Citato da Pietro Orlandi in tv su pista di Londra, Vittorio Baioni: “L’ho querelato”

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“Sono caduto dalle nuvole quando ho sentito il mio nome tirato in ballo nel caso Orlandi, non ho mai avuto rapporti con la famiglia; tra l’altro non sono mai stato a Londra”. Così Vittorio Baioni oggi in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.

A fare il nome di Baioni era stato Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, nel corso di un’intervista televisiva, chiedendo di approfondire la pista di Londra perché era stato contattato via internet da una persona che si qualificò con quel nome dandogli particolari sul caso di Emanuela, collegati all’Inghilterra, per poi sparire e chiudere ogni contatto.

“Non ho inviato io le email a Pietro Orlandi e dopo che è stato fatto il mio nome sono andato in procura per farmi sentire e l’ho querelato. Questa situazione, ormai da oltre un anno, mi ha molto danneggiato” ha detto Baioni.

L’uomo, 69 anni, era finito nelle inchieste sui Nar negli Anni ’80, condannato in primo e secondo grado per reati legati alla detenzione di armi, ed è stato poi assolto in via definitiva dalla Cassazione. “Conoscevo Cristiano Fioravanti, ma non ho mai fatto attività politica con lui”, ha detto Baioni rispondendo alle domande della Commissione e spiegando che quando Emanuela scomparve “ero ancora in carcere”.

“Sono stato additato come il carceriere di Emanuela, capisco il dolore di Pietro ma prima di fare il mio nome in tv doveva svolgere verifiche più approfondite. Il 90% di quelli che chiamano sono mitomani” ha concluso.

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