Bosco ex Lanerossi è salvo, PRC Vicenza: il TAV TAC arretra e la mobilitazione cittadina segna una vittoria politica

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Bosco ex Lanerossi resta
Bosco ex Lanerossi resta

La decisione di spostare il cantiere TAV salva il Bosco ex Lanerossi. Per PRC Vicenza è una vittoria dei cittadini e la prova che il progetto può essere modificato. Ora si chiede un tavolo reale con i comitati dei quartieri coinvolti.

La notizia è di quelle che segnano un passaggio politico forte: il Bosco ex Lanerossi è salvo e il cantiere TAV arretra. Non accade per caso, né per concessione dall’alto, ma perché un gruppo di giovani cittadini ha scelto di non restare in silenzio. Ha visto il pericolo, l’ha denunciato, ha mobilitato la città. E quella mobilitazione ha funzionato.

Rifondazione Comunista Vicenza rivendica, in una nota accorata, il valore politico e civile di questa vicenda. Il bosco — uno degli ultimi polmoni verdi urbani di quella parte di città — era destinato all’abbattimento totale. Soltanto la pressione pubblica, alimentata da un attivismo serio e informato, ha costretto Iricavdue e amministrazione comunale a trovare una soluzione alternativa. Il cantiere si sposta, il bosco resta. È il dato politico centrale: quando i cittadini si muovono insieme, anche i giganti si fermano.

Per PRC Vicenza questa è la prova che il TAV non è un destino inevitabile e immutabile. È un progetto che può essere modificato, corretto, ridimensionato a tutela dei quartieri e dell’ambiente. Un’opera, ricordano, calata sulla città senza un reale processo partecipativo e con un impatto urbano pesantissimo.

Il partito torna a sollecitare il sindaco Possamai: non bastano dichiarazioni soddisfatte a posteriori. Serve una gestione attenta e preventiva dei cantieri, ascoltando davvero i cittadini. La richiesta è chiara: istituire subito un tavolo tecnico-politico con i comitati dell’area est e dell’area ovest, oggi entrambi preoccupati per l’attraversamento del territorio da parte della nuova infrastruttura.

Non un tavolo simbolico, ma un luogo decisionale reale, con accesso agli atti, confronto trasparente e possibilità di incidere. Perché la lezione del Bosco ex Lanerossi è lampante: partecipare serve, organizzarsi funziona, resistere cambia le cose.

Rifondazione conclude ribadendo il proprio impegno: stare dalla parte di chi difende il territorio e immagina una Vicenza più verde, più giusta, più democratica.