Cornedo, travolto e ucciso in bici da 16enne scooterista che fugge ma poi si denuncia. Carabinieri: omicidio stradale e omissione di soccorso

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Il 63enne, residente in zona, è morto dopo l’urto nella notte tra il 4 e il 5 luglio. Il minorenne si è presentato spontaneamente con i genitori. L’Arma dei Carabinieri lancia un appello ai giovani: “Mai fuggire da un incidente, anche se si ha paura”

È stata una notte drammatica quella tra venerdì 4 e sabato 5 luglio a Cornedo Vicentino, dove un uomo di 63 anni ha perso la vita dopo essere stato investito mentre percorreva in bicicletta via Madonetta, poco dopo l’una del mattino. L’allarme è scattato attorno alle 01:00, quando alcuni residenti, udito un forte rumore, sono accorsi in strada trovando il ciclista esanime sull’asfalto. Nonostante il rapido intervento dei sanitari del 118, per l’uomo non c’è stato nulla da fare: il decesso è stato constatato sul posto.

All’arrivo della pattuglia Radiomobile dei Carabinieri di Valdagno è subito apparso evidente che l’incidente fosse avvenuto con un altro veicolo, datosi alla fuga. Le testimonianze raccolte indicavano come possibile mezzo coinvolto uno scooter, avvistato mentre si allontanava dal luogo dell’impatto pochi istanti dopo l’accaduto.

Le indagini sono partite immediatamente, con l’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti nell’area. Ma nel tardo pomeriggio dello stesso 5 luglio, è arrivata la svolta: un ragazzo di 16 anni si è presentato spontaneamente in caserma, accompagnato dai genitori, dichiarando di essere lui il conducente dello scooter coinvolto nel tragico incidente.

Il minorenne ha reso spontanee dichiarazioni ai militari, fornendo la propria versione dei fatti. I Carabinieri hanno proceduto al sequestro sia del ciclomotore sia della bicicletta della vittima. Informata la Procura della Repubblica per i Minorenni di Venezia, il giovane è stato denunciato in stato di libertà con l’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Gli inquirenti stanno ora lavorando per ricostruire con esattezza la dinamica dell’impatto. Il procedimento penale è in fase preliminare e, come previsto dalla legge, il principio di presunzione di innocenza vale fino a eventuale condanna definitiva.

Nel comunicato diffuso dall’Arma, i Carabinieri di Valdagno rivolgono un appello ai giovani e alle famiglie: «Non allontanarsi mai dal luogo di un sinistro, anche in caso di panico: l’omissione di soccorso può avere conseguenze legali anche più gravi dell’incidente stesso. È dovere civico e morale fermarsi, prestare aiuto e allertare i soccorsi, sempre. Anche se si è solo spettatori di un evento drammatico».

Un episodio che riapre la riflessione, non solo locale, sull’educazione alla responsabilità stradale e sull’importanza del pronto intervento nelle emergenze, soprattutto per i più giovani.