Artigianato, arte e futuro: se n’è discusso al festival Città Impresa con Elena Agosti, Elena Rausse, Cristina Balbi e Marco Bettiol

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conferenza su artigiani e futuro nel festival Vicenza Città Impresa
conferenza su artigiani e futuro nel festival Vicenza Città Impresa

Venerdì 22 marzo in sala Stucchi a Palazzo Trissino nell’ambito del festival Città Impresa di Vicenza è stato presentato il libro curato da Elena Agosti in collaborazione con CNA Veneto Ovest Craft for future generation (Artigianato e design). Il moderatore Marco Bettiol, docente di Economia e gestione delle imprese Università di Padova, ha discusso con Elena Agosti, curatrice del libro, Cristina Balbi, assessora allo sviluppo economico e del territorio di Vicenza e Elena Rausse, artigiana, nipote d’arte, che dal Politecnico di Milano ha deciso di ritornare nel paesino natìo di Nove per dedicarsi e innovare la tradizione di famiglia della ceramica.

Il libro Craft for future generation (Artigianato e design)

Il libro, con foto di Peter Helovich, tradotto in inglese da Giulia Galvan, raccoglie 20 artisti e relativi laboratori artigiani di Vicenza e provincia, accomunati, come spiega Agosti nella prefazione, dalla sostenibilità, nel senso dell’attenzione e cura dell’ambiente e delle materie prime: “in agricoltura questo concetto è espresso dal “km zero”, ma anche nell’artigianato artistico spesso si usano materie prime locali, e soprattutto possiamo garantirvi che nelle piccole imprese, anche se non dotate di una certificazione ufficiale, vige la legge dell’economia circolare! Questo è il famoso Valore Artigiano delle piccole imprese
che creano, trasformano, riparano, rigenerano e restaurano; e che costruiscono un modello di sviluppo a misura d’uomo e d’ambiente“. Sono stati realizzati anche dei video, da parte di Luca Rigon, che mostrano gli artigiani al lavoro nei loro ambienti e laboratori.

copertina del libro craft for future generations arte e design artigianato
copertina del libro craft for future generations arte e design artigianato

Il dibattito

La sfida è doppia: avvicinarsi ai giovani e dare un nuovo significato a questo settore. Uno dei temi è quello degli artigiani come beni culturali viventi, cioè preservare il saper fare per presentarlo alle future generazioni. Quindi conservare, ma anche trasformare, far evolvere il saper fare, ibridandolo con la tecnologia, il design, etc.

Elena Agosti a tal proposito ha citato il Giappone, dove con legge speciali ed eventi ad hoc le figure degli artigiani sono a tutti gli effetti equiparate ad opere d’arte. Le nuove figure introdotte in questo volume sono soprattutto giovani, o comunque persone che stanno avviando una nuova professione, dopo aver abbandonato posti di lavoro più sicuri. “Abbiamo pensato – ha aggiunto – anche a chi sta facendo un percorso per diventare maestro artigiano, perché è importante anche lavorare con chi può insegnare ai giovani, come per esempio il caso del ferro battuto; la mancanza delle professionalità è un problema importante”.

Frame di uno dei video sugli artigiani
Frame di uno dei video sugli artigiani

Elena Rausse invece ha parlato della sua ricerca incentrata sul tema dell’ibridazione, continuando una tradizione di famiglia iniziata dal nonno e portata avanti dalla madre, a Nove, paesino dove l’arte della lavorazione in ceramica è antica e radicata, in collaborazione anche però con l’innovazione, cioè con il politecnico di Milano.

Artigiano e centri storici delle grandi città

In molte città dove il turismo ha raggiunto livelli paradossalmente quasi eccessivi l’artigianato diventa un modo per riappropriarsi della propria identità. L’assessore Cristina Balbi, rispondendo a una domanda su come le amministrazioni possono lavorare in sinergia con il mondo degli artigiani, ha detto che “le botteghe storiche sono importanti perché mantengono viva la città, raccontando anche l’evoluzione della storia. Rimangono un presidio importante, una relazione con il territorio importante, con l’apertura delle porte delle botteghe”.

“La valorizzazione può passare attraverso alcuni luoghi speciali. Il turismo approcciato alla bottega artigiana è lento, rimane agganciato alla città, e la città viene portata fuori dalle mura. Stiamo ragionando sull’attivazione di un masterplan per la città, nel senso di pianificazione territoriale, ma non solo, con trasformazioni urbanistiche non controllate, con sviluppo e crescita senza ordine. Chi deve fare le scelte urbanistiche deve trovare un filo conduttore, con destinazioni già suggerite, dove è più facile richiamare l’investimento. Abbiamo i fondi per partire e partiremo nei prossimi mesi. Nel masterplan quindi metteremo anche le realtà artigiane”,