
(Adnkronos) – Integrare sostenibilità e benessere dei dipendenti nei piani strategici: questa la sfida per le imprese sul fronte della mobilità aziendale. Una questione affrontata dalla nuova indagine di Arval Mobility Observatory, il centro di ricerca indipendente promosso da Arval che si propone di osservare, comprendere e anticipare i cambiamenti nella mobilità, dal titolo 'Mobility Benefit: nuovi orizzonti della mobilità aziendale tra benessere dei dipendenti e sostenibilità', realizzata in collaborazione con il centro studi Econometrica. L’indagine, che ha coinvolto oltre 200 aziende italiane attive nell’adozione di soluzioni di mobilità, approfondisce in che modo all’interno delle imprese si stiano introducendo strategie di sostenibilità e programmi di welfare legati agli spostamenti dei dipendenti. Un primo dato incoraggiante è che il 68% degli intervistati dichiara che la propria azienda ha già (39%) o sta lavorando (29%) a una strategia formalizzata per la mobilità sostenibile, spinti dall’intenzione di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale (63%), accrescere il benessere dei dipendenti (42%) e garantire loro maggiore flessibilità (24%). Tra le aziende che hanno già piani strutturati di mobilità, l’attenzione ai dipendenti risulta essere maggiore, mentre, per le aziende con piani meno definiti, il focus della strategia di mobilità si concentra sulla riduzione delle emissioni. Allo stesso tempo, devono far fronte ad alcune barriere, che emergono di più tra le aziende che hanno strategie di mobilità già strutturate in virtù della maggiore consapevolezza su questi aspetti. Nel complesso, tra i principali ostacoli evidenziati dagli intervistati ci sono le resistenze interne al cambiamento (34%), l’assenza di un budget dedicato (21%) e le difficoltà riscontrate nella scelta delle soluzioni più adatte da proporre (19%). In questo scenario, per quattro aziende su dieci, il supporto di una consulenza specifica sul tema avrebbe un ruolo rilevante nell’implementazione delle diverse soluzioni di mobilità. Le difficoltà non frenano però l’adozione di soluzioni di mobilità da parte delle aziende, che offrono parcheggi gratuiti o agevolati per i dipendenti nelle sedi aziendali, rastrelliere per le biciclette, corporate car sharing, soluzioni di car pooling o programmi per il rimborso del trasporto pubblico locale. L’integrazione di queste soluzioni, stando a quanto emerge dall’indagine, può essere facilitata dall’introduzione di soluzioni digitali e connettività sui veicoli (attività che vedono già oggi impegnato il 57% delle aziende), grazie anche alla possibilità che offrono di analizzare la riduzione di emissioni (importante per il 93%), il numero di utilizzatori (56%) e la soddisfazione dei dipendenti (46%). A conferma di quanto la mobilità stia acquisendo sempre più importanza soprattutto per le tematiche legate alla soddisfazione e al benessere dei collaboratori, l’indagine mostra come nel 55% dei casi, la figura del mobility manager si colloca all’interno dei dipartimenti Risorse Umane o Servizi Generali, mentre in un caso su dieci, riporta invece direttamente alla figura apicale dell’azienda. In più della metà delle aziende, inoltre, la mobilità integrata è inserita nei programmi di welfare aziendale (o lo sarà nei prossimi 2/3 anni). Tra le iniziative che più di altre figurano in questi programmi, e che nella maggior parte dei casi saranno disponibili per tutti i collaboratori dell’azienda, ci sono il rimborso del trasporto pubblico locale, la definizione di un budget flessibile da spendere sulla mobilità, la messa a disposizione di auto aziendali in condivisione anche per uso privato, i rimborsi chilometrici per gli spostamenti casa-lavoro e il bike sharing. Lo scenario raccontato dall’indagine è confermato anche da un contributo fornito dall’Aitmm, l’Associazione Italiana Travel e Mobility Manager, secondo cui la mobilità aziendale si sta affermando come una leva decisiva per le imprese, non più confinata alla logistica degli spostamenti, ma intrecciata alla vita delle persone, alle strategie organizzative, alla cultura stessa del lavoro. “La mobilità è sempre più centrale nella trasformazione delle imprese e diventa imprescindibile comprendere come i tre pilastri sostenibilità, welfare ed efficienza si integrano per poter costruire modelli di mobilità concretamente più responsabili, inclusivi e performanti, capaci cioè di incidere positivamente sulle persone, l’ambiente e la competitività aziendale”, dichiara Massimiliano Abriola, Head of Consulting & Arval Mobility Observatory Italia.
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