
L’andamento della gestione di Azienda Zero è diventato terreno di scontro e polemica politica in Veneto, con la maggioranza e l’opposizione che presentano visioni diametralmente opposte sui risultati dell’ente strumentale della Regione.
Ieri, a margine della seduta della Commissione sociosanitaria del Consiglio regionale, le dichiarazioni della Lega e del Partito Democratico hanno evidenziato le profonde divergenze sulla gestione della sanità veneta.
Brescacin (Lega): “In Azienda Zero Numeri positivi e risparmi record”

Sonia Brescacin (Lega-LV), Presidente della commissione sociosanitaria, ha difeso con forza il modello di Azienda Zero, definendola “un’idea del Presidente Luca Zaia nel 2016″. Secondo Brescacin, questa “scelta lungimirante continua a produrre risparmi da cui derivano maggiori e migliori servizi ai cittadini, innovazioni e diminuzione dei tempi nelle procedure di gestione della sanità regionale”. La consigliera ha affermato che i numeri consolidati del 2024 “confermano il buon esito della riforma”, mostrando un valore della produzione pari a 12.453 milioni di euro e costi per 12.308 milioni, con un risultato di esercizio di quasi 5 milioni di euro.
I risparmi nel 2024, ha sottolineato Brescacin, ammontano a ben 85,31 milioni di euro, attribuiti alla migliore gestione delle risorse umane e alla centralizzazione delle funzioni, in particolare nelle procedure di gara (94 bandite lo scorso anno, con una durata media di 4 mesi e 18 giorni). Anche sul fronte del personale, la Lega evidenzia l’indizione di 112 concorsi nel 2024, una media di uno ogni tre giorni. “Il Veneto è l’unica Regione a statuto ordinario a chiudere il bilancio sanitario in equilibrio e senza applicare l’addizionale IRPEF, garantendo l’adempimento dei livelli essenziali di assistenza autofinanziando anche una parte degli investimenti”, ha concluso Brescacin, ringraziando il personale di Azienda Zero e tutti i professionisti della sanità.
Camani (PD): “Lanzarin sfuggente, mancano trasparenza e qualità”

Di tutt’altro avviso la Capogruppo del PD, Vanessa Camani, affiancata dalle componenti dem della commissione Chiara Luisetto, Francesca Zottis e Anna Maria Bigon. Per Camani, attorno al bilancio di Azienda Zero e delle singole ULSS, che rappresenta l’80% dell’intero bilancio regionale, è “calata da parte dell’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Lanzarin una grave cortina fumogena”. La consigliera ha denunciato che “alle nostre numerose e precise domande, sono state fornite infatti risposte per nulla esaustive: un atteggiamento che priva ogni analisi e confronto della indispensabile trasparenza”.
Vanessa Camani ha criticato l’approccio che valuta il bilancio della sanità veneta “solo in termini di risparmi economici, senza valutare la qualità delle prestazioni”, definendolo un “modo sbagliato di valutare la performance di Azienda Zero”. Ha inoltre espresso dubbi sui presunti risparmi: “Ad esempio, si può pure risparmiare centralizzando le gare o facendo bandi unici per le assunzioni, ma se nessuno si candida per partecipare, il risparmio è davvero discutibile”. La capogruppo del PD ha infine ribadito che, aggiungendo l’atteggiamento “a dir poco sfuggente” dell’assessore, “risulta impossibile ogni ragionamento di prospettiva per garantire davvero una sanità pubblica ai cittadini veneti”.
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