Condanna di Mantovani a Coviello, Ossigeno per l’Informazione: ha un effetto raggelante e intimidatorio sull’intera categoria dei giornalisti

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Giornalismo: bavaglio con carcere anche per Giovanni Coviello fotografato davanti al tribunale di Vicenza
Giornalismo: bavaglio con carcere anche per Giovanni Coviello fotografato davanti al tribunale di Vicenza

Il 12 luglio 2019 il giudice Matteo Mantovani emetteva una sentenza sulla quale così titolavamo: “Otto mesi a Coviello per indagini su Roi, Zonin e Zigliotto. Direttore VicenzaPiu: per opporci dovremo continuare a fare inchieste” registrando la solidarietà di chi ha a cuore la libertà di stampa, molti per noi, piccolo ma, lo diciamo con convinto orgoglio, grande e diffusissimo mezzo di informazione indipendente, pochi per la verità tra la massa di sepolcri imbiancati che emettono parole al servizio dei potenti di turno.

Si badi bene che la sentenza in oggetto non riguarda la sia pur fondamentale libertà di opinione ma fatti accertati dalla Guardia di Finanza, la cui opera è stata mesa in dubbio da chi, tra i querelanti Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto, ha anche testimoniato contro i fatti asseriti dalla polizia giudiziaria.

Non sta a noi commentare la sentenza contro il nostro direttore e, quindi, contro il nostro giornale e le decine di migliaia di suoi lettori giornalieri, tanto più che l’appello è stato già formalizzato per conto di Giovanni Coviello a cura del prof. Rodolfo Bettiol presso la corte di Appello di Venezia (a breve lo pubblicheremo).

Ma vogliamo riportare la presa dai posizione netta di Ossigeno per l’informazione (OSservatorio Su Informazioni Giornalistiche E Notizie Oscurate) “istituito nel 2008 con il patrocinio della FNSI e dell’Ordine nazionale dei Giornalisti per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani”, Osservatorio che, tra l’altro, “è consulente dell’Osce e della Commissione Parlamentare Antimafia” e la cui Associazione di volontariato ONLUS “Ossigeno per l’informazione” ha come Presidente onorario Sergio Zavoli e come Soci Onorari don Luigi Ciotti, Claudio Fava e Pietro Grasso.

Ecco, quindi, cosa ha scritto Ossigeno per l’Informazione, di cui direttore responsabile è Alberto Spampinato, giornalista parlamentare fratello del giornalista Giovanni ucciso dalla mafia, primo osservatore è Lirio Abbate, redattore capo del settimanale l’Espresso, e segretario è Giuseppe Federico Mennella, giornalista e docente di deontologia del giornalismo all’Università Roma Tor Vergata.

Da Ossigeno per l’Informazione

Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l’Informazione

Querele. 8 mesi a Coviello di Vicenzapiù

Era stato querelato da Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto per due articoli del 2017 sul crak della BPV – Il commento di Ossigeno

Giudice Matteo Mantovani autore della sentenza su Coviello
Giudice Matteo Mantovani autore della sentenza su Coviello

Il 12 luglio 2019 il Gip del tribunale di Vicenza ha condannato per diffamazione, con rito abbreviato, il giornalista Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù. La pena inflitta a Coviello è di 8 mesi di reclusione più il pagamento di duemilacinquecento euro per ogni querelante.

La notizia è stata diffusa dallo stesso Coviello in un articolo pubblicato su Vicenzapiù. (leggi) Intanto, in attesa delle motivazioni della sentenza, il giornalista ha annunciato di aver già dato mandato al suo avvocato di presentare opposizione.

Coviello era stato querelato da Gianni Zonin, ex presidente di banca Popolare di Vicenza,  e Giuseppe Zigliotto, ex consigliere, per due suoi articoli pubblicati nel 2017. Nei testi si riportavano virgolettate le ipotesi avanzate dalla Guardia di Finanza di Vicenza – nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Banca Popolare di Vicenza – secondo le quali i due querelanti si sarebbero appropriati, in maniera dubbia, di beni di valore dellaFondazione Roi.

Il commento di Ossigeno

La condanna di Giovanni Coviello a 8 mesi di carcere per diffamazione a mezzo stampa – ha dichiarato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato – è certamente ingiusta e sproporzionata e ha un effetto raggelante e intimidatorio sull’intera categoria dei giornalisti. E’ vero che la legge consente condanne di questo tipo. Ma è anche vero che nella scorsa legislatura, come in quelle precedenti, il Parlamento italiano, spinto da ripetuti richiami delle istituzioni internazionali che sottolineano l’effetto deleterio su chi raccoglie e diffonde infrmazioni di pubblico interesse, ha discusso lungamente ma invano una legge per abolire la pena del carcere per il reato diffamazione, che avrebbe lasciato ai giudici la possibilità di infliggere soltanto la multa. I due rami del Parlamento avevano approvato concordemente questo singolo punto, ma non il testo complessivo della legge che pertanto non è entrata in vigire. Inoltre è vero che queste condanne di solito non resistono in caso di ricorso alla Corte Europea dei Diriti dell’Uomo. Perciò Ossigeno si augura che in appello la condanna possa essere riformata e che Giovanni Coviello possa essere assolto riconoscendogli il legittimo esercizio del diritto di critica e di cronaca su una vicenda di grande interesse pubblico. RDM

Nota

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