
Pubblichiamo di seguito la nota della Segreteria Provinciale Vicenza Partito della Rifondazione comunista sulla questione della carenza di medici di famiglia in Veneto.
La crisi dei medici di famiglia è una vergogna annunciata, costruita pezzo dopo pezzo da scelte politiche precise. L’articolo pubblicato in questi giorni dalla stampa locale è a dir poco fuorviante a partire dal titolo “Medici di famiglia, crisi senza fine”, bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno: la carenza di medici non è una fatalità, è una strategia. Una strategia ben orchestrata, da anni, da governi sia di centrodestra che di centrosinistra, volta a smantellare la sanità pubblica per aprire le porte ai colossi privati della salute.
Altro che “assenza di attrattività”: la medicina generale è stata scientemente deprezzata, svilita, precarizzata, proprio per renderla una scelta di serie B. Chi oggi sceglie di essere medico di medicina di base viene penalizzato sin dall’inizio del proprio percorso formativo. I dati parlano chiaro:
- Uno specializzando in cardiologia percepisce una borsa di studio mensile di circa € 1.700 netti.
- Un medico in formazione per la medicina generale, invece, riceve solo € 800 circa netti al mese, in alcuni casi addirittura meno, con minori tutele e spese di formazione a proprio carico.
Una differenza abissale e inaccettabile!
E una volta inseriti nel mondo del lavoro, le disuguaglianze fra medici continuano:
- Un giovane medico ospedaliero nel pubblico guadagna circa € 2.600–3.000 netti al mese.
- Chi lavora nel privato o in libera professione può superare € 4.500 netti mensili, grazie a compensi più alti per visita, maggiore flessibilità e minori vincoli burocratici.
I medici di base (MMG) – pur se convenzionati – ricevono compensi non proporzionati al carico di lavoro crescente e all’assenza di una reale rete di supporto territoriale, il sistema sanitario ha scaricato sui medici di base tante incombenze certificative e burocratiche che rendono la professione “poco da medico”.
Questa disparità economica è parte di un disegno politico preciso: rendere il servizio pubblico sempre meno appetibile, per spingere i medici verso la scelta di una professione nel privato. Il bassissimo numero di assegnazioni di incarichi di medicina generale nel 2025, solo 18 assegnati su 355 messi a bando (meno del 5%), è un dato spaventoso che certifica il fallimento di una Regione guidata da decenni dalla Lega e dal centrodestra, tutti colpevoli di aver pianificato un DESERTO SANITARIO in nome del liberismo.
E non ci si nasconda dietro la burocrazia o i “carichi impropri”: il vero problema non sono i numeri disastrosi snocciolati (oltre il 51% dei medici di base ha più di 50 anni; dei 248 posti offerti in Veneto per il triennio 2025-2027, solo 146 candidati hanno superato le prove e molti si sono già ritirati), il vero problema è che il sistema pubblico è stato deliberatamente indebolito, depotenziato, ostacolato, ingessato, affondato, per spianare la strada all’alternativa privata. È questo il futuro che vogliamo? Una sanità privatizzata erogata da una multinazionale sempre più per pochi, sempre più a pagamento, dove il diritto alla salute è subordinato al reddito?
Rifondazione Comunista di Vicenza dice NO. Diciamo NO alla privatizzazione evidente, NO alle politiche che favoriscono le cliniche private, NO a chi tratta la salute come una merce.
Diciamo invece: Sì a un piano di assunzioni straordinario per i medici di base, con incentivi reali, tutele concrete e stipendi dignitosi. Sì alla riforma del ruolo e delle funzioni del medico di base che dovrebbe essere sempre di più imperniato sull’analisi e la cura del paziente: serve più medicina territoriale con ambulatori collettivi, case della salute, strutture snