Come viene stimato il rischio nelle compagnie assicurative?

93
Compagnie assicurative
Compagnie assicurative

Quando si chiede un preventivo RC Auto o Moto, dietro la risposta c’è un lavoro statistico notevole. Le compagnie non “inventano” il prezzo: stimano la probabilità che l’assicurato causi un sinistro e il costo atteso di quel sinistro.

Da qui nasce il premio puro, al quale si sommano i costi di gestione, la remunerazione del capitale e le imposte.

È un processo in gran parte quantitativo e legato alla statistica, con analisi e studi condotti da figure chiamate attuari. Il prezzo incorpora anche scelte di politica assuntiva, come sconti selettivi o limiti di accettazione per profili considerati più rischiosi.

Il profilo di rischio non dipende da un solo fattore. Contano l’età alla guida e l’anzianità di patente, la provincia di residenza e le aree di circolazione, l’auto o la moto assicurata con la sua potenza e il valore dei ricambi, la percorrenza annua e l’uso prevalente, lo storico dei sinistri e la classe di merito, il cui funzionamento, non sempre di facile intuizione, è spiegato su siti di approfondimento o di confronto, come ad esempio Facile.it.

Ma cosa succede dopo un incidente con responsabilità? I sistemi bonus-malus prevedono un peggioramento di classe e, quindi, un aumento del premio nelle annualità successive; i meccanismi variano per formula contrattuale e compagnia, ma il principio resta: più alto è il rischio evidenziato dai sinistri, più il prezzo cresce.

Dalla statistica al premio: cosa misura il rischio assicurativo

Per stimare il rischio, gli attuari scompongono il problema in due grandezze: frequenza e severità. La frequenza è la probabilità che un assicurato con certe caratteristiche causi almeno un sinistro in un dato periodo; la severità è il costo medio del sinistro per quel profilo.

Moltiplicando le due si ottiene il “costo atteso annuo” per polizza, cioè il premio puro. Su questa base si applicano i caricamenti per spese e utile, ottenendo il premio lordo che si vede nel preventivo.

I dati, in sostanza, alimentano i modelli predittivi che associano a ogni “fattore di rating” una variazione del rischio. Conta anche dove si guida, perché aree con traffico intenso o alta incidentalità hanno frequenze maggiori. Lo stesso vale per il mezzo che si guida, perché vetture potenti o costose da riparare hanno severità superiori. E per finire, conta il quando, perché circolare di notte o nei weekend cambia l’esposizione al rischio.

Lo storico di guida e la classe di merito

La storia di guida è il fattore più “parlante” per una compagnia, perché traduce il rischio potenziale in esperienza osservata. L’attestato di rischio fotografa gli ultimi anni, riportando sinistri pagati o riservati con responsabilità e il numero di annualità senza sinistro. I sistemi bonus-malus trasformano questa storia in una classe di merito: senza sinistri si scende progressivamente e si accede a premi più bassi; con sinistri responsabilizzanti si sale e si paga di più.

Dopo un incidente con responsabilità, l’assicurato in genere risale di più classi e subisce un malus, che si traduce in premio più alto nelle annualità successive. L’entità del rincaro dipende da quanti sinistri sono avvenuti nel periodo di osservazione, dalla classe di partenza, dalle regole di quella compagnia e dal mix di garanzie attive.

Fattori tecnici e scelte utili per pagare il giusto

Negli ultimi anni sono aumentati i costi dei sinistri materiali, perché i veicoli integrano sensori, ADAS e componenti che richiedono manodopera specializzata e ricalibrature. Questo spinge la severità all’insù e incide sul premio. Hanno un peso anche le dinamiche dei danni alla persona, regolate da tabelle risarcitorie e da prassi liquidative che le compagnie monitorano con attenzione. Sul fronte frodi, gli investimenti antifrode e l’uso di dati telematici aiutano a contenere eventi anomali, con benefici diffusi sulla tariffa.

Come far fronte ai rincari? La prima soluzione è quella di installare la scatola nera e guidare con prudenza, un modo che premia nei rinnovi perché fornisce dati oggettivi su chilometri, stili, orari e aree, riducendo l’incertezza per l’assicuratore.

Quindi indicare una percorrenza annua realistica evita extracosti in caso di scostamenti marcati. Servono poi dei massimali adeguati, utili per proteggersi dai rischi gravi senza incidere eccessivamente sul premio. E per finire, si raccomanda di curare la manutenzione e l’uso dei sistemi ADAS, in modo da ridurre la probabilità e la gravità dei danni.