Bibbiano, il fango eretto a sistema. Zanettin: “regredita la tutela dei valori individuali di civiltà giuridica”. La soluzione? Chissà chi lo sa…

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Parliamo di Bibbiano: anche ora?
Parliamo di Bibbiano: anche ora?

Questa volta è toccato al sindaco di Bibbiano ma l’ennesima condanna mediatica definitiva di una persona (per la reputazione compromessa) e la decisione della Cassazione che lo “libera” tardivamente dalla detenzione, sia pure ai domiciliari, è l’ultimo replay di una storia che si ripete troppo spesso ormai.

E questo vale anche per fatti meno eclatanti che non raggiungono le cronache nazionali ma solo quelle locali, a volte paradossalmente ancora più crudeli, come può testimoniare personalmente chi vi scrive anche se più fortunato di altri per l’ambito familiare solido in cui ha potuto resistere al proprio killeraggio mediatico.

Che, una volta cessato per intrinseca inconsistenza, non si è trasformato, come sta ora succedendo anche al sindaco di Bibbiano, in un’attenzione moralmente risarcitoria ampia almeno come quella accusatoria e da… cassetta.

Parliamo, quindi, di Bibbiano (in attesa, comunque, di quelle che saranno le sentenze definitive) per riflettere su tutti i killerati (da alcuni pm, giudici a giornalisti superficiali) con Pierantonio Zanettin, avvocato, politico ed ex membro togato del Csm che mai evita domande e confronti di idee.

Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L’avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Onorevole, un Pubblico Ministero ti indaga o al massimo un gip ti rinvia a giudizio e la tua vita personale e familiare oltre che la tua attività politica, imprenditoriale, professionale o anche solo lavorativa sono compromesse perché, pure se poi assolto, l’odore delle accuse e del dubbio non si staccano più da te. 

Il  sindaco di Bibbiano è l’ultimo di  una lunga serie di cittadini stritolati dal sistema dei media, a fronte di un semplice avviso di garanzia o di una misura cautelare restrittiva della libertà personale. A lui tutto sommato è andata bene perchè la Cassazione ha annullato la misura cautelare dopo solo cinque mesi.

Tanti cittadini hanno dovuto attendere molto più a lungo. Purtroppo in Italia  viviamo una fare storica che ha determinato una pericolosissima regressione nella tutela dei valori individuali di civiltà giuridica.

La più recente legislazione appare inquinata da uno spirito manettaro e giustizialista, che non è degno del paese che ha dati i natali a Cesare Beccaria e che per secoli è stato considerato la culla del diritto.

L’ho detto in aula di fronte al Ministro Bonafede e continuerò a ripeterlo. Il Movimento 5 Stelle  sta trasformando l’Italia in uno stato di polizia giudiziaria, manette ed intercettazioni per tutti,  e vuole renderci sudditi, non cittadini.

Ma sulla vicenda di Bibbiano è stata la Lega Nord ad attaccare con maggior vigore. Ricorda la senatrice Bergonzoni indossare la maglietta su  Bibbiano al Senato?

Se vogliamo essere precisi è stato Luigi di Maio, quest’estate, il primo a dire che era impossibile accordarsi con il PD, “il partito di Bibbiano che toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock”,  e poi abbiamo visto tutti come è andata a finire

Forza Italia invece?

Forza Italia è e rimane un partito garantista, per questo mi ci trovo bene. Per il sottoscritto  un cittadino rimane innocente fino a sentenza definitiva, sia esso Silvio Berlusconi, il sindaco di Bibbiano o qualsiasi altro cittadino. Siamo l’ultima frontiera delle garanzie individuali contro la barbarie giacobina.

Come relatore della proposta di legge a prima firma Costa nella seduta del 20 giugno scorso alla Camera ho ricordato numeri  impressionanti: ogni anno circa 1.000 cittadini sono risarciti dallo Stato per essere stati vittime di errori giudiziari.

Dai dati, che sono stati messi a disposizione, le ordinanze emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze  a tale titolo sono state 1.012 nel 2014; 1.188 nel 2015; 1.001 nel 2016; 1.023 nel 2017 e 913 nel 2018.

Nel solo 2018 lo Stato ha pagato 47.976.056 di euro a titolo di indennizzo per ingiusta detenzione. Ovviamente, il dato del ristoro economico è solo sintomatico della gravità del fenomeno.

Nessuna somma potrà mai  risarcire chi ingiustamente ha perso il lavoro, la famiglia e comunque sempre la propria credibilità e il proprio onore. Va poi ricordato  anche che quella nostra proposta di legge è stata immediatamente affossata dalla maggioranza di governo.

Come si può arginare questa deriva?

Per il momento credo che non ci sia nulla da fare. Possiamo soltanto alzare la voce sperando, che qualcuno ci ascolti. Ogni giorno che passa la situazione si aggrava con fughe di notizie dagli uffici giudiziari che trovano pronti ad accoglierle ed amplificarle non pochi operatori dei media che, magari, non le verificano adeguatamente come facevano i cronisti di una volta che talvolta scoprivano, indagando “in proprio”, realtà diverse dalle narrazioni che arrivavano, per mille ragioni e altrettanti scopi, anche allora sulle loro scrivanie.

Il 1° gennaio prossimo entrerà in vigore l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, che sancirà il principio del “fine processo mai”.

Proprio in queste ore la Camera dei Deputati sta approvando, con il  voto di fiducia, il Decreto Fiscale con il quale si pretende  di estendere l’applicazione della confisca allargata, nata per contrastare i fenomeni di stampo mafioso, alla evasione fiscale superiore ai centomila euro.

Si vuole  applicare  una misura di sicurezza  dirompente, prescindendo dalla pericolosità sociale della persona. Essa avrà effetti devastanti sul mondo delle imprese. Ci resta solo da sperare che il Governo cada presto e così cambi anche il Ministro della Giustizia.

Su quest’ultimo auspico del deputato vicentino nostro intervistato, che è avvocato ed è stato membro laico del Csm e a cui ricordiamo un vecchio detto (“chi vive di speranza muore disperato…”), non siamo completamente d’accordo.

Non siamo allineati, intanto, perché temiamo più la Lega autoritaria come alleato predominante di una indebolita Forza Italia moderata e stritolata tra Salvini e Meloni, che un M5S che, forse, può essere incanalato verso un’evoluzione meno populista da un Pd, che, per quanto debole e compromesso (ma chi non lo è in Italia?), è più abituato a “stare” nelle Istituzioni.

Ma non siamo completamente d’accordo con Zanettin soprattutto perché, a differenza del fiducioso parlamentare vicentino, non vediamo la soluzione in un ennesimo cambio di governo, tipico dell’Italia repubblicana che ha avuto quasi più governi che non anni di vita, ma solo in un cambiamento radicale di un Dna italiano in metastasi ideale.

Ma, ecco la nostra personale angoscia, non sappiamo come si possa realizzare mentre chi fa finta di saperlo inneggia ai pieni poteri.