
PALERMO (ITALPRESS) – In Sicilia le Piccole e medie imprese pagano più tributi rispetto alla media nazionale, mentre Agrigento è la città maglia nera, ovvero quella in cui le Pmi pagano di più in assoluto in Italia. È quanto emerge dal Rapporto “Comune che vai fisco che trovi”, elaborato dall’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese del Dipartimento politiche fiscali e societarie di Cna, e presentato stamani a Palermo da Cna Sicilia, presso la Sala Mattarella del Palazzo dei Normanni.
Il Rapporto, giunto alla settima edizione, analizza il Total Tax Rate (l’incidenza di tutte le tasse e i contributi sul reddito d’impresa) e il Tax Free Day (il giorno dell’anno a partire dal quale si inizia a guadagnare per sé). Nel 2024 in Sicilia il Total Tax Rate è pari al 53,1%, al di sopra della media nazionale del 52,3%. Il Tax Free Day per le imprese dell’isola si colloca al 12 luglio. Ciò significa che le aziende siciliane hanno pagato in media lo 0.8% in più rispetto alle altre imprese italiane e utilizzato gli utili generati dall’1 gennaio al 12 luglio solo per pagare i tributi.
Scendendo nel dettaglio dei capoluoghi, Agrigento detiene il primato italiano di tassazione più alta, con un Total Tax Rate del 57,4% e un Tax Free Day che slitta al 28 luglio. Uno scarto di 11,1 punti in più rispetto a Bolzano, il capoluogo con il più basso Total Tax Rate, pari al 46,3%. Al di sopra della media nazionale anche Catania (54,9%, Tax Free Day 19 luglio), Messina (53,9%, Tax Free Day 15 luglio), Trapani (52,7%, Tax Free Day 11 luglio), Siracusa e Caltanissetta (52,4%, Tax Free Day 10 luglio). Sotto la media nazionale, invece, si posizionano Enna (50,9%, Tax Free Day 4 luglio), Palermo (51,7%, Tax Free Day 7 luglio) e Ragusa (51,9%, Tax Free Day 8 luglio).
“Abbiamo voluto organizzare quest’incontro per fare il punto della situazione su argomenti che a noi stanno particolarmente a cuore come tassazione e fiscalità – sottolinea il presidente di Cna Sicilia, Filippo Scivoli -. Il quadro della Sicilia non è assolutamente positivo: siamo partiti da uno studio che mette a fuoco come in tutte e nove le province dell’isola si registri una pressione fiscale superiore al 50% e che alcune siano vicine al 60%; se a questo ci uniamo i problemi atavici che vivono già le nostre imprese ci rendiamo conto che c’è poco da stare allegri. Oggi vogliamo partire da questa riflessione, confrontandoci con le istituzioni per elaborare proposte finalizzate ad alleviare i problemi cui le nostre imprese sono costrette ogni giorno”.
Piero Giglione, segretario di Cna Sicilia, evidenzia come “abbiamo voluto mettere in evidenza le differenze che ci sono sul nostro territorio: Agrigento è fanalino di cosa sul fisco, le nostre imprese pagano il 57% sul guadagno a fronte di una media nazionale del 52%. Ci sono inoltre differenze importanti tra i vari territori: noi chiediamo che ci sia una maggiore omologia sul fisco, non è possibile vedere una provincia che paga più o meno di altre e che i nostri imprenditori abbiano costi superiori rispetto ad altre regioni. Tari, Imu e spese comunali devono essere riviste e lo vogliamo fare qui all’Ars, chiedendo all’assessore all’Economia e al presidente della commissione Bilancio di intervenire, perché in Sicilia c’è un problema fisco: come Cna vogliamo rilanciare un tavolo tecnico dove trovare degli strumenti affinché i nostri imprenditori possano risparmiare ed essere competitivi rispetto agli altri”.
“Come Cna – aggiunge Giovanna Aiello, coordinatrice Ufficio fiscalità indiretta di Cna Nazionale – sosteniamo da tempo che la tassazione si colloca in un sistema iniquo. Un sistema che non contrasta efficacemente la concorrenza sleale degli evasori, non premia la fedeltà fiscale degli imprenditori onesti e non agevola le nuove imprese. Nonostante l’introduzione di obblighi complessi come la fatturazione elettronica, che espone le aziende a possibili errori e sanzioni, non si è riusciti a debellare l’evasione. È urgente trovare un equilibrio tra livello delle aliquote e tendenza all’elusione. Riconosciamo i passi avanti compiuti, ma molto resta da fare per un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese”.
“La Regione Siciliana – spiega Alessandro Dagnino, assessore regionale all’Economia – ha recentemente ottenuto dal governo nazionale l’attuazione dello Statuto in materia finanziaria sotto il profilo della possibilità di introdurre agevolazioni fiscali. La fiscalità locale è particolarmente elevata. Sicuramente interverremo già nella prossima legge di stabilità dando anche ai Comuni la possibilità di aumentare la capacità di riscossione delle entrate fiscali proprie, in modo tale da consentire di ottenere il risultato di far pagare tutti i cittadini e poter così abbassare la pressione fiscale individuale”.
“E’ chiaro che dobbiamo anche intervenire sulla parte del personale, la decontribuzione – dichiara Dario Letterio Daidone, presidente della Commissione Bilancio dell’ARS – che potrebbe comportare una grossa spinta per l’avvio delle nuove imprese e per aiutare le imprese in difficoltà. In questo momento, dal punto di vista della programmazione comunitaria, abbiamo tante risorse. Possiamo fare tanto per il mondo artigiano, ci stiamo lavorando”. (ITALPRESS).
– foto xd8/Italpress –
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