Elezioni del 25 settembre: Caro Gas e materie prime latita nei programmi: il monito del mondo produttivo

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Caro Gas e materie prime assente nei programmi elettorali. In questo senso arrivano critiche e richieste dal mondo produttivo italiano. Il timore generalizzato è che saranno ancora molte le imprese costrette a chiudere a fronte di costi per l’energia diventati insostenibili.

In merito a questo tema, oggi, abbiamo anche riferito di come in Veneto alcuni settori si organizzano per resistere, in questo periodo di ripresa delle attività. Puoi consultarlo cliccando qui.

­Quanto alle critiche sul tema “Caro gas e materie prime”, oggi, si registra quella proveniente da Lorenzo Mattioli di Confindustria HCFS.

“Le imprese italiane – dice – stanno subendo e assistendo, con enorme preoccupazione, ad ulteriori impennate dei costi energetici, gas in particolare, e delle materie prime. Il comparto dei servizi lancia un grido d’allarme nel bel mezzo di una campagna elettorale che sta ignorando questi temi, proprio a ridosso della ripartenza delle attività.

Il facilty, la ristorazione collettiva, le lavanderie industriali: i costi lievitano rendendo insostenibile il rispetto dei contratti in essere. Cosa sarà delle mense scolastiche a settembre? Su chi peseranno gli aumenti?

Sicuramente sulle imprese, e poi sugli utenti finali. Non vogliamo arrivare a sospendere alcun servizio, ma la strada obbligata sarà questa se non si penserà ad interventi strutturali che tutte le forze politiche dovrebbero mettere al primo posto dei loro programmi politici candidandosi alla guida del paese reale”, conclude Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs e di Efci, l’associazione europea delle imprese dei servizi.
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parole dello stesso tenore arrivano anche da Felice Granisso, Ceo di TeaTek azienda del settore delle rinnovabili e della gestione delle risorse idriche.

“Il caro energia – sostiene – è pericolosamente al margine di questa campagna elettorale. Vedo solo tanta propaganda, e poche soluzioni concrete. La questione deve tornare primaria: il settore e con esso tutte le imprese che vedono nei consumi energetici un fattore di costo imponente ha bisogno di proposte che vadano oltre l’emergenza.

Occorre fare il punto sulle prospettive per le rinnovabili, dare slancio ai nuovi impianti laddove la burocrazia sta fermando ingenti investimenti. Se non accadrà tutto questo, molte aziende di ogni dimensione, tra qualche settimana dovranno decidere se continuare o chiudere la propria attività”.