Carceri italiane al collasso: a Vicenza sovraffollamento e criticità, il grido d’allarme dell’Associazione Coscioni

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Carcere di Vicenza

Le condizioni delle carceri italiane continuano a destare profonda preoccupazione, con un quadro di sovraffollamento e carenze strutturali che emerge chiaramente dalle relazioni delle Aziende Sanitarie Locali, anche a Vicenza.

L’Associazione Luca Coscioni ha reso pubbliche queste relazioni, ottenute tramite un accesso civico, offrendo uno sguardo su una realtà spesso opaca. Il carcere di Vicenza non fa eccezione, mostrando un deterioramento evidente rispetto all’anno precedente.

Focus Vicenza: un quadro in peggioramento

Nell’istituto di pena di Vicenza, la situazione è allarmante. La relazione della ULSS competente evidenzia un sovraffollamento significativo: al 29 maggio 2025, si contavano 357 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 278 posti. Questo dato, che porta il tasso di occupazione ben oltre la soglia massima, si aggiunge a criticità strutturali. Le cucine non sono idonee dal punto di vista igienico-sanitario e le celle destinate ai detenuti in regime di semilibertà risultano anch’esse sovraffollate, contribuendo a un quadro generale di peggioramento rispetto al 2023.

La situazione regionale del Veneto: criticità diffuse

Il caso di Vicenza si inserisce in un contesto regionale che vede le carceri del Veneto versare in condizioni sempre più critiche. Le relazioni inviate da diverse Aziende Sanitarie Locali (come Aulss 1 Dolomiti, Aulss 2 Marca Trevigiana, Aulss 3 Serenissima) denunciano situazioni “al limite della vivibilità”. Tra le problematiche più ricorrenti emergono il sovraffollamento, carenze igieniche, infiltrazioni, muffa e l’assenza di servizi essenziali come l’acqua calda e impianti di areazione.

A Belluno, si riscontrano infiltrazioni, muffa, carenza di docce, infissi da sostituire e celle senza acqua calda, con sezioni chiuse per inadeguatezza strutturale. Treviso è definita “di sovraffollamento evidente”, con 231 detenuti su 141 posti, mancanza di docce, acqua calda, muffe persistenti e arredi logori. A Venezia, sebbene le strutture di Santa Maria Maggiore e Giudecca siano monitorate, persistono questioni irrisolte relative alla restrizione fisica e alla sicurezza. Verona Montorio, infine, supera la capienza di oltre 230 persone, con celle disordinate, prive di raffrescamento e acqua calda, e una situazione particolarmente grave nelle camere per l’osservazione psichiatrica.

Il contesto nazionale: un sovraffollamento oltre il 134%

Il problema del sovraffollamento e del degrado non è certo limitato al Veneto, ma riflette una emergenza nazionale. Secondo i dati aggiornati al 29 maggio 2025, in Italia si contano 62.722 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti. Di questi, ben 4.488 non sono disponibili, portando il tasso di sovraffollamento complessivo a un drammatico 134,29%.

L’Associazione Luca Coscioni ha denunciato che, nella stragrande maggioranza dei casi, negli istituti di pena italiani non sono stati effettuati nemmeno interventi di ordinaria amministrazione, una negligenza che si acuisce in presenza di un sovraffollamento così elevato. L’Associazione continuerà le sue azioni legali per denunciare la negligenza dell’Amministrazione penitenziaria e il mancato rispetto delle raccomandazioni sanitarie da parte del Ministero della Giustizia. Per segnalare in modo anonimo e sicuro violazioni del diritto alla salute nelle carceri, dal 2024 è attiva la piattaforma FreedomLeaks.