Caso Silva. Il Pd vicentino teme una Miteni bis e “richiama” il Sindaco di Montecchio Pecalcino: «Che aspetta a dire la sua?»

244
caso silva, presentata interrogazione al ministro pichetto fratin rifiuti impianto montecchio

Il Pd Vicentino è sempre più sul chi va là riguardo il caso Silva: le risposte date dall’azienda in merito al progetto di ampliamento dell‘impianto di smaltimento rifiuti speciali non hanno fugato le preoccupazioni, anzi la paura è che si possa ripetere il disastro ambientale del caso Miteni.

Tutti gli esponenti del Pd si sono espressi nettamente contro il piano industriale, chiedendo al sindaco di Montecchio Precalcino di unirsi al no già espresso da altre istituzioni. La Consigliera regionale Chiara Luisetto ha detto chiaramente che le risposte della ditta non bastano: “La pericolosità dell’impianto rimane questione aperta. Quello che sappiamo ad oggi è che ci troviamo davanti ad un’azienda senza allacciamento fognario, che andrà a stoccare più di 150 tipi di rifiuti pericolosi in un’area di ricarica della falda, da cui attingono non solo i quasi 14.000 abitanti del comune di Dueville ma anche numerosi comuni padovani. Credo che le istituzioni preposte, in primis la provincia, non possano esentarsi dalle proprie responsabilità e far pesare sulle comunità interessate un tale rischio ambientale”.

Luisetto ha invocato una presa di posizione chiara anche dalla Regione, in considerazione dello studio dell’Ato Bacchiglione sulle aree di salvaguardia, fondamentali in termini di tutela da minacce alla falda: “Attendo la risposta dell’Assessore all’interrogazione che abbiamo presentato mesi fa. Abbiamo già visto cosa può accadere quando non si tutela un territorio: il disastro pfas è una lezione che è costata e costa molto cara, pagata con la salute delle persone. Continueremo a monitorare e a porre attenzione sul tema. Nei prossimi mesi vogliamo organizzare un incontro sulla tutela della risorsa idrica a Dueville: vorrei contribuire a dar voce e ascoltare il comitato che si sta tanto battendo per la questione».

Anche la deputata Rosanna Filippin a maggio aveva presentato un’interrogazione al ministro sul tema: «Sono arrivate risposte dall’azienda, ma dell’opinione dei decisori pubblici non si sa ancora nulla. È giusto esprimersi avendo chiari tutti gli aspetti tecnici del piano, ma non possiamo declassare il caso a una questione puramente tecnica. È una questione politica. In che tipo di territorio vogliamo vivere? Che modello di sviluppo desideriamo seguire? Ma alla fine la vera, grande domanda è: diamo priorità alla salute o allo sviluppo economico? Per noi non ci sono dubbi: la salute prima di tutto»

Il Segretario provinciale del PD Davide Giacomin arricchisce il coro dei no: «La situazione è davvero preoccupante: siamo di fronte a un piano industriale che, per la stessa autorità di bacino, è incompatibile con il quadro ambientale dell’area». Anche Giacomin invoca la presa di posizione del sindaco di Montecchio Precalcino: «Non ha ancora scelto cosa fare? Non l’hanno convinto le parole di ATO, ViAcqua, Acegas Aps Amga o del “nobel per l’acqua” Rinaldo? Visti i pareri tecnici finora espressi, non vi è dubbio: il piano industriale non può essere approvato. Dobbiamo evitare una seconda Miteni e noi, come Partito Democratico, siamo e sempre saremo al fianco delle comunità locali».

Il concetto del rischio ambientale viene ribadito dai coordinatori di circolo di Dueville, Farida Bocchese, e Montecchio, Lauro Paoletto: «Approvare il progetto vorrebbe dire mettere a repentaglio la potabilità dell’acqua, l’equilibrio ecosistemico e la qualità dell’aria. In un ambiente, come quello dall’Alto Vicentino, già duramente provato, un ulteriore carico non può che aggravare la situazione ambientale e sanitaria. La questione ha anche una forte valenza sovracomunale e quindi chiediamo che l’amministrazioni di Montecchio ascolti i campanelli di allarme che vengono dalle altre amministrazioni. Fino ad ora c’è stato un silenzio imbarazzante».