C’è il decreto su fondo per vittime BPVi, Veneto Banca e 4 banche risolte: il 20 in Comune lo illustrerà VicenzaPiù a “tutti!” con appello a valutarlo nel solo interesse dei soci

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Ora è chiaro che sulla scrivania del Governo c’è un decreto che VicenzaPiu.com ha subito pubblicato ieri in esclusiva e che può essere emanato in poche ore per, poi, una volta partito senza ulteriori e dannosi indugi, migliorarlo in alcuni punti. Lo abbiamo finalmente potuto leggere ed analizzare con i tecnici delle associazioni (che hanno partecipato ieri a Padova a un incontro con la stampa a cui VicenzaPiù era presente, ndr). Lunedì 20 agosto alle 12 a Palazzo Trissino (sede del comune di Vicenza), Corso Palladio n. 98 secondo piano Sala Chiesa, lo rileggeremo grazie anche al sindaco Francesco Rucco che sarà presente per il saluto iniziale e per “ascoltare”.

Il sindaco ha, infatti, concesso la sala a VicenzaPiu.com, che segue da anni la tragedia delle ex Popolari venete e che ha organizzato l’incontro con tutta la stampa, tutte le associazioni, tutti i legali e tutti i politici, locali, provinciali, regionali e nazionali, invitati con mail specifica o tramite questa nota pubblica.

Pubblichiamo quanto scrive al riguardo Franco Conte, presidente di Codacons Veneto ai suoi associati ma ci permettiamo di aggiungere come destinatari tutti i soci azzerati dal flop della Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle 4 banche risolte nel cui esclusivo interesse promuoviamo l’incontro (su un “fatto” come il decreto) di lunedì che, dopo la conoscenza puntuale dei contenuti reali e non immaginati del decreto stesso, ci auguriamo possa portare a un confrontoche, nel solo interesse dei soli soci, porti a fare, magari di più, e non solo a frenare col rischio di perdere il tempo del mai perchè “l’ottimo è nemico del bene”.

 

La nebbia si sta alzando – dice quindi Conte – . Per noi il Decreto (sul Fondo di ristoro per le vittime di reati finanziari, ndr) già pronto per la pubblicazione, rappresenta la risposta adeguata alle nostre richieste. Eventuali dubbi e miglioramenti possono essere risolti in fase di applicazione.

E’ urgente rendere operativi i rimborsi: quasi 1500 risparmiatori, con sentenza o lodo ridotto a carta straccia, appena diventasse operativo il Fondo non avrebbero bisogno nemmeno di istruttoria. Infatti il pagamento diverrebbe automatico alla presentazione di sentenza o lodo direttamente allo sportello del Fondo.
Immaginate 1500 persone che ricevono i soldi: tutta la comunità dei risparmiatori passerebbe dalla disperazione alla fiducia e finalmente il numero verde “InOltre” attivato dalla Regione, che in questi anni ha raccolto la disperazione di migliaia di risparmiatori, cesserebbe di squillare.

Non c’è più alibi per la politica: si dia una mossa.
Basta interviste, dichiarazioni, tattiche di partito. Basta all’ esibizionismo per la corsa ad una poltrona di parlamentare europeo.
Si passi ai fatti. Si pubblichi il decreto e vi si destinino le risorse già NEL CASSETTO DEL MINISTRO e DERIVANTI DAI F0NDI DORMIENTI PARI AD ALMENO 1.600 MILIONI DI EURO.
Il vecchio Governo non ha avuto le palle per procedere alla pubblicazione, ma gli va riconosciuto il merito di un buon testo di decreto.
Questo Governo dimostri di avere veramente a cuore i risparmiatori, di non volerli utilizzare in una campagna elettorale senza fine.
Pubblicare il decreto è una vittoria della “buona politica”, quella che mette al centro il bene comune e scaccia gli esibizionisti, gli egoismi, gli interessi di bottega.
Per questo, per avere giustizia dobbiamo mobilitarci.

Siamo a disposizione per spiegare meglio le opportunità del Decreto, già pronto, e raccogliere il consenso responsabile per un

FORTE APPELLO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE:
MANTENGA LA PAROLA DATA IL 24 MAGGIO u.s. , E DIA UNA PROVA CONCRETA DI CERCARE LA BUONA POLITICA .
Sarebbe utile che chi ha sabotato sino ad oggi il Fondo ed il connesso decreto senza conoscerlo, ora che lo ha potuto leggere e valutare si rendesse conto di quanto sia utile per i risparmiatori e collaborasse a ricostruire l’unità delle associazioni.

