
La casa è sempre più un lusso, anche per chi lavora. È il quadro che emerge dalla nuova indagine del Centro Studi Cisl Vicenza, che per la prima volta ha analizzato in modo capillare il costo medio di affitto e acquisto in tutti i Comuni della provincia, incrociando i dati con i redditi medi e con le risposte di oltre mille lavoratori intervistati.

Secondo lo studio, in 96 Comuni su 113 il costo dell’abitazione in affitto supera un terzo del reddito medio disponibile, una soglia considerata limite di sostenibilità economica. E in molte zone il peso è ben più alto: “Nell’Altopiano dei Sette Comuni – spiega il segretario generale Cisl Vicenza Raffaele Consiglio – l’affitto di un appartamento di 50 metri quadri, comprese le bollette, arriva a pesare fino al 72,5% del reddito medio pro capite. Anche in città come Bassano e Vicenza il costo supera il 39% del reddito.”
Le difficoltà, sottolinea la ricerca, non riguardano solo le aree più richieste del mercato, ma anche i centri minori, dove alla scarsità di alloggi si sommano redditi più bassi. L’indagine mette in luce come, tra chi ha cercato casa in affitto negli ultimi anni, il 73% segnali canoni troppo alti e il 40% una scarsa disponibilità di immobili, mentre oltre il 16% denuncia discriminazioni e il 13% l’impossibilità di offrire garanzie a causa della precarietà lavorativa.
Il problema è ancora più pesante per giovani e donne. Nella fascia d’età 25-29 anni, il reddito medio da lavoro dipendente si ferma a 17.600 euro annui, contro una media provinciale di oltre 25.000. In questa categoria l’affitto di un piccolo appartamento a Vicenza assorbe quasi la metà dello stipendio (47%), rendendo l’indipendenza abitativa un obiettivo quasi irraggiungibile.
“L’emergenza abitativa non riguarda più solo chi è in condizioni di indigenza, ma anche chi ha un lavoro stabile – aggiunge Consiglio –. I costi eccessivi e la carenza di alloggi minano la possibilità di formare una famiglia e riducono l’attrattività del territorio per nuovi lavoratori.”
Per la Cisl è tempo di nuove politiche abitative, capaci di superare la logica emergenziale: “Serve rilanciare l’edilizia popolare e sperimentare modelli misti pubblico-privati – conclude Consiglio –. Il diritto alla casa deve tornare ad essere una priorità, perché non può esserci equilibrio tra casa e lavoro se vivere dove si lavora diventa impossibile.”








































