Boom di reati ambientali lungo le coste italiane

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ROMA (ITALPRESS) – Il 2024 è stato un anno nero per i nostri mari e le nostre coste. Cemento illegale, inquinamento, pesca di frodo e violazioni al Codice della navigazione: il bilancio dell’illegalità ambientale è pesantissimo. Secondo il rapporto Mare Monstrum 2025 di Legambiente, basato su dati delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, sono stati accertati oltre 25 mila reati, in aumento del 9% rispetto al 2023. Sommando anche gli illeciti amministrativi, il totale sale a quasi 70 mila violazioni, una ogni 105 metri di costa. Le regioni più colpite restano quelle a forte presenza mafiosa: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. La Campania guida la classifica con più di 4.200 illeciti. Al quinto posto il Lazio, seguito dalla Toscana. Se invece si guarda al rapporto tra reati e chilometri di costa, la maglia nera spetta alla Basilicata, con oltre 33 reati per chilometro. A preoccupare è soprattutto il ciclo illegale del cemento, che rappresenta il 41% del totale, con oltre 10 mila abusi edilizi. In forte crescita anche l’inquinamento, legato a depuratori inesistenti o malfunzionanti e scarichi illegali: quasi 8 mila reati, il 24% in più rispetto al 2023. In aumento anche la pesca di frodo e le violazioni del Codice della navigazione. Intanto Legambiente lancia un pacchetto di 10 proposte: dal ripristino dei poteri dei Prefetti per abbattere gli immobili abusivi, al potenziamento dei sistemi di depurazione, fino a misure più severe contro la pesca illegale e gli scarichi in mare. “Il nostro ecosistema marino – ha dichiarato il presidente nazionale Stefano Ciafani – è sotto assedio, ma non arretriamo di un passo. Servono investimenti, controlli e un cambio di passo deciso per difendere le nostre coste e il diritto al mare come bene pubblico”. Un appello che Legambiente rivolge a Governo, Regioni e Comuni, perché il Mediterraneo torni a essere patrimonio da tutelare e non terreno di conquista per gli interessi illegali.
mgg/azn