Cittadinanza, Massimiano Zaramella a favore del Sì al quinto referendum: “È una questione di giustizia, non di burocrazia”

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Referendum cittadinanza, blitz del comitato promotore: logo su facciata Palazzo Chigi
Referendum cittadinanza, blitz del comitato promotore: logo su facciata Palazzo Chigi

Il presidente del Consiglio comunale di Vicenza si schiera apertamente per il sì al quesito referendario sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno. “Ignoranza e paura non possono dettare legge. Ogni bambino senza cittadinanza è un’occasione persa”.

Massimiliano Zaramella
Massimiliano Zaramella

“Parliamo di cittadinanza, sì. Ma parliamo soprattutto di dignità, di giustizia, di riconoscimento”. Parole nette, quelle con cui Massimiliano Zaramella, presidente del Consiglio comunale di Vicenza, interviene con un contributo personale nel dibattito sul quinto quesito referendario dell’8 e 9 giugno, dedicato alla riforma della cittadinanza.

Pur non avendo vissuto direttamente l’esperienza di chi si vede negata la cittadinanza pur essendo cresciuto e integrato in Italia, Zaramella sottolinea come l’empatia nasca da una lunga storia di accoglienza vissuta in famiglia, sia come ospiti che come ospitanti. Una sensibilità costruita nel tempo, dice, che oggi si traduce in una posizione politica chiara: sì alla riforma della cittadinanza, perché “non possiamo più accettare che milioni di persone che vivono tra noi siano ancora percepite come ‘ospiti’ o ‘di passaggio’”.

Il nodo centrale del quesito referendario – promosso da un comitato trasversale di associazioni e forze civiche – riguarda il diritto alla cittadinanza per chi risiede stabilmente in Italia da anni e per i loro figli minori. Oggi, il nostro ordinamento prevede tempi lunghi e procedure complesse, anche per chi lavora, studia e contribuisce economicamente e socialmente alla vita del Paese. Per Zaramella, tutto questo non è solo un problema amministrativo: è una ferita civile.

“Ogni bambino che cresce in Italia senza cittadinanza è un’ingiustizia che si ripete – afferma –. È un’occasione mancata, che mina la fiducia nell’integrazione e nella coesione sociale”.

Nel suo intervento, non manca un messaggio forte contro le logiche del sospetto e della paura: “Ignoranza e paura sono i principali nemici di una crescita etica e sociale. Dove c’è ignoranza, nascono pregiudizi. Dove c’è paura, si costruiscono muri”.

E alla vigilia del voto, Zaramella invita cittadini e cittadine a non sottovalutare la posta in gioco: “L’8 e il 9 giugno non scegliamo solo su una norma. Ma su un principio: che Paese vogliamo essere”.

Un messaggio che unisce responsabilità istituzionale e visione civica. Un sì non urlato, ma motivato. E per molti, da oggi, forse anche condiviso.