Arzignano, uccise il padre a coltellate: “non fu legittima difesa”. In carcere 18enne

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Il tribunale del riesame aveva scarcerato il 18enne Raoul Singh di Arzignano per l’omicidio del padre Arvinder dopo il suo arresto nell’agosto del 2020. Ma ulteriori indagini hanno stabilito che “non è stata legittima difesa”, così, nella tarda serata di lunedì, è stata eseguita dai carabinieri di Valdagno l’ordinanza del gip per la custodia in carcere. Il delitto era stato commesso nel pomeriggio del 19 agosto 2020 all’interno dell’abitazione dove il giovane risiede con la famiglia. L’uomo è stato ucciso con più colpi di coltello all’addome.

Il ragazzo aveva dichiarato di aver reagito per legittima difesa propria e della madre, raccontando che, al loro ingresso in casa, il padre ubriaco li aveva aggrediti con un coltello da cucina ferendolo al braccio e allo zigomo. Rauol aveva dichiarato di aver disarmato il genitore per poi colpirlo. A detta del figlio e della madre, Arvinder, a causa di problemi di alcolismo, si era reso responsabile di plurimi episodi di violenza che avevano spinto i congiunti a denunciarlo e ad allontanarsi dalla casa famigliare con l’aiuto del centro antiviolenza. In particolare Raoul aveva raccontato di essere stato aggredito dal padre con un coltello anche la sera prima dell’omicidio, mentre dormiva nella sua camera. In quell’occasione avrebbe riportato delle ferite al braccio e al volto a causa di un pugno sferrato dal genitore. La versione della difesa del giovane aveva convinto il tribunale del riesame di Venezia che, dopo l’arresto del giovane, aveva annullato la misura cautelare della custodia in carcere.

Le indagini svolte nei mesi successivi hanno ribaltato il quadro indiziario a carico di Raoul. La ricostruzione fatta dagli inquirenti ha smentito la versione dei fatti dell’omicida, a cominciare dalla presenza della madre. La geolocalizzazione dei cellulari ha rivelato infatti che la donna non era presente al momento dell’omicidio. L’autopsia su Arvinder ha poi riscontrato l’assenza di lesioni da difesa e la presenza di alcol e psicofarmaci a effetto sedativo, rivelando il probabile stato di incoscienza in cui si trovava l’uomo al momento dell’accoltellamento. L’esame del medico legale sul cadavere ha poi individuato sei distinte lesioni, contraddicendo le dichiarazione del figlio sulla reazione difensiva. Su Raoul, invece, le ferite riscontrate erano estremamente superficiali, di fatto abrasioni difficilmente compatibili con le caratteristiche lesive del coltello utilizzato.

Le indagini dei carabinieri hanno poi fatto luce sul fatto che i colleghi di lavoro di Avinder Singh hanno descritto l’uomo come una persona mite i cui problemi di alcolismo si erano ripresentati nel mese di febbraio 2020, dopo anni di quiete, a causa di una profonda crisi coniugale.