Abbiamo un decreto pronto e ci sono soldi già a disposizione: se non ora quando?
Non possiamo più aspettare. Noi ci stiamo mettendo cuore e competenza ma senza la Partecipazione fatichiamo invano.

Segnalate la disponibilità a partecipare, organizzate le macchine per contenere i costi”.

 

In allegato un articolo de Il Corriere del Veneto di oggi che bene puntualizza la situazione.

«Venete, decreto entro settembre Già in 1.500 attendono i rimborsi»

VENEZIA «Ci sono almeno 1.500 persone, con un titolo esecutivo in mano, che potrebbero in Veneto aver recuperato tutto il denaro perso nell’azzeramento dei titoli delle ex banche popolari che avevano in portafoglio». A sostenerlo è Franco Conte, presidente regionale di Codacons, associazione che ieri, assieme ad altre dodici sigle di consumatori e di risparmiatori, in un vertice a Padova ha inviato un appello al Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, perché sia firmato entro settembre il decreto attuativo del fondo di ristoro istituito con l’ ultima Legge finanziaria, di cui hanno diffuso per la prima volta la bozza.

Quello elaborato nella precedente legislatura e fortemente promosso dal senatore Giorgio Santini e dal sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, entrambi del Pd, e che aveva individuato una dotazione di cento milioni di euro da ripartire in quattro anni. Pochi, si è sempre riconosciuto. Ma sufficienti a partire già nel 2o18 con i primi 25 milioni e, soprattutto, con la possibilità di abbondanti rifinanziamenti attingendo dai 1.6oo milioni congelati nei «conti dormienti». Il decreto attuativo, quello che dovrebbe dare lo start ai rimborsi, con il recente «Milleproroghe» è stato fatto slittare a fine ottobre. Ma le associazioni temono che intanto possano intervenire variazioni, magari nelle intenzioni migliorative, ma tali da ritardare ancora la messa a terra del provvedimento. Il cui testo, finalmente, è entrato in possesso dei comitati e sarà descritto lunedì a mezzogiorno, nel municipio di Vicenza. Il documento contiene alcuni tratti fondamentali che, a detta delle associazioni favorevoli, «risolvono da subito il 90% dei problemi». Sono previsti, ad esempio, l’assenza di limiti per l’ammontare del danno subito e di condizionamenti di «reddito e stato patrimoniale» dei soggetti danneggiati dal default di Veneto Banca e Bpvi. La procedura per presentare l’istanza, inoltre, è piuttosto semplificata e non vi sarebbero ostacoli per pagare immediatamente chi abbia ottenuto a proprio favore un pronunciamento «di una sentenza, anche di primo grado, o di un lodo divenuto esecutivo» da parte, ad esempio, dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf). Il regolamento non pone «limitazioni di data e o di modalità di come si sia entrati in possesso delle azioni» e l’accesso al fondo è aperto anche ai risparmiatori che, nella primavera del 2017, abbiano accettato l’Offerta pubblica di Transazione (Opt) avanzata dai due istituti riscuotendo in questo modo una somma pari a circa il 15% del danno subito. In questo caso la rifusione avverrebbe per la quota residua. Il criterio di assegnazione delle quote di ristoro, come detto, avverrebbe secondo il momento di presentazione delle domande e per il 100% della somma richiesta fino ad esaurimento della dotazione. La «scaletta» riprenderebbe l’anno successivo, con al primo rifinanziamento del Fondo, da dove si è interrotta.

Nel caso di gruppi collettivi, ad esempio una famiglia, e se alla fine di ogni tranche rimanesse un importo non sufficiente a coprire il credito di ciascun componente, avverrebbe una ripartizione proporzionale del residuo. Le quote mancanti, anche in questo caso, verrebbero saldate in automatico (cioè senza bisogno di presentare nuove istanze) con il rimpinguamento del serbatoio dell’anno dopo. «Per avere tutto questo basta una sola firma del governo», insiste Conte. Puntuali le contestazioni dell’associazione «Noi che credevamo nella Bpvi»: «Quello di Baretta è un fondo finto – scrivono – e al sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, abbiamo chiesto noi da mesi, inutilmente, un incontro».

di Gianni Favero, da Il Corriere del Veneto