Competitività UE, Draghi su Il Sole 24 Ore: “L’Europa deve agire insieme come mai prima”

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Ha parlato di competitività dell’Ue Mario Draghi, ex premier italiano e da settembre 2023 incaricato del futuro dell’Unione proprio su questo tema dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.

L’ex presidente della Banca centrale europea lo ha fatto di recente a Bruxelles in occasione di un evento e a qualche settimana dalla presentazione del suo rapporto sul futuro della competitività europea, anticipandolo di fatto per grandi linee. Ha infatti parlato della necessità di un cambiamento radicale basato soprattutto sulla cooperazione in quei settori poco integrati. E ha parlato di “unione dei mercati dei capitali”, considerandola uno strumento prioritario per raccogliere denaro fresco e rilanciare la crescita UE.

Le sue esternazioni sono state raccolte in un articolo de Il Sole 24 Ore, a partire dalla considerazione di vivere in un mondo nuovo che necessità di regole nuove: “Il nostro processo decisionale e i nostri metodi di finanziamento sono stati concepiti per il “mondo di ieri”, ossia pre-Covid, pre-Ucraina, pre-scoppio della crisi in Medio Oriente, prima del ritorno della rivalità tra le grandi potenze – spiega Mario Draghi –. Abbiamo bisogno di un’Unione europea che sia adatta al mondo di oggi e di domani. Di conseguenza, nella relazione che il presidente della Commissione europea mi ha chiesto di preparare proporrò un cambiamento radicale, perché è ciò che serve”.

Il quotidiano economico cita il discorso di Draghi che ha individuato tre ambiti nei quali l’unione deve intervenire al più presto: ricorso efficace alle economie di scala a livello continentale, finanziare beni pubblici europei e garantire risorse indispensabili tra materie prime e manodopera.

Questi tre filoni – spiega l’ex banchiere – ci devono indurre a riflettere su come organizzarci, su cosa vogliamo fare insieme e su cosa mantenere a livello nazionale. Per garantire la coerenza tra i diversi strumenti politici, dovremmo sviluppare un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche. Se ciò non fosse possibile, in casi specifici dovremmo essere pronti a considerare la possibilità di procedere con un sottoinsieme di Stati membri.

È quanto ad esempio si ipotizza nell’ambito finanziario con alcuni stati, tra essi l’Italia, che spingono per la creazione di un mercato unico. Queste le considerazioni, anche alla luce delle dichiarazioni di Draghi, fornite per Il Sole da Beda Romano che firma l’articolo: “Si calcola che vi sia un monte-risparmio in Europa di 33 mila miliardi di euro, e che ogni anno 300 miliardi siano investiti all’estero. La frammentazione del mercato unico in campo finanziario è diventata nei fatti un ostacolo alla crescita. Francia e Italia premono per fare passi avanti rapidi; più freddi alcuni piccoli paesi che temono di subire la marginalizzazione del loro centro finanziario: il Lussemburgo, l’Irlanda, l’Olanda. Berlino si sta spostando (lentamente) verso Parigi e Roma.

Della questione si occuperanno anche i capi di Stato e di governo che si riuniranno oggi e domani a Bruxelles. Ancora incerte erano ieri le conclusioni dei Ventisette su un tema politicamente delicato: «Rispetto ai ministri delle Finanze, i leader sono meno conservatori», notava però ieri un diplomatico. Più in generale, la competitività sarà il piatto forte del summit, sulla scia della presentazione del rapporto sul futuro del mercato unico preparato dall’ex premier Enrico Letta”.

Fonte: Il Sole 24 Ore