Le 117 udienze crac BPVi diventano un libro interattivo, Mazzaro (Il Mattino di Padova): “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo”

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Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo, la recensione su Il Mattino di Padova
"Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo", la recensione su Il Mattino di Padova
Ampio spazio ha trovato oggi (per chi legge il 5 dicembre 2021, giorno del primo lancio di questa nota, ripresa oggi, ndr) su Il Mattino di Padova e sugli altri giornali del gruppo (La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso e Il Corriere delle Alpi) la recensione, di “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo” (clicca qui per ordinarlo senza spese di spedizione durante il lancio, ndr) del prof. avv. Rodolfo Bettiol e a cura di Giovanni Coviello, direttore di ViPiu.it, già VicenzaPiu.com, a firma di Renzo Mazzaro. Proponiamo di seguito la recensione, di cui ringraziamo il collega e il giornale che, per ora l’unico, l’ha ospitata.
PADOVA – Domenica 05 Dicembre 2021. Renzo Mazzaro
Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo
Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo

Il processo di Vicenza agli ex vertici Bpvi è il primo arrivato a sentenza per un crac bancario nell’Italia del terzo millennio. Una sentenza a suo modo storica. Farà giurisprudenza o è un sasso nello stagno, destinato ad essere cancellato dalla prescrizione nei gradi successivi? Il rischio c’è. Lo dimostra il processo analogo in corso a Treviso per il crac di Veneto Banca che ha perso pezzi strada facendo: il reato di aggiotaggio è caduto, sono rimasti il falso in prospetto e l’ostacolo alla vigilanza, che andranno in prescrizione a fine anno. Per evitarlo il tribunale conta di arrivare a sentenza il 23 dicembre, un attimo prima che cali la mannaia.

È noto che alla sbarra c’è un unico imputato, Vincenzo Consoli, il “padre-padrone” che avrebbe fatto tutto da solo.
Chissà perché invece Gianni Zonin, che non era meno “padre-padrone” della Popolare di Vicenza, è andato alla sbarra in compagnia di dirigenti della banca. Stranezze che forse qualcuno spiegherà, visto che le imputazioni erano le stesse. Poi Zonin ha scaricato le responsabilità sul suo amministratore delegato Samuele Sorato, che al processo non c’era, perché gravemente malato. Lo stesso hanno fatto gli altri imputati. Il tribunale non ha creduto a questa versione, ma ha sentito il bisogno di interrogare Sorato, la cui posizione era stata stralciata, ammettendo implicitamente che mancava una figura chiave nel dibattimento.
A sua volta Sorato, una volta convocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo processo è cominciato da poco, ma la conseguenza è che la sentenza sulla popolare di Vicenza risulta amputata di una responsabilità significativa. Ciò non toglie che costituisca un capolinea, il punto d’arrivo di due anni e mezzo di lavoro, 117 udienze, centinaia di avvocati, un numero enorme di interrogatori, deposizioni, confronti, documenti depositati. La sentenza è arrivata il 19 marzo, le motivazioni il 17 giugno. Tutto materiale destinato a riempire gli armadi del palazzo di giustizia e lì dormire per sempre, se non arrivasse un libro che consentirà di visionarlo con un semplice clic.
L’accesso diretto agli atti sarà possibile usando i QR Code o i link riportati in calce di “Banca Popolare di Vicenza, cronaca del processo”, libro presentato qualche giorno fa alla biblioteca Bertoliana. Più che un libro si tratta di un’operazione civica, tenuta a battesimo dal sindaco Francesco Rucco, nata dall’incontro di due esperienze: il professor Rodolfo Bettiol di Padova, uno degli avvocati di parte civile al processo, e il giornalista Giovanni Coviello, l’unico che ha seguito con la telecamera di ViPiù tutte le udienze. Coviello ha una lunga militanza di controinformazione in città.
Bettiol ricostruisce il processo con le idee che aveva prima che cominciasse, quanto a strategia da seguire per evitare percorsi che non portavano a nulla. Tipo le denunce per truffa, che pure sono state suggerite a migliaia di risparmiatori: le truffe non sono state assorbite dal processo e sono tutte prescritte. Tempo perso e soldi sprecati. Illusorio si è rivelato anche puntare sulle provvisionali o sulla confisca dei beni agli imputati.
Pur rappresentando centinaia di risparmiatori dell’associazione “Ezzelino III da Onara”, Bettiol si è costituito per uno solo, pro forma. Gli bastava garantirsi la presenza e la possibilità di aggredire in un secondo momento le società di revisione. Questo rimane oggi l’unico fronte sul quale puntare per un risarcimento. Con un procedimento civile, purtroppo, anche se a Roma nei confronti di una di queste società è in corso un procedimento penale, peraltro con rischio di prescrizione a settembre 2022. Per il processo di Vicenza la prescrizione per il reato più grave, l’ostacolo alle funzioni di vigilanza, scatterà nel 2024. Chissà se tra appello e Cassazione si arriverà in tempo. —