
Il segretario veneto del PD Andrea Martella presenta in Senato un disegno di legge per uno statuto speciale per Venezia sul modello di Roma Capitale: “Basta strumenti ordinari per una città straordinaria”
Il dibattito sull’autonomia speciale per Venezia segna oggi una svolta politica e parlamentare. A portarla è il senatore veneziano Andrea Martella, alla sua quinta legislatura parlamentare e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, che, con chiare ambizioni di candidatura per la guida della città lagunare, annuncia il deposito al Senato di un disegno di legge costituzionale per il riconoscimento del Comune di Venezia come ente autonomo con poteri legislativi speciali, analoghi a quelli previsti per Roma Capitale. Un’iniziativa che lo proietta di fatto nel campo dei candidati alla guida della città lagunare alle prossime elezioni comunali.
Una proposta concreta, contro “l’inerzia di Zaia e Brugnaro”
«Da oggi c’è una proposta concreta sul futuro istituzionale di Venezia», afferma Martella. «Non si tratta di un’invocazione generica o di un annuncio spot, ma della traduzione legislativa di una proposta vera, nata oltre un mese fa dal confronto tra forze politiche e civiche alternative alla destra. Un percorso radicato nella città, non una trovata estemporanea come quelle di Zaia e Brugnaro che si svegliano dopo anni di inerzia».
Poteri legislativi speciali per una città unica al mondo
Il disegno di legge propone di modificare l’articolo 114 della Costituzione per attribuire a Venezia uno status autonomo con uno statuto speciale. I poteri legislativi riguarderebbero settori cruciali per il futuro della città: turismo, governo del territorio, beni culturali e ambientali, edilizia residenziale, mobilità, commercio, servizi sociali e organizzazione amministrativa.
«Venezia rischia di morire come comunità vivente», avverte Martella. «Serve una governance che tenga conto della sua complessità. Non possiamo continuare a gestirla con strumenti amministrativi ordinari».
Sfida politica al Parlamento e sostegno alla legge speciale
Il senatore dem chiama in causa tutte le forze politiche, locali e nazionali, come avvenuto per Roma: «Quando il Parlamento inizierà l’esame, vedremo chi sarà disposto davvero a votare questa riforma. Basta parole e interviste, è il tempo della responsabilità. La mia proposta è aperta al confronto istituzionale e cittadino».
Martella ribadisce infine la necessità che il nuovo rango costituzionale della città sia accompagnato da risorse finanziarie adeguate e stabili, rilanciando la legge speciale per Venezia «abbandonata dal governo Meloni». Un doppio binario, istituzionale ed economico, che punta a restituire un futuro vitale a Venezia e a rafforzare il suo ruolo internazionale e culturale.