Chiusura negozio per paura: autorità tenta nuovamente rimpatrio marocchino. Negoziante al Corveneto: “Non mi sono sentita sola”

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Questura di vicenza solo 3 nuovi agenti chiusura negozio

Si profila un nuovo tentativo di allontanamento e rimpatrio per il cittadino marocchino la cui vicenda ha destato preoccupazione a Vicenza, portando persino alla temporanea chiusura di un negozio nel centro storico.

Nella giornata di oggi, è attesa l’emissione di un nuovo decreto di espulsione a suo carico (con accompagnamento presso CPR in Sardegna o Sicilia).

L’uomo – ricordiamo la vicenda -, ha in più occasioni preso di mira la signora Margherita Parolin, commerciante del centro di Vicenza, fino a che il questore non ha emesso nei suoi confronti un Daspo Willy e l’allontanamento dalla città con rimpatrio in Marocco.

Di conseguenza, nei giorni scorsi, era stato portato al CPR di Gradisca d’Isonzo. Qui, tuttavia, era stato inaspettatamente rilasciato dopo essere stato giudicato incompatibile con la permanenza da un medico della struttura.

Così, ha fatto rientro a Vicenza. Non solo, è stato avvistato nuovamente nei pressi del negozio preso di mira e la proprietaria si è vista costretta suo malgrado ad abbassare temporaneamente la saracinesca.

Una vicenda che è divenuta un caso nazionale per la sua particolarità nella generalità del problema sicurezza avvertito in molte città d’Italia. La politica, a vari livelli, da quello comunale a quello parlamentare (leggi qui) è intervenuta citandola.

Oggi, Il Corriere del Veneto in edicola, riporta una intervista alla commerciante che ha ringraziato per gli attestati di solidarietà ricevuti da colleghi, cittadini, componenti sociali, politiche e forze dell’ordine della città. Tanto da non “sentirsi sola”, ha detto al collega Federico Murzio.

Vorrei che questa vicenda portasse a una legge “Fuori subito”: sei un delinquente? Te ne vai immediatamente. Non possiamo tollerare che persone del genere rimangano a fare ciò che vogliono. L’Italia è una nazione che ha dignità, deve tutelare i propri cittadini”, uno dei passaggi più significativi dell’intervista.

E ancora: “Se questa persona ha subito un’espulsione significa che si è comportato in modo tale da giustificare un provvedimento del genere. Ora ci dicono che non sta bene ma lo dobbiamo curare noi, in Italia? È inaccettabile. Mi chiedo come un medico che certamente conosce le conseguenze della sua scelta possa avere firmato il certificato”, ha detto Margherita Parolin.

E, in riferimento alla scelta di chiudere il negozio ja ribadito: “Il negozio resta chiuso fino a quando non lo imbarcate.