PCI Vicenza in via Mario 11, del 10 settembre alle 20 a Villa Lattes in via Thaon de Revel 39, dove l’ANPI Vicenza spiegherà con una serie di relatori, tra cui lo stesso Emilio Franzina, perché è contraria all’Italia-America Friendship Festival, e giovedì 11 settembre alle 18 a Porto Burci

Il 13 settembre, poi, il corteo di protesta contro il festival scorrerà lungo le vie della città verso la base Del Din animato da almeno una parte dei cittadini contrari a quella base, ha sottolineato Franzina, e, quindi, al festival, cittadini che “hanno contribuito al successo risicato alle amministrative di Possamai, che, se si ripresenterà, ora non potrà più contare u quei voti, dati magari turandosi il naso, nel 2028”.


* Cronaca sintetica della presentazione

Il quesito “Italia e America sono davvero sorelle?” è sorto spontaneamente, ha esordito Emilio Franzina, dopo la presentazione del 1° Italia-America Friendship Festival, progetto nato per celebrare l’amicizia che legherebbe l’Italia e gli Stati Uniti, ideato e diretto da Jacopo Bulgarini d’Elci, con l’organizzazione della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza del segretario generale Pier Giacomo Cirella e promosso da Comune di Vicenza il cui sindaco è Giacomo Possamai, NIAF (National Italian American Foundation), Consolato USA (MI) e Associazione Vicentini nel mondo, in programma in città dal 12 a 14 settembre 2025.

Viste le chiare critiche verso il Festival e i suoi principali referenti (ma, insieme agli apprezzamenti per il vecchio sindaco Giorgio Sala, dure sono state anche le osservazioni di Franzina in particolare su Enrico Hüllweck e sulla deriva opportunistica di Giovanni Diamanti, “pur se figlio di un mio grande amico, Ilvo”), all’origine dell’iniziativa e chiarite nell’introduzione del testo poi dedicato totalmente a passaggi e confronti storici che lo manterranno vivo e fruibile anche dopo il festival, il curatore aveva invitato ufficialmente, perché potessero esporre le loro considerazioni, Cirella, Possamai e Bulgarini, tutti assenti ma con la segreteria del sindaco, almeno, a ringraziare per l’invito e a scusarsi per l’assenza “per impegni assunti in precedenza”.

Il volume presentato venerdì 5 settembre scorso e già andato a ruba tra i presenti è stato realizzato a tempi da record (“ringrazio Coviello per aver abbracciato la mia proposta e il suo staff che in 15 giorni ad agosto ha compiuto il miracolo di impaginarlo e farlo stampare” ha sottolineato più volte Franzina), riunendo relazioni, pubblicazioni in riviste e in altre sedi nel corso degli anni dello storico vicentino, e che raccontano storie di emigrazione italiana per ragionare sul concetto di “America sorella” per come lo intendevano realmente gli emigranti in Brasile e Argentina.

No Dal MolinUn concetto lontano dalla visione tipicamente stereotipata che abbiamo dell’America del nord, più precisamente degli USA, e anche dall’attuale adulazione (sottomissione?) di cui sono preda i governi occidentali. Il titolo del volume riecheggia anche il canto popolare “30 giorni di nave a vapore”, la cui strofa recita “America allegra, allegra e bella, tutti ti chiamano l’America sorella”; un canto di forte impatto che esprimeva gli stati d’animo degli italiani negli anni del periodo della grande emigrazione di massa in America.

Il libro mira a evidenziare che – se esiste una sorellanza tra Italia e America, è certamente da riferirsi all’America del sud, Brasile e Argentina, cioè: oggi, i discendenti degli italiani negli Stati Uniti sono circa 20 milioni; 32 milioni in Brasile e 36 milioni gli italo-discendenti in Argentina. Non a caso, quest’anno ricorre il centocinquantenario dall’inizio dell’immigrazione italiana (in considerevole parte veneta); in Brasile e in alcuni stati del Paese sono state organizzate molte e sentite iniziative, tra cui presentazioni di libri e produzione di film, per celebrare un pezzo della storia che gli italo-brasiliani sentono come “loro”.

