Crisi bellica internazionale al Festival dell’Economia di Trento: tra “ordine e disordine” post pandemico “la politica gioca a tenerci tranquilli“

533
Trento: crisi bellica internazionale al Festival dell'Economia
Crisi bellica internazionale al Festival dell'Economia di Trento

La XVII edizione del Festival internazionale dell’Economia, tenutasi a Trento, ha centrato i sui obiettivi inclusi nel suo complesso titolo “Dopo la pandemia, tra ordine e disordine“. In tutte le sedi degli oltre 200 eventi si sono avvicendate riflessioni e discussioni di alto profilo con protagonisti “vecchi” e “nuovi” del mondo produttivo, sociale, politico e culturale, nazionali ed internazionali, affiancati dalle testimonianze dirette di 7 premi Nobel alla presenza in tutte le manifestazioni di un costante e numeroso pubblico, in particolare di giovani.

Forti le argomentazioni, e talvolta le provocazioni, dei diversi relatori intervenuti su temi e contenuti relativi allo stato di salute del nostro pianeta, dalla pandemia fino all’attuale conflitto russo – ucraino.

L’Europa di tanti paesi, in cui ognuno espone una propria visione e posizione

In Italia secondo il ministro Renato Brunetta «la crisi economica non c’è». Un’affermazione la sua, confermata dai dati congiunturali in possesso del Governo, che vedrebbe il Pil del nostro paese viaggiare attorno al +3% per il 2022 ».

Un’analisi ottimistica, quella dell’esponente di Governo presente a Trento, che considera il contesto socio economico internazionale, ora in versione post pandemica ma in pieno conflitto russo ucraino, come sostanzialmente positivo. « Non si può fare a meno della Russia e l’Europa arriva fino agli Urali», chiosa Brunetta.

Secondo il suo parere, le complicazioni della situazione bellica internazionale «possono addirittura scatenare delle nuove soluzioni, in cui ci sono gli spazi per ripensare una nuova Europa. Nuove idee che però non possono fare a meno della Federazione Russa. Le relazioni Nato devono restare inclusive con la Russia come lo è stato per 20 anni».

Gli italiani non vogliono la guerra con la Russia

Sempre la guerra russo ucraina è stata oggetto di riflessione al Festival di Trento da parte dell’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, presente al Teatro sociale di Trento, successivamente a Brunetta. Sua la dichiarazione: «gli italiani si sono posti in forma molto antioccidentale e a favore di Putin, e in modo molto trasversale». Anche se per l’ex Presidente della Commissione Europea, il Presidente della Federazione Russa «è più un esponente dalle dimensioni culturali “zariste” e quindi con una relativa collocazione temporale e storica nello scorso secolo».

Uno “Zar” che ha rotto l’equilibrio del mondo, e che nel suo ultimo incontro con Prodi, Presidente Ue,  dichiarò «la Russia non può entrare in Unione Europea poiché territorialmente troppo grande. Ma dobbiamo collaborare, come la vodka con il caviale e non come la proposta europea a base di whisky e soda» .

Questa battuta “sovietica” di Putin venne accolta allora dagli italiani e dai tedeschi. Infatti, quando il presidente americano George Bush propose di far entrare Ucraina e Georgia nella Nato, Germania e Italia si espressero sfavorevolmente.

Ucraina in Europa ma non nella Nato, per raggiungere la pace

«Un mondo cambiato e che cambierà radicalmente» quello prospettato dal professor Prodi  che ha rimarcato l’autorevolezza delle affermazioni, in tempi non sospetti, dell’ex Segretario di Stato Usa Herny Kissinger «favorevole ad un Ucraina in Europa, ma non nella Nato ».

Un pò grigie le sue previsioni: «in questo momento di crisi internazionale il peggio non è ancora arrivato. La crisi alimentare è in arrivo. L’opinione pubblica ha paura». Secondo l’ex premier italiano abbiamo «quattro mesi per cercare la pace».

Non esistono i blocchi di est ed ovest del Mondo. Oggi il vero confronto duale è tra gli Usa e la Cina

«La Russia non è centrale per gli Stati Uniti. La Cina è la vera ossessione degli Usa. La mia paura è che la Cina riesca a farsi protagonista di una nuova coalizione. Tant’è che all’Onu gli Stati hanno votato in maggioranza contro la Russia ma non quelli che rappresentano il 60% dell’umanità, in termini di loro cittadini, come l’India che – da sempre disallineata – ha votato con la Cina» .

Affermazioni pesanti di Romano Prodi che delineano tout court «una guerra fredda tra Usa e Cina che non si vedeva da molto».

Oggi effettivamente l’intelligence e gli ambienti militari americani stanno considerando l’ipotesi di un conflitto militare con la Cina. E quello che più preoccupa è che in questo momento in Africa la Cina si è espansa economicamente e, con il contributo dei mercenari russi, sta aprendo un inedito modello geopolitico.

Jodie Williams, premio Nobel per la Pace: “con le armi nucleari non viviamo in un mondo sicuro”

Pace ma non guerra. Questo l’acceso monito di Jodie Williams, che a Trento ha dato una sferzata in controtendenza al suo paese, gli Stati Uniti d’America, sollecitando gli italiani ad agire per la pace.

«La guerra in corso rende il momento molto teso e volatile in tutto il mondo. È incredibile! Pensavo che finalmente la gente avrebbe capito che ci sono migliaia di armi nucleari in tutto mondo e con le armi nucleari non viviamo in un mondo sicuro».

«E l’Italia – incalza la Williams –  ha una posizione ambigua verso il non impiego delle armi nucleari. Non a caso partecipa al programma nucleare della NATO ed ha ben due basi in cui sono presenti numerose  testate nucleari», che per la precisione , e per quanto noto, sono i 70 missili nucleari presenti nelle basi di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia).

Le parole della Nobel per la Pace pongono molti quesiti, che si stanno ponendo anche la maggioranza degli italiani. La gente comune sta intuendo la drammaticità degli effetti socio economici di questa “guerra mondiale”- almeno dal punto di vista economico – che ci sta consegnando un “nuovo mondo”, su cui l’unica certezza è l’incertezza.

Articolo precedenteVoli per Mosca. Si prenotano solo in ambasciata russa? Non proprio….
Articolo successivoIniziative e riflessione del CNDDU sulla Giornata mondiale per l’eliminazione del lavoro minorile 2022
Marco Spiandorello
Marco Spiandorello , padre di cinque figli,vive e risiede a Padova. Ha compiuto inizialmente gli studi professionali turistico alberghieri, completati con un percorso economico –giuridico all'Università di Perugia . Dopo giovanili esperienze lavorative nel settore turistico alberghiero in Italia e all’estero, in particolare in Svizzera, e l'assolvimento del servizio militare , ha iniziato l’attività imprenditoriale, giovanissimo, rilevando l’azienda di famiglia, un Centro di Formazione professionale di Padova. Contemporaneamente ha alternato esperienze lavorative , sempre in Italia e all’estero ,con l’insegnamento nella scuola pubblica e l’attività di cooperazione in particolare nel Paesi dell'Est Europa e dell'Africa Centrale . Nel 1994, dopo la partecipazione al concorso nazionale,viene immesso in ruolo dal Ministero della Pubblica Istruzione, in qualità di docente di scuola superiore per le discipline di marketing e laboratorio turistico alberghiero. L’insegnamento e l’esercizio della libera professione, oltre all’attività di impresa gli permettono di lavorare in diversi settori (istruzione e formazione professionale,industria turistica,pubblicaamministrazione,pmi,università’,agroalimentare,sicurezza,lavoro,termalismo,agroambiente,comunicazione pubblica,sociale, immigrazione e cooperazione),in quasi tutte le regioni italiane,e in diversi paesi esteri(Slovacchia,Spagna,Romania,Moldavia,Albania,Bielorussia,Ucraina,e Senegal). Solo negli anni 2000 si approccia a tematiche completamente diverse dall’origine del suo itinerario personale,organizzando azioni, e progettando studi, dedicati a due ambiti cruciali della vita del nostro Paese:l’Immigrazione e la Sicurezza pubblica insieme allo Sviluppo economico del territorio. Le sue esperienze professionali hanno registrato numerose attività, in qualità di organizzatore di eventi,missioni istituzionali e di cooperazione, oltre a diverse attività redazionali e giornalistiche a mezzo stampa e radiotelevisive. E' stato consulente degli Enti strumentali della Regione Veneto e Regione (Lazio Lavoro e Veneto Lavoro) negli anni 2003-2005 relativamente a progetti di formazione lavoro e gestione dei flussi migratori provenienti dalla Moldavia,Romania e Albania. Dal 2008 al 2015 è stato amministratore di diverse società di progettazione e gestione di attività di cooperazione nei settori turistico,culturale,economico e del lavoro in Ucraina,Albania,Moldavia e Romania. Dal 2013 al 2015 ha svolto l'incarico di direttore del CIMECT (Centro Internazionale della Moldavia per lo sviluppo della cultura turistica) presso l'Università di Stato Ion Creanga di Chisinau. Ha maturato numerose esperienze tecnico -politiche “dietro le quinte” collaborando come consulente esperto di consiglieri e amministratori locali e parlamentari nazionali ed europei dal 1990 al 2010 . Dal 2011 al 2015 e’ stato coordinatore della più’ grande struttura formativa nazionale Istituti Formazione Lavoro, accreditata nel settore del benessere , con più di 1000 allievi dislocati in quattro province del Veneto, allargando la sua esperienza nel settore della formazione professionale riconosciuta e finanziata avviata nel 1992. Quest’ultima esperienza gli ha permesso di erogare attività di servizio pubblico per la Pubblica amministrazione (Regione Veneto formazione ) con la conseguente acquisizione di conoscenze e competenze nei sistemi di processo della progettazione,controllo e rendicontazione delle risorse pubbliche nazionali ed europee . Dal 2012 al 2014 è stato professore incaricato dell'Università di Stato “I. Creanga” a chisinau (repubblica di moldavia) nel Master “protecţia juridică a patrimoniului arheologic”. Dal 2016 è rientrato a tempo pieno ad insegnare laboratorio e cultura enogastronomica presso l’Istituto Alberghiero “Pietro d'Abano di Abano Terme. Dal 2017 diverse collaborazioni pubblicistiche in particolare con il giornale on line ViPiù, oltre ad essere consulente esperto per diversi enti di formazione professionale accreditati nelle regioni Emilia Romagna,Veneto,Lombardia,Lazio e Puglia. Sta completando il proprio curriculum studiorum con ulteriore percorso di formazione umanisticapresso l'Università di Padova ( corso di laurea in Progettazione e gestione del Turismo Culturale),dopo aver partecipato con una borsa di studio Erasmus ad un itinerario di studio internazionale presso l'Università Montaigne di Bordeaux, nell'anno accademico 2020-2021.