Carlo Calenda ha appena annunciato in tv la sua candidatura a sindaco di Roma e ha chiesto l’appoggio del Partito Democratico. Calenda era stato eletto al Parlamento Europeo un anno fa dopo essere stato candidato come capolista dal Pd (qui il suo passaggio a Vicenza), salvo poi lasciare il partito tre mesi dopo. Era arrivato davanti al vicentino Achille Variati nel collegio Nordest, poi nominato Sottosegretario agli Interni.
In seguito Calenda ha fondato Azione,un nuovo, piccolo, partito , l’ennesima scissione dai Dem seguita da quella più rumorosa di Matteo Renzi. Nominato nel suo governo e in quello successivo di Gentiloni ministro dello Sviluppo Economico, Calenda durante un convegno nel 2018 con Paolo Gentiloni e Francesco Rutelli a Roma aveva dichiarato perentorio (sopra il video): “Se usassi il lavoro che ho fatto per Roma per candidarmi a sindaco sarei un cialtrone“, per poi ribadire: “io candidarmi? Neanche morto“.
Le sue parole di allora hanno già fatto il giro del web, tv e media, messe a confronto con il suo annuncio pronunciato pochi giorni fa: “mi candido“.
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