
CGIL Vicenza ha illustrato stamattina alla stampa le motivazioni dello sciopero generale del prossimo 12 dicembre contro la Legge di Bilancio e il segretario generale Giancarlo Puggioni si è soffermato anche sul programma della manifestazione: il corteo partirà dal parcheggio di fronte alla Fiera di Vicenza alle ore 9.00, sfilerà lungo viale della Scienza e ritornerà al punto di partenza, passando dalla rotatoria di Vicenza Ovest (con fine prevista intorno alle ore 11.30 circa).
A Puggioni hanno dato manforte anche i membri della Segreteria della Camera del Lavoro: Giulia Miglioranza (segreteria organizzativa), Massimiliano Bianco (delega su politiche industriali, salute e sicurezza) e Natascia Frabetti (delega su artigianato e terziario).

La CGIL Vicenza sta attualmente raccogliendo le adesioni ed ha organizzato oltre 150 assemblee nei luoghi di lavoro, con attività di volantinaggio e iniziative in videoconferenza (per quanto riguarda le ultime manifestazioni il volume di partecipanti si è aggirato intorno ai 2000-5000); lo sciopero generale, che coinvolgerà l’intero mondo del lavoro, pubblico e privato, riguarderà solo CGIL e non le altre organizzazioni sindacali.
Le premesse dello sciopero:
Questa manovra di Governo non interviene con azioni volte a migliorare alcuni settori e a soddisfare le richieste fatte dal sindacato anche ai precedenti governi; l’assenza di risposte e la non disponibilità a trattare da parte di chi dovere ha portato a stabilire questo sciopero.
- Lavoratori e pensionati negli ultimi tre anni hanno pagato 25 miliardi di tasse in più a causa del drenaggio fiscale (conseguente alla mancata indicizzazione dell’Irpef).
- Con la nuova Legge di Bilancio il finanziamento del SSN in rapporto al Pil scenderà nel 2028 sotto il 6%; già oggi quasi 6 milioni di persone rinunciano a curarsi perché non se lo possono permettere. Mancano le risorse destinate anche per le scuole, l’assistenza agli anziani, per garantire il diritto alla casa e per migliorare il trasporto pubblico.
- Va in peggiorando la Legge Fornero con un ulteriore aumento dell’età pensionabile e l’azzeramento di ogni forma di flessibilità in uscita.
- Siamo un Paese a crescita zero e in fase di deindustrializzazione, si contrae la condizione lavorativa per le nuove generazioni che scelgono la fuga all’estero.
Con la nuova manovra si va profilando un Paese sempre più povero – dove i ricchi sono sempre più ricchi -, con una spinta sempre maggiore alla sanità privata, la crisi dell’industria e tanti (troppi) investimenti nelle armi (scelta fatta dal Governo perché “con la vendita si può dare respiro all’economia”).

Gli obiettivi dello sciopero:
Lo sciopero mira a protestare per cambiare la Manovra di Bilancio del Governo sulla base delle richieste sindacali:
- Sostenere le vertenze aperte di tutte le categorie, in particolare in merito al rinnovo dei contratti scaduti e al rialzo dei salari, con l’estensione della quattordicesima ai pensionati.
- Fermare l’innalzamento dell’età pensionabile.
- Dire no al riarmo e investire su sanità, istruzione e servizi pubblici.
- Contrastare la precarietà (il 73% delle nuove assunzioni nel 2024 era caratterizzato da contratti a tempo determinato o di somministrazione).
- Avere vere politiche industriali e del terziario, anche in ragione dell’attuale rivoluzione digitale e dello stato di deindustrializzazione.
- Una riforma fiscale equa e progressiva.
- Avere una tutela della salute e sicurezza sul lavoro, cambiando il sistema degli appalti e contrastando la precarietà.
“Oggi le tasse pesano enormemente e troppo sul lavoro dipendente e non pesano in ugual misura sul lavoro autonomo, sui profitti delle imprese e sulle rendite finanziarie. Abbiamo chiesto di intervenire su questo, di introdurre la progressività delle imposte anche sulle altre forme di reddito. E l’altro elemento importante è che abbiamo un’inflazione che, secondo l’ultima indagine, a ottobre e novembre, soprattutto sui generi di prima necessità, ha avuto un balzo del 24%” dichiara Puggioni.
Nel confronto con il Governo, CGIL ha chiesto inoltre come intendesse utilizzare le tasse provenienti dal lavoro indipendente (più di 20 miliardi di entrate), il riscontro è stato che di questo se ne “occupano loro”...
Salute e sicurezza sul lavoro
Proprio sulla sicurezza sul lavoro si è soffermato il tavolo, poiché da gennaio ad oggi nella provincia di Vicenza 19 lavoratori hanno perso la vita svolgendo la propria professione, seconda solo a Verona (22 morti); lo scorso anno (in tutto il 2024) i morti sono stati 6, dunque il numero è triplicato, e l’anno non è ancora finito. Sono in aumento anche le denunce degli infortuni, vicine a 11.000 casi, è sottointeso che non tutti denunciano, chi per paura e chi perché gli viene intimato dal datore di lavoro; le fasce più colpite risultano anziani e precari, e il 42% degli infortunati (dato regionale) è straniero.
Alla domanda dal pubblico sul perché aumentino gli infortuni, Puggioni ha sottolineato come la maggioranza avvenga in condizioni di lavoro precario legato al sistema appalti/subappalti (tema dell’ultimo referendum), anche perché spesso si aggiudica il lavoro l’azienda che propone un’offerta al ribasso, in alcuni casi dunque risparmiando sulla stessa sicurezza.
Altra ragione è la mancanza di controlli: “Oggi il datore di lavoro è conscio che al massimo i controlli possono arrivare una volta ogni 15/20 anni, quindi può scegliere di far svolgere la professione anche in cattive condizioni di sicurezza, tanto nessuno va a vedere” ha detto Puggioni.
Infine, morti e infortuni sono legati alla condizione di precarietà relativa alle norme sull’immigrazione: uno straniero privo di cittadinanza (la cui permanenza è legata al rapporto di lavoro) e con contratto a termine perché connesso alla durata dell’appalto risulta molto ricattabile, perché il pane lo deve portare a casa e può sottoporsi anche a condizioni di lavoro pessime, pur di guadagnare.
Il tema della salute e sicurezza si intreccia direttamente con il taglio di figure fondamentali quali Spisal e Ispettorato del lavoro. CGIL Vicenza con CISL e UIL hanno richiesto un incontro con il Prefetto per ottenere un tavolo di confronto (che non si riunisce da oltre un anno), in cui verranno sottolineate le necessità di sicurezza ormai troppo trascurate.

In chiusura, il segretario generale ha indicato i principali temi dell’impegno sindacale per il 2026, che saranno principalmente quattro: il primo è la tenuta del sistema produttivo, con l’impennata di richieste di cassa integrazione da parte delle aziende (pur a volte in anticipo e non poi effettivamente utilizzata), andrà attenzionato se si tratta di un momento di incertezza oppure se può sottendere a una crisi più profonda. C’è poi il tema della casa, sono circa 1.700 le famiglie solo in città a non essere in grado di sostenere il costo di affitto o già sottoposte a sfratto, pur lavorando.
Rispetto al sottofinanziamento statale sarà da capire che conseguenze ci saranno sulla sanità pubblica, dunque servizi pubblici, liste d’attesa e qualità del servizio. Infine, il tema della mobilità e dell’infrastruttura, in particolare la grande opera dell’alta velocità sul quale, essendoci un ritardo nella tabella di marcia dei lavori, potrebbero esserci ripercussioni su alcune zone della città.




