La prefazione mostra un saggio che riproduce la relazione inaugurale di apertura della Keynote Address fatta dallo storico al 31esimo convegno annuale dell’American Italian Historical Association (13 novembre 1998), utile ad introdurre un discorso sulla presenza degli italo-americani nella storia dell’intero continente.

Tra le storie raccontate, troviamo la vicenda di Amabile Peguri Santacaterina, nata a Chiuppano nel 1905, e partita per l’America appena ventenne, nonostante il divieto di immigrazione imposto dagli Stati Uniti nel 1924; il marito, essendo originario di Cravinhos, un comune dello stato di San Paolo in Brasile, aveva potuto aggirare il provvedimento e insediarsi a Chicago per fare fortuna.

A rinforzare l’idea di inutilità dell’Italia-America Friendship Festival, lo storico Franzina ha ricordato poi le lunghe proteste, iniziate a fine 2006 e proseguite fino al 2013, contro la costruzione della nuova base americana a Vicenza, con conseguente eliminazione dell’aeroporto civile.

Tra le iniziative organizzate in quel periodo, anche uno spettacolo (“Semo tuti americani”) tenutosi al Teatro Astra il 16 febbraio 2007, concluso dall’intervento di Dario Fo e Franca Rame, durante il quale Franzina proponeva ironicamente, visto l’assoggettamento imposto ai voleri USA, la cittadinanza americana e il diritto di voto per i cittadini vicentini, come nel 212 d.C. fece Caracalla che concesse la cittadinanza romana a quasi tutti i sudditi dell’Impero: “così almeno avremmo il diritto di votare in quel Paese anche se, visto come votiamo oggi in Italia…”.

Sul festival rimangono forti dubbi in merito alle questioni relative al budget, (leggi “Italia-America Friendship Festival, i conti non tornano perché non arrivano” anche su da VicenzaPiù Viva n. 331 in edicola e online) oltre al fatto che la proposta dell’evento non è passata in consiglio comunale: “È una cosa inaudita questa”

E poi, a sostegno della necessità di un confronto politico e istituzionale preventivo, lo storico vicentino puntualizza che se anche lui ha una serie di elementi privati e personali che non possono far dubitare del fatto che lui “ce l’abbia su con gli americani in quanto americani, ma con Trump sì, con gli Stati Uniti come potenza egemone e che fa quello che fa adesso”, il Consiglio comunale sarebbe stata la sede  dove verificare se i rappresentanti dei cittadini potessero avere dubbi simili e, quindi, di dissenso rispetto alla celebrazione di un’amicizia del tutto ipotetica .

Volgendo lo sguardo su un territorio più ampio, Franzina ci lascia con un monito: siamo schiacciati da un’indifferenza sempre crescente in Occidente e abbiamo sempre meno voglia di contrastare la grande potenza americana o almeno nel nostro piccolo riusciamo ad esprimere un giudizio critico e storicamente lucido che si opponga a iniziative come quella del festival vicentino?

“Il disorientamento e lo sgomento che proviamo è grande, perché non c’è niente da fare, se non si recupera un minimo di civiltà giuridica a livello internazionale allora non vale più niente, ma proprio niente” afferma Franzina tra gli applausi.

La presentazione del libro, svoltasi in collaborazione con ANPI Vicenza sezione Nello Boscagli “Alberto”, ha anticipato l’uscita del mensile “VicenzaPiù Viva”, in edicola e disponibile online a partire dal 6 settembre, la cui copertina riporta il titolo “Festival USA e getta” con nel mezzo una palla accartocciata con i colori dell’Italia, usata e gettata, denunciando con un gioco lessicale e di immagini la manifestazione.

VicenzaPiù Viva n. 301, 6 settembre 2025
VicenzaPiù Viva n. 301, 6 settembre 2025