Congedi Parentali, il vademecum della Consulta per le politiche di genere di Vicenza

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Scopri i Congedi Parentali per vivere meglio il tuo ruolo di genitore”, questo lo slogan con cui la Consulta per le politiche di genere del Comune di Vicenza presenta un vademecum realizzato per far conoscere le opportunità più recenti che la legge italiana assicura a padri e madri che lavorano e hanno uno o più figli minori di 12 anni.

L’iniziativa è stata illustrata nei giorni scorsi a Palazzo Trissino dalla vicesindaca con delega alle pari opportunità Isabella Sala, insieme al direttore provinciale dell’Inps Graziano Numa, alla consigliera comunale della commissione Diritti e pari opportunità Cecilia Bassanello e ad alcune rappresentanti del tavolo di lavoro composto, oltre che da Bassanello, da Ida Grimaldi, consigliera comunale con delega alla Prevenzione e contrasto delle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro, Mirta Corrà, dell’associazione Città delle Donne, Veronica Grillo del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Vicenza, Carla Marcheluzzo della Cisl, e dalle consulenti del lavoro Sara Gecchele, Amelia Muraro e Daniela Saccardo.

“Il congedo parentale – ha premesso la vicesindaca Isabella Sala – è stato recentemente potenziato dal legislatore, ma ci vuole del tempo perché prenda piede. Con questo vademecum, promosso dalla Consulta per le politiche di genere del Comune su input dell’amministrazione, che ha fatto propria la mozione dei consiglieri comunali Cecilia Bassanello e Giacomo Bez, vogliamo diffondere la conoscenza del Congedo Parentale per far percepire come la sua applicazione flessibile e combinata con altri sostegni alla genitorialità, permetta alle mamme e ai papà maggior intercambiabilità e condivisione rispetto all’accudimento dei figli fino ai 12 anni di età.

Rassegnare le dimissioni non deve essere una scelta obbligata rispetto alla carriera lavorativa, anche se per lungo tempo le madri hanno pensato fosse la sola soluzione, né deve essere lasciato ai soli padri l’onere del mantenimento della famiglia, che spesso comporta dover rinunciare ad alcuni momenti importanti della crescita dei figli. Ecco che allora esistono strumenti normativi di conciliazione, come i Congedi Parentali, che possono essere scelti da entrambi i genitori rendendoli più sostenuti e felici, con effetti positivi sulla famiglia tutta”.

“Lo scorso anno – ha ricordato la consigliera comunale Cecilia Bassanello – con il consigliere Giacomo Bez, entrambi del Partito Democratico nella Commissione Quinta sui Diritti e le Pari Opportunità, abbiamo presentato una mozione sui Congedi Parentali, chiedendo che il sindaco e la giunta si impegnassero, per quanto di loro competenza, a facilitare l’applicazione di questo diritto in tutte le sedi opportune, affinché il congedo parentale diventasse ancor più diffuso e praticato e nel sentire comune. Dopo avere preso atto che lo strumento dei congedi parentali è poco conosciuto nelle sue varie possibilità di utilizzo, e che i padri sono ancora socialmente disincentivati a richiederlo, è stato individuato quale modo di diffusione della conoscenza di queste opportunità un formato di informazione diffusa improntata sullo stimolare la curiosità dei genitori con bimbi piccoli di saperne di più”.

La direzione provinciale dell’Inps ha a sua volta sostenuto il progetto, valorizzandolo con una revisione tecnica del contenuto e degli esempi presentati.

“Tutti questi istituti assistenziali e sociali, che vedono l’INPS come applicatore di norme statuite dal Legislatore – ha detto il direttore provinciale dell’Inps Graziano Numa – pongono l’ente sempre più nell’ottica di regolatore nazionale del welfare. Si va sempre più da un Istituto visto come ente pagatore della previdenza, verso un ente che si propone come centrale nel benessere, anche sociale, dei cittadini/utenti. Ciò anche attraverso un welfare generativo, che prevede una migliore organizzazione e un diverso utilizzo, più mirato, delle risorse disponibili”.

Di qui la decisione di realizzare un pieghevole interattivo, con rimandi a pagine web che danno risposte laddove il genitore è interessato a saperne di più.

La normativa infatti è alquanto complessa, perché si differenzia molto nella sua applicazione in base al tipo di lavoro che il genitore svolge, in particolare se dipendente o autonomo. Per non rischiare di tralasciare qualche specifica, senza dover riscrivere il testo unico, si è preferito lasciare all’approfondimento al singolo o alla coppia interessati, dando loro una traccia sulle definizioni base e su come si sarebbero potuti muovere per saperne di più, con un link di rinvio alle pagine dell’INPS o con i contatti utili per avere anche uno sportello dove confrontarsi per il loro caso specifico.

Sono stati inoltre inseriti link ad alcuni esempi reali, frutto dell’esperienza delle consulenti del lavoro che fanno parte del tavolo di lavoro.

Innanzitutto nel pieghevole viene spiegata la differenza tra Congedo di Maternità/Paternità obbligatori e il Congedo Parentale, precisando che i primi sono periodi di astensione che si usufruiscono appena prima e subito dopo la nascita o l’adozione del figlio o della figlia, mentre il secondo è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro.
Per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti questo periodo è fino a 11 mesi complessivi tra i due genitori, di cui 9 sempre indennizzati e gli altri 2 indennizzabili in base al reddito, e può essere goduto in parte dalla madre (fino a 6 mesi) e in parte dal padre (fino a 7 mesi), entro i 12 anni per ogni figlio o figlia.

Per i neogenitori, e fino a 6 anni del nuovo nato, i primi tre mesi di astensione facoltativa possono essere indennizzati all’80%. Gli altri mesi restano indennizzabili al 30% fino ai 12 anni di età del figlio o della figlia.

Per la mamma è uno strumento importante per evitare di ricorrere al part-time, che non è sempre reversibile e che impatta negativamente su contributi, pensione, eventuale Naspi e possibili sviluppi di carriera, e per evitare di ricorrere alle dimissioni uscendo dal mercato del lavoro con difficoltà a rientrarvi.

Per il papà è una modalità per occuparsi del bambino o bambina fin da subito, senza tardare la reciproca conoscenza e il reciproco attaccamento e senza dover rinunciare a tutti i momenti più belli della sua crescita.

Dati statistici 2024 su child penalty

In Italia, nel 2024, la quota di donne 25-54enni occupate a tempo pieno scende dal 77,8% tra le donne senza figli al 64,4 % tra le madri con almeno un figlio minore, pari al 20% di scarto.

Specularmente il part-time aumenta in modo marcato, passando dal 22,2% tra le donne senza figli al 35,6% tra le madri con un figlio minore, pari al 60% di scarto.

Per i genitori con figlio 0-3 anni risulta che a dimettersi sono principalmente le madri, al primo figlio ed entro il suo primo anno di vita. Il 72,8% di tutte le 61.391 convalide da parte dei neogenitori di bambini tra 0 e 3 anni è riferito a donne e nel 96,8% dei casi si tratta di dimissioni volontarie. Se per i padri le motivazioni più frequentemente indicate riguardano il cambio di lavoro, per la madre la motivazione dominante sta nella difficoltà di conciliazione della vita familiare con quella lavorativa.
(Fonte: 10° rapporto “Le Equilibriste” pubblicato da Save the Children a maggio 2025)

Pieghevole e approfondimenti sono pubblicati al link
https://www.comune.vicenza.it/Amministrazione/Organi-di-governo/Consulte/Consulta-per-le-politiche-di-genere