Consiglio regionale veneto, in affanno la maggioranza? I casi Brescacin non al “sociale” e Berlato anti Donazzan-Rucco agitano Lega e FdI

La trevigiana Sonia Brescacin orfana dell'assessorato al sociale e il neo vice presidente del consiglio regionale Francesco Rucco al centro, forse suo malgrado, di un ennesimo scontro tutto "vicentino" tra Berlato e Donazzan, tutt'altro che Fratelli (e sorelle) d'Italia

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Luca Zaia e Alberto Stefani si complimentano in Consiglio regionale
Luca Zaia e Alberto Stefani si complimentano in Consiglio regionale

A poche ore dall’avvio della legislatura, la maggioranza guidata dal presidente veneto Alberto Stefani si trova già a gestire due tensioni interne: l’uscita della leghista Sonia Brescacin verso il Gruppo misto e il duro atto d’accusa di Sergio Berlato contro Fratelli d’Italia per la mancata elezione in Consiglio regionale e la composizione della Giunta.

La legislatura del nuovo Consiglio regionale del Veneto non è ancora formalmente iniziata e la maggioranza che sostiene il presidente Alberto Stefani mostra già le prime crepe politiche. Due vicende, una in casa Lega e una in casa Fratelli d’Italia, rivelano scossoni negli equilibri interni ai due partiti alimentati dalle trattative per la composizione della Giunta e dalle aspettative “deluse” dei territori, sostengono i due quasi “ammutinati”.

Sonia Brescacin
Sonia Brescacin, consigliere regionale del Veneto (Gruppo Misto)

Il primo scossone arriva proprio dal partito del presidente: Sonia Brescacin, storica rappresentante della Lega “zaiana”, scrive Laura Berlinghieri su Il Mattino di Padova, ha annunciato l’adesione al Gruppo misto, pur dichiarando ancora sostegno alla maggioranza. Una scelta che nel linguaggio istituzionale suona conciliatoria, ma che nella sostanza rappresenta un dissenso politico evidente. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano padovano la sua mancata nomina in Giunta avrebbe alimentato una forte delusione: l’assessorato al Sociale – considerato destinazione naturale dopo cinque anni alla guida della commissione Sanità – è invece andato alla sindaca Paola Roma.

Brescacin prova a smorzare i toni, ricordando che “si viene eletti per fare i consiglieri, non gli assessori”, ma il passaggio al Misto parla da sé e introduce un elemento di imprevedibilità per la maggioranza di Stefani sin dal primo giorno.

Giorgia Meloni (Fdi) con Elena Donazzan o con Sergio Berlato?
Giorgia Meloni (Fdi) con Elena Donazzan o con Sergio Berlato?

La seconda frizione, in prospettiva forse ancor più esplosiva, riguarda Fratelli d’Italia. Il mancato ingresso in Consiglio regionale di Sergio Berlato – figura storica della destra veneta e presidente dell’ACR (Associazione per la Cultura Rurale) – ha generato un durissimo j’accuse contro il suo stesso partito. In un comunicato dai toni aspri, Berlato snocciola i numeri di FdI in tutte le province e domanda quali “criteri meritocratici” abbiano guidato la distribuzione di assessori e consiglieri.

Chiosando i dati (leggi in fondo*), Berlato scrive: “Molti si riempiono la bocca in politica evocando spesso l’elogio alla meritocrazia come metodo per premiare chi ha conseguito risultati oggettivamente riscontrabili. Alla luce di questa situazione, viene spontaneo porci delle domande: Quali criteri meritocratici sono stati utilizzati dai vertici del Partito per garantire il più equamente possibile la rappresentanza di tutte le province venete in Giunta regionale ed in Consiglio regionale del Veneto?”.

Francesco Rucco, vice presidente del Consiglio Regionale del Veneto
Francesco Rucco, vice presidente del Consiglio Regionale del Veneto

Un punto, in particolare, appare covare sotto la polemica: la vicepresidenza del Consiglio affidata a Francesco Rucco, che poi dovrebbe diventarne presidente quando Zaia lascerà questa sua nuova carica diretto verso altri lidi, quello di Venezia come sindaco o di Roma con incarichi nazionali. La scelta per Rucco ha, nel frattempo, escluso quest’ultimo dalla Giunta – dove inizialmente veniva dato tra i probabili assessori – e, come effetto collaterale, non ha liberato l’ingresso in Consiglio regionale di Berlato come primo dei non eletti. Sullo sfondo, settimane di voci che lo indicavano come possibile assessore all’Agricoltura, anche in contrapposizione all’influenza di Elena Donazzan, sua rivale interna (e quasi eterna, dopo gli abbracci della politica povese all’inizio della sua carriera proprio “made in Berlato”) e sostenitrice oltre che ispiratrice di Francesco Rucco, un mite ed equilibrato politico ora al centro, forse suo malgrado, di un ennesimo scontro tra Berlato e Donazzan, tutt’altro che da Fratelli (e sorelle) d’Italia.

Il risultato di questi scontri per sia pur legittime aspirazioni politiche ma, a volte, sottostanti  a lotte di potere (che “logora chi non ce l’ha”, disse Andreotti, e, quindi, necessita a chi non lo conquista) è un doppio fronte di tensione: una Lega che perde un pezzo simbolico e un FdI spaccato tra equilibri interni, rivendicazioni territoriali e malumori personali.

Per il presidente Stefani, la legislatura nasce già in salita dopo il sia pur incoraggiante esempio della scelta di un tecnico per la poltrona più pesante della Giunta, quella della sanità, affidata a un illustre medico, Gino Gerosa.


*Dati nella nota di Sergio Berlato

In occasione delle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto il Partito di Fratelli d’Italia ha conseguito i seguenti risultati:

In provincia di Belluno il Partito ha ottenuto 18.448 voti pari al 27,71% e sarà rappresentato da un Assessore regionale e da un Consigliere regionale;

In provincia di Padova il Partito ha ottenuto 59.359 voti pari al 17,63% e sarà rappresentato da un Assessore regionale e da un Consigliere regionale;

In provincia di Rovigo il Partito ha ottenuto 16.659 voti pari al 22,34% e sarà rappresentato da un Assessore regionale e da un Consigliere regionale;

In provincia di Treviso il Partito ha ottenuto 46.875 voti pari al 14,95% e sarà rappresentato da un solo Consigliere regionale;

In provincia di Venezia il Partito ha ottenuto 47.460 voti pari al 17,78% e sarà rappresentato da un Assessore regionale e da due Consiglieri regionali;

In provincia di Verona il Partito ha ottenuto 66.774 voti pari al 21,83% e sarà rappresentato da un Assessore regionale e da due Consiglieri regionali;

In provincia di Vicenza il Partito ha ottenuto 57.264 voti pari al 18,50% e sarà rappresentato da un solo Consigliere regionale.