
Dopo giorni di polemiche a Vicenza, la Regione Veneto chiarisce: nessun divieto alla preparazione di caldarroste all’aperto, l’esclusione degli operatori economici era un errore materiale nel Piano Aria. Consigliere regionale Chiara Luisetto (PD) e assessore comunale all’ambiente Sara Baldinato (PD): «L’ennesimo pasticcio della Giunta Zaia».
Le caldarroste tornano “legali” anche per gli operatori economici. Dopo giorni di confusione e polemiche, la Regione del Veneto ha trasmesso una nota ufficiale alla Provincia e al Comune di Vicenza chiarendo che il divieto alla preparazione di caldarroste all’aperto, contenuto nella scheda E.7.a del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (Prtra), era semplicemente un refuso.
Il caso era esploso nei giorni scorsi, quando l’assessore all’ambiente del Comune di Vicenza Sara Baldinato aveva comunicato — in base al testo del Piano Aria approvato ad aprile dalla Giunta regionale — che in caso di allerta arancione o rossa per l’inquinamento era vietato ai ristoratori e rosticcieri cucinare caldarroste o barbecue alimentati con combustibili solidi, come legna o carbone. La disposizione, ora risultata errata per responsabilità della regione Veneto, aveva suscitato ironie anche sulla stampa nazionale oltre che proteste in città, proprio alla vigilia della stagione autunnale.
Con la precisazione arrivata oggi da Palazzo Balbi, la Regione conferma che la preparazione di caldarroste è consentita con qualsiasi livello di allerta e per tutti i soggetti, pubblici e privati, purché nel rispetto delle altre norme di sicurezza e tutela ambientale. Restano invece valide le limitazioni per i barbecue all’aperto legati ad attività economiche nei giorni di emergenza smog.
Il Comune di Vicenza, tenuto ad applicare le indicazioni regionali, potrà ora aggiornare la propria ordinanza non appena il Tavolo tecnico zonale (Ttz) provinciale recepirà la nota.

Per la Regione, l’incidente è chiuso come un semplice errore formale. Ma per l’opposizione e molti cittadini, in primis Sara Baldinato, anche come assessore all’ambiente che si era dovuta subire accuse per responsabilità non sue, resta il simbolo di una gestione poco attenta che, tra burocrazia e refusi, rischia di “bruciare” anche il profumo d’autunno.

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera regionale del PD Chiara Luisetto, che ha commentato duramente: «Dalla Regione arriva l’ammissione di un errore: il riferimento alla preparazione di caldarroste era un refuso nel Piano Aria approvato dalla Giunta Zaia. È l’ennesimo pasticcio di questa maggioranza. Un amministratore locale non può fare altro che applicare le norme regionali, ma qui siamo di fronte a una superficialità preoccupante».
Insomma marroni e castagne possono riprendere ad essere liberamente arrostite per la gioia degli operatori, pochi per la verità, e dei consumatori, specialmente i bambini, ma a bruciarsi è ancora una volta la credibilità di chi emette certe norme, quando ben altre meriterebbero attenzione, e, per giunta, le diffonde senza neanche controllare dei refusi che pure dovrebbero balzare facilemnte all’occhio umano. A meno che non impervrsi anche a Venezia l’AI a tutto spino e senza controlli.,