Contratto di fiume Garigliano, parla Gianluca Grossi (Università Cassino e responsabile CTS): un’opportunità per la salvaguardia del territorio naturale

1062
Area naturale Garigliano: Laghetto Parco dei Mulini
Un'area naturale lungo il Garigliano - Laghetto parco dei Mulini

Il golfo di Gaeta, si sa, riceve uno dei corsi d’acqua più importanti d’Italia, composto dalla congiunzione di due fiumi: il Gari e il Liri: da lì il nome Gariliriano e dunque Garigliano. Le acque che sfociano nel golfo provengono quindi da terre lontane. Il Liri nasce in Abruzzo, e passa nel sorano e in tutta l’area sud della Ciociaria. Il Gari nasce invece a Cassino. Ma ci sono anche altri corsi d’acqua che si uniscono: uno tra tutti, il Sacco, che passa nella zona nord della Ciociaria, ed è purtroppo, uno dei fiumi più inquinati d’Italia.

Un fiume dunque che tocca tre regioni, e numerose province, e che anticamente ha dato vita alla nascita di importanti centri: uno tra tutti l’antica città di Minturnae, che usava il fiume per la sua navigabilità, che consentiva di raggiungere agevolmente l’entroterra, e per la purezza delle acque utili per l’agricoltura e la piscicoltura.

Negli anni la qualità delle acque è però peggiorata, e oggi il fiume viene da alcuni additato come uno dei responsabili della qualità del mare nel golfo di Gaeta. È forse questo uno dei motivi per cui è nato il Contratto di Fiume, in pratica un’istituzione che persegue la “programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale” (dal sito stesso del Contratto).

Abbiamo intervistato il dottor Gianluca Grossi, che è il responsabile del Comitato Tecnico Scientifico per l’Università di Cassino all’interno del Contratto di Fiume Garigliano.

Il professor GIanluca Grossi
Il professor Gianluca Grossi – Comitato Tecnico Scientifico del Contratto di Fiume

Il contratto di fiume Garigliano – basso Liri, è stato sottoscritto nel 2016. Quali principi operativi si propone?

Il percorso del Contratto di Fiume del Garigliano – basso Liri è stato avviato nel 2016 con l’obiettivo di programmare una serie di interventi di sviluppo locale sostenibile. Si tratta di un processo che vede coinvolti principalmente 14 comuni, il “GAL Aurunci e Valle dei Santi”, Enti Parco ed associazioni private. Il territorio d’ambito del Contratto è rappresentato dall’area del cassinate fino al golfo di Gaeta: un’area prevalentemente rurale, con discreta presenza di emergenze storico-architettoniche e significativa presenza di Aree Natura 2000, ed altre aree di pregio naturalistico e paesaggistico, che necessitano di essere maggiormente valorizzate.

Quali attività sono state fatte finora?

Trattandosi di un processo di programmazione negoziata, volontaria e costruita “dal basso” la principale attività è quella di sensibilizzare la comunità locale sui temi dello sviluppo sostenibile ed in particolare il riferimento principale è rappresentato dai Goal di Agenda 2030 dell’ONU. In questa fase il team di esperti, in particolare la dott.ssa Debora Valente, il dott. Carlo Trelle ed il geologo Elio Bianchi, ha elaborato una “Analisi Strategica” attraverso la quale sono stati individuati i punti di forza e debolezza dell’area, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico e sociale. Ampia attività è stata dedicata alla verifica, attraverso specifici sopralluoghi, delle criticità legate al fiume, come ad esempio i problemi del deflusso minimo vitale di alcuni affluenti, le esondazioni, lo stato della qualità delle acque per via dello sversamento degli inquinanti industriali e dei rifiuti plastici in particolare.

Sono, inoltre, stati affrontati attraverso una serie di tavoli di lavoro gli aspetti legati allo sviluppo economico dell’area soprattutto legato al turismo. Infatti l’aspetto prevalente che emerge dall’attività di studio ed analisi riguarda essenzialmente la debole capacità attrattiva del territorio per mancanza di un sistema integrato di offerta turistica.

Il punto di sintesi è rappresentato dal “Documento Strategico” che contiene gli indirizzi di medio-lungo termine per lo sviluppo sostenibile dell’area. In particolare, sono state elaborate le Linee Guida per gli interventi da realizzare sia dal punto di vista ambientale, sia socio-economico e, attraverso le matrici di coerenza, sono stati individuati i canali di finanziamento delle attività per la prossima programmazione comunitaria 2021-2027.

In che condizioni è il Garigliano come corso d’acqua? E qual è l’impatto sulle acque del mare del Golfo di Gaeta?

Il fiume Garigliano, già chiamato il Verde da Dante
Il fiume Garigliano, già chiamato il Verde da Dante

Questo aspetto è parte della seconda fase del percorso andare a definire con esattezza i valori di eventuali inquinanti e le tipologie degli stessi. Questa attività vengono svolte in collaborazione con gli Enti preposti al monitoraggio (gli unici in grado di certificare i dati). Sarebbe superficiale pronunciarsi in un senso o in un altro in questo momento.

 

Come è la partecipazione istituzionale?

La partecipazione è attiva, pur se molto si deve all’azione della Cabina di Regia che coordina il processo e che è rappresentata da una associazione che si occupa di sviluppo locale.

Esiste un tavolo di partecipazione anche delle altre regioni interessate come la Campania?

Negli ultimi mesi dello scorso anno abbiamo avviato un percorso di coinvolgimento anche del territorio del versante campano del fiume Garigliano. In particolare, un ruolo importante lo sta svolgendo l’Ente Parco Regionale Area Vulcanica di Roccamonfina e Foce Garigliano, con il suo presidente Luigi Maria Verrengia. Nelle prossime settimane ci sarà un tavolo di lavoro anche con i comuni di Sessa Aurunca e di Rocca D’Evandro per elaborare un “Programma Interregionale Integrato del territorio del Garigliano” ed arrivare alla costruzione di un “Contratto di Fiume interregionale”.

Ci sono collaborazioni e sinergia con altri Contratti di Fiume?

Attualmente stiamo lavorando anche sul Contratto del Fiume Melfa, che vede coinvolti 13 comuni: dalla sua foce in località “Valle di Canneto” nel comune di Settefrati fino al comune di Roccasecca dove sfocia nel fiume Liri. Terminate le attività di analisi e studio è nostra intenzione integrare i due Contratti in modo da intervenire unitariamente su un vasto territorio del Lazio meridionale.

Quali sono i prossimi obiettivi del Contratto di Fiume?

Attualmente il comitato scientifico da me presieduto sta elaborando il documento di sintesi contenente le proposte di cooperazione in rete – proprie di un processo di programmazione negoziata – da parte di tutti gli stakeholders pubblici e privati, legate alle opportunità di sviluppo del territorio, sia in quanto prevalentemente rurale, sia in quanto per la larga parte considerata “Area Interna”.

Entro la fine del 2022, infine, riteniamo che si possa arrivare alla sottoscrizione del Contratto tra tutti gli aderenti e definire il Piano di Azione. C’è da aggiungere, inoltre, che il processo avviato è considerato tra le best practices a livello nazionale, citato in alcune pubblicazioni scientifiche del settore e, di recente, è stato oggetto di attenzione da parte di Rai Tre nella rubrica “Mezzogiorno Italia”.