
Le categorie economiche stanno manifestando grande preoccupazione per i possibili effetti dei dazi al 30% annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui prodotti italiani, che rischiano di compromettere gravemente l’economia italiana: per scongiurare la crisi, l’unica strada, come sottolineato in una recente nota di Confcommercio nazionale, è quella di negoziare intensamente. Anche il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo conferma la preoccupazione espressa a livello nazionale, soprattutto considerando la vocazione all’export della provincia berica: “C’è forte preoccupazione per i risvolti che gli annunci di Trump potrebbero avere sull’economia del nostro territorio. La soluzione fondamentale è negoziare, negoziare e negoziare”.

Il presidente Piccolo evidenzia che le aziende più vulnerabili, che maggiormente risentirebbero dei dazi al 30%, sono quelle che esportano negli Stati Uniti, tra cui quelle della meccanica, della moda, dell’arredo e dell’alimentare, che operano anche nel settore del commercio all’ingrosso. “Ad essere colpite sono in prima istanza tutte quelle aziende, non solo produttive ma anche commerciali come quelle dell’ingrosso, che esportano negli Stati Uniti – spiega Piccolo – e nel nostro territorio sono davvero tante”. Questa situazione, secondo lui, avrebbe però ripercussioni sull’intera filiera di produzione e distribuzione, portando a una perdita di ricchezza e a rischi occupazionali che si rifletterebbero sui consumi, sui negozi, sui pubblici esercizi e sull’economia vicentina in generale.
Per questo motivo, Confcommercio Vicenza si unisce all’appello: “Esploriamo strenuamente ogni possibilità di negoziato”. La nota della Confederazione nazionale ricorda che, considerando sia le esportazioni di beni europei verso gli USA sia quelle di servizi statunitensi (come quelli tecnologici e finanziari) verso l’Europa, lo sbilancio commerciale tra USA e Ue nel 2024 è di circa lo 0,55% del PIL statunitense, ovvero circa 161 miliardi di dollari su oltre 29mila miliardi di dollari di scambi totali. “Non saranno certamente i dazi a risolvere il deficit di lungo corso della bilancia commerciale statunitense”, si evidenzia.
Dunque, la negoziazione resta l’unica strada possibile, perché “vi è un solidissimo interesse comune all’accordo”, conclude Confcommercio nazionale.