
La formazione dei futuri agenti della Palestina passerà per l’Arma dei carabinieri: il nostro Paese ha già offerto la propria disponibilità, accolta dagli Stati Uniti, e al momento non è escluso che le attività di addestramento delle future forze di polizia di Gaza possano svolgersi in Italia, con l’ipotesi Vicenza sul tavolo.
A chiarire che i nostri militari non lavoreranno alle attività di training nella Striscia è lo stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto: “C’è un limite che non dobbiamo superare ed è la sicurezza dei nostri militari. Siamo disponibili a fornire carabinieri per addestrare le future forze palestinesi quando tutto sarà finito. Non lo faremo a Gaza né a Rafah ma in un luogo esterno per garantire la sicurezza del nostro personale”, spiega il ministro.
Per questo, lo Stato maggiore della Difesa italiana sta conducendo uno studio allo scopo di individuare il luogo più adatto in cui poter addestrare le forze di polizia della nuova Gaza. Tutte le opzioni restano sul tavolo.
Al momento la valutazione è che se dovesse proseguire la situazione di tensione a Gerico – dove un nucleo di istruttori dell’Arma ha già operato nella missione bilaterale ‘Miadit Palestina’ – si aprirebbero le ipotesi per formare gli agenti in Giordania o in Egitto.
Anche l’Italia è un’eventualità presa in considerazione. Questo viste le numerose esperienze maturate dal Centro di eccellenza per le Unità di polizia di stabilità (Coespu).
La struttura dei carabinieri, che ha sede a Vicenza, forma nel nostro territorio le unità di polizia impiegate in operazioni di pace. Utilizza metodi già sperimentati con altre forze straniere (in particolare Paesi africani, ma anche forze specializzate ucraine) e basati sull’insegnamento del modello sperimentato dai carabinieri nel corso delle varie missioni all’estero.
L’addestramento da parte dei carabinieri, il possibile intervento di sminatori per le bonifiche nella Striscia e il supporto di personale sanitario sono solo alcuni degli argomenti che Crosetto potrebbe affrontare venerdì prossimo con il capo del Pentagono, Pete Hegseth, durante la sua visita al Dipartimento della Difesa negli Stati Uniti.
Non c’è quindi solo l’addestramento dei gazawi. Un altro tema potrebbe essere l’utilizzo delle basi Nato in Italia così come la formazione dei piloti americani, belgi, arabi e di altri Paesi nella futura scuola di addestramento per top gun a Trapani. Restano poi da affrontare le questioni sull’approvvigionamento di armi per l’Europa e degli aiuti italiani all’Ucraina nel conflitto con la Russia.








































