
Al 2024 in Veneto si contano 528 beni confiscati alle mafie, di cui circa la metà non ancora destinati o non riutilizzati, con una percentuale di reale utilizzo sociale ferma al 20%. Sono i dati presentati oggi all’audizione presieduta dall’on. Erik Pretto, deputato della Lega e coordinatore del Comitato sui beni sequestrati e confiscati della Commissione parlamentare Antimafia, alla quale ha partecipato Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto e componente del Comitato europeo delle Regioni, insieme a Bruno Pigozzo, coordinatore dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa. Assieme ai dati aggiornati, sono state analizzate le criticità strutturali che ostacolano un pieno riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata nel territorio veneto. Ciambetti ha ricordato che la Regione Veneto dispone di una legge quadro importante, la L.R. 48/2012, ma è necessaria una maggiore dotazione finanziaria e un piano organico che supporti concretamente i Comuni assegnatari: «Serve un coordinamento operativo stabile tra istituzioni – ha aggiunto – un ufficio tecnico dedicato, e una maggiore sinergia con il Terzo Settore, che già oggi è protagonista di esperienze virtuose di rigenerazione sociale.» Tra le proposte evidenziate, il rafforzamento del sostegno economico ai Comuni, con bandi regionali specifici, lo snellimento delle procedure di assegnazione e utilizzo dei beni, la creazione di una task force regionale per l’accompagnamento tecnico-amministrativo, maggiore trasparenza e aggiornamento della mappa dei beni confiscati, la valorizzazione del ruolo del volontariato e delle cooperative sociali e l’accesso anche per il Veneto ai fondi europei oggi limitati alle sole Regioni del Sud. Il Presidente Ciambetti ha ricordato anche il recente definanziamento di 300 milioni del PNRR, inizialmente previsti per il riutilizzo dei beni confiscati, come un grave danno per le progettualità già avviate in molte realtà locali.
L’on Pretto così ha commentato la situazione messa in luce dalle parole di Ciambetti: “Stiamo assistendo ad un paradosso. In Veneto, come in altre Regioni del nord, ci sono molti beni confiscati con un enorme potenziale ma che non possono essere utilizzati per mancanza di fondi. Il sud, invece, fatica a gestire i fondi tanto che è stato necessario istituire un Commissario straordinario per superare le difficoltà nell’utilizzo di 300 milioni di euro che originariamente erano stati previsti nel PNRR e tutti destinati a beni siti nelle Regioni meridionali del Paese. Occorre riequilibrare il sistema di distribuzione dei fondi destinati ai beni confiscati, non sottraendo al sud per dare al nord, ma per colmare il deficit di risorse di cui oggi abbiamo avuto diretta testimonianza attraverso l’audizione del Presidente del Consiglio Veneto Ciambetti. In Veneto vi sono numerose iniziative e progettualità di pregio per destinare all’uso sociale i beni confiscati. Le idee non mancano. Mancano le risorse”.
“Non possiamo permettere – ha ribadito Ciambetti – che i beni confiscati tornino a essere simboli di degrado o, peggio, oggetto di speculazione. Devono diventare motore di legalità e rinascita per le nostre comunità. La lotta alla criminalità organizzata non finisce con la confisca: continua nel riutilizzo sociale e trasparente di quei beni”.
Anche l’on. Pretto ha lanciato diverse idee, tra cui l’ipotesi che si possa giungere ad un riequilibrio del sistema attraverso una distribuzione parzialmente diversa delle somme incamerate dal Fondo Unico Giustizia (FUG), in modo che le risorse confiscate alle mafie giungano su tutto il territorio italiano dando comunque priorità alla qualità dei progetti presentati in primis dagli Enti locali.