
L’intitolazione di un luogo pubblico a Sergio Ramelli, lo studente aderente al Fronte della Gioventù picchiato a morte 50 anni fa a Milano, proposta con mozioni in diversi consigli comunali in tutta Italia, compreso nel vicentino, ha visto ieri l’approvazione della mozione da parte del consiglio comunale di Bassano del Grappa. La mozione – presentata dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Stefano Giunta (capogruppo), Elena Pavan, Deniz Caron e Gianluca Pietrosante – impegna il Sindaco e la Giunta a intitolare a Sergio Ramelli un luogo pubblico e a promuoverne l’inaugurazione coinvolgendo scuole, associazioni e cittadini, affinché la memoria di quel sacrificio sia patrimonio educativo per le generazioni future.
Quella nel consiglio comunale bassanese è stata un’approvazione sofferta, con il voto contrario del Pd, arrivata al termine di una lunga discussione, la cui eco non si è spenta il giorno dopo.
Giovine (FdI): “Voto contrario Pd vergognoso”
Il deputato vicentino di Fratelli d’Italia Silvio Giovine ha commentato con grande favore l’approvazione della mozione, criticando aspramente il voto contrario del Pd, definito una scelta inquietante: «Un ragazzo ucciso per le proprie idee non può essere oggetto di distinguo o riserve. Quando si fatica a riconoscere il valore universale di una storia come quella di Sergio, si violenta un’occasione di maturità istituzionale e civile. Ricordare e commemorare Sergio Ramelli significa costruire riconciliazione e consapevolezza.»
Giovine ha confermato poi l’impegno per una memoria condivisa, «capace di superare gli steccati ideologici e di unire l’Italia nel nome del rispetto, della democrazia e della libertà. Ringrazio i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia a Bassano del Grappa per la serietà e la determinazione con cui hanno portato avanti questa proposta.»
Anche il capogruppo FdI Stefano Giunta, primo firmatario della mozione, ha attaccato la presa di posizione del Pd: «Avevamo presentato questa mozione – ha dichiarato – nella speranza che, a distanza di 50 anni da quel terribile atto di violenza, la vicenda di Sergio Ramelli potesse diventare monito per le giovani generazioni e fossero maturi i tempi per una vera riconciliazione. L’opposizione di sinistra ha invece votato contro, confermando ancora una volta l’incapacità di superare vecchi stereotipi di contrapposizione ideologica ormai condannati dalla storia.»
Pd di Bassano del Grappa: “Ramelli: il ragazzo ucciso due volte”
Di tutt’altro segno i commenti del giorno dopo dei rappresentanti bassanesi del partito democratico, che in un comunicato stampa hanno esternato tutte le loro perplessità in merito alla scelta. Maria Di Pino, segretaria Dem di Bassano, ha riconosciuto la tragicità della vicenda di Sergio Ramelli, ricordando che «In quei tempi, gli anni di piombo, molti furono gli omicidi di matrice politica oltranzista ed antidemocratica, che percorsero il nostro Paese come un virus. Un virus che la nostra Democrazia costituzionale seppe debellare». Riguardo Ramelli però, Di Pino ha ricordato che «aderiva alla formazione giovanile del MSI, partito che fu erede più o meno dichiarato della RSI, quindi un partito neofascista, ed è proprio per questa sua appartenenza che oggi viene ricordato dalla destra che ci governa. Ci piaccia o no ammetterlo, ma questa è la realtà.» Secondo la segretaria del Pd bassanese, il fatto che uno dei consiglieri FdI abbia affermato che la richiesta di intitolazione di un luogo pubblico allo studente Sergio Ramelli sia “una questione identitaria” smentisce il presunto intento della mozione di ricordare, insieme a quel ragazzo, l’importanza della democrazia, condannando ogni forma di violenza. «Dopo gli interventi dei consiglieri di Fratelli d’Italia – concluso Di Pino – la cosa si è rivelata per quel che è: non il ricordo di una vittima, ma la riabilitazione anche qui, anche nella Bassano del 26 settembre, del neofascismo di allora».
La consigliera comunale Pd Paola Tessarolo ha evidenziato le incertezze della maggioranza e la lunga discussione sul tema, sul quale ad un certo punto sembrava essere possibile un accordo con la proposta di «ritirare la mozione per portare la discussione in commissione, al fine di ricordare tutte le vittime delle violenze politiche, del terrorismo e delle stragi che hanno insanguinato l’Italia di quegli anni in cui parole d’odio avevano trasformato l’avversario in nemico da abbattere. Quando siamo tornati in aula però qualcosa è cambiato, la maggioranza che si è attardata ha cambiato idea. A questo punto è parso evidente che Fratelli d’Italia ha imposto il riconoscimento della “sua” vittima strumentalizzando a fini identitari un tema che poteva essere invece l’occasione per costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche.»
Insomma, secondo il Pd bassanese, alla fine «il tema continua ad essere il fascismo e l’antifascismo, ridotto a tifoseria. Come se, tra l’altro, l’antifascismo possa essere un tema solo “di sinistra” anziché la spina dorsale della Costituzione e quindi della Repubblica, la sua base giuridica, ideale, culturale e morale.»
«Si tratta – ha concluso la segretaria Dem – di un inaccettabile, al contempo ambiguo e scoperto tentativo di revisionismo storico dissimulato da amore per la democrazia: strumentalizzare a tale scopo la morte di un ragazzo come Ramelli è come ucciderlo una seconda volta».