Classici Contro a Vicenza, “Eris. Archeologia del conflitto”

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Classici Contro

Riprende, di città in città in tutta Italia, il cammino del progetto Classici Contro dell’Università Ca’ Foscari per mettere insieme i pensieri intorno alle difficoltà dei nostri giorni: al tempo della guerra, maledetta e funesta come nell’Iliade di Omero.

La rassegna è organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza con Alberto Camerotto, Filippomaria Pontani, Stefania Portinari, Daniela Caracciolo, Dino Piovan per l’Università Ca’ Foscari Venezia, Dipartimento Di Studi Umanistici, con le Gallerie d’Italia – Vicenza, l’Associazione Italiana di Cultura Classica Venezia e in collaborazione con alcuni licei della città e della provincia di Vicenza (Liceo classico Antonio Pigafetta di Vicenza, il Liceo Classico G.B. Brocchi Bassano Del Grappa, il Liceo classico G. Zanella Schio, Liceo Classico G. Trissino Valdagno – Liceo Classico F. Corradini Thiene).

Il tema, più che mai attuale, è Eris. Archeologia del conflitto. La parola greca eris, accanto a polemos, significa contesa, scontro, lotta, guerra, ma anche confronto, emulazione, competizione. L’umanità è fatta di queste cose. Può essere utile, allora, ragionare sugli archetipi, per capire quello che siamo, ma anche per cercare le vie che ci permettono di superare la lotta di tutti contro tutti che, a quanto pare, sta dentro di noi.

La città di Vicenza sarà, venerdì 14 e sabato 15 aprile, il cuore del progetto, con le azioni civili e culturali tra i fregi degli eroi e dei duelli dell’Iliade alle Gallerie d’Italia – Vicenza (alle 17) e al Teatro Olimpico di Vicenza (alle 20.30): il teatro di Andrea Palladio e la scena di Tebe dalle sette porte sono il simbolo più impressionante di Eris, ossia di ciò che significa il conflitto, con la prima guerra fratricida della storia tra Eteocle e Polinice, i figli di Edipo. Un luogo fatto per pensare, in maniera differente.

Il primo giorno, venerdì 14 aprile, aprono le discussioni Carmine Catenacci (Università G. D’Annunzio Chieti Pescara) ed Egidio Ivetic (Università di Padova) sul confronto tra Oriente e Occidente. Mentre la lotta dentro la città, la stasis o la guerra civile, tra l’Atene antica e l’Italia del ‘900, è all’Olimpico il tema del dibattito tra Cinzia Bearzot (Università Cattolica di Milano) e Miguel Gotor (Università Tor Vergata di Roma); opportunamente, gli allievi del Liceo Pigafetta metteranno in scena brani dei “Sette contro Tebe”.

Il secondo giorno, sabato 15 aprile, si parla di Amazzoni, di donne e guerra, tra immagini e i testi, antichi e moderni, con Raffaella Viccei (Università Cattolica di Brescia) e con il laboratorio di ricerca di Aletheia Ca’ Foscari, con in azione Katia Barbaresco, Anna Baldo, Federica Leandro, Ludovica Consoloni. All’opera saranno a Palazzo Leoni Montanari le sperimentazioni più avanzate di ricerca e condivisione per la vita della polis dai laboratori dei Classici Contro. All’Olimpico, la sera del sabato, si ragiona sulle parole delle donne di fronte alla guerra con la linguista Elisabetta Gola (Università di Cagliari) e con le studiose di Letteratura greca Elisabetta Biondini (Siracusa, Aletheia Ca’ Foscari) e Valeria Melis (Università di Cagliari). Mentre chiude il percorso l’intervento d’eccezione di Claude Calame, grande classicista e direttore all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi: ci racconta qualche storia sugli agoni al femminile nel mito e nella Grecia antica. Ad accompagnare i discorsi, sul palco dell’Olimpico gli studenti del Liceo Pigafetta metteranno in scena Il Sogno di Giocasta, con la regia di Andrea Dellai.

Sul conflitto, insomma, è bene riflettere e avere un po’ di idee, anche antiche. È questo il pensiero che condividono con le istituzioni cittadine del Comune, delle Gallerie d’Italia e del Liceo Pigafetta di Vicenza, Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani, alla direzione del progetto Classici Contro di Ca’ Foscari, insieme con Stefania Portinari, Daniela Caracciolo e Dino Piovan: “Certo, nel mondo anestetizzato di oggi, il mondo del “super” e del “wonderful”, si può anche pensare di espellere Eris dalle nostre vite, di nascondere il conflitto e di neutralizzarlo da quelle che pensiamo essere le nostre gioie e i nostri successi. Potrebbe però non essere una buona idea. Anzi, non è possibile. Sotto forma di stasis, sotto forma di echthra, sotto forma di polemos, Eris spunta sempre, e quando nessuno le bada lancia una mela e cambia le sorti della storia. È quello che abbiamo visto accadere in questo anno nel cuore dell’Europa, tra Russia e Ucraina. Più sensato – anche se più faticoso – provare ad affrontarla, l’Eris cattiva, a trasformarla in buona per quanto si può, a indagare i sensi dello zelos, tra gelosia, invidia ed emulazione; e a capire – senza infingimenti – per quali inesorabili dinamiche l’anthropos è portato naturaliter a misurarsi coi propri simili anche a costo di sopraffarli, o di sopprimerli. Saper pensare è già un primo passo verso la pace, il buon governo, la giustizia, le virtù che fanno la vita civile e la speranza di una qualche felicità tra gli uomini. A porsi queste domande, sicuramente, servono i Classici.”

Ingresso libero, con prenotazione obbligatoria per il Teatro Olimpico.

Informazioni, programma e prenotazioni alla pagina: http://virgo.unive.it/flgreca/Eris2023Vicenza.htm

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Fonte: Classici Contro, “Eris. Archeologia del conflitto” , Comune di Vicenza

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