
Un diritto fondamentale come la mobilità rischia di trasformarsi in un privilegio per pochi, almeno per chi convive con forme gravi di diabete. È l’allarme lanciato dalla consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto, che ha presentato un’interrogazione all’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin per chiedere misure urgenti di sostegno per chi deve rinnovare la patente per diabetici.

«I costi degli esami medici richiesti per il rinnovo della patente gravano interamente sulle persone diabetiche – denuncia Luisetto –. Parliamo di decine di migliaia di veneti che, già colpiti da una patologia cronica, si trovano a dover affrontare spese significative e ripetute, spesso ogni pochi anni. È una discriminazione che rischia di limitare la libertà di movimento e, di fatto, la qualità della vita».
In Veneto, ricorda la consigliera, i malati di diabete sono circa 300.000: il 5% con diabete di tipo 1, il resto con diabete di tipo 2. Una popolazione vastissima, che spesso vive nei piccoli comuni dove l’automobile resta l’unico mezzo per raggiungere servizi essenziali, cure, lavoro e attività quotidiane.
La situazione è particolarmente gravosa per chi presenta complicazioni: non solo deve sottoporsi ad accertamenti più costosi, ma si vede anche ridurre i tempi di validità della patente, con rinnovi più frequenti e dunque ulteriori spese.
«Il risultato – prosegue Luisetto – è che a molti cittadini si finisce per negare un diritto elementare: potersi muovere liberamente. Non è accettabile che la gestione della malattia comporti un aggravio economico insostenibile. La Regione non può voltarsi dall’altra parte: servono risposte e un impegno concreto per garantire equità».
Con la sua interrogazione, la consigliera chiede all’assessora Lanzarin di chiarire se e come la Regione intenda intervenire per sostenere i pazienti diabetici nel percorso del rinnovo patente, alleggerendo i costi e offrendo soluzioni alternative.
«Non bastano slogan – conclude Luisetto –. Occorre agire subito, perché il diritto alla mobilità è anche diritto alla salute, al lavoro e alla dignità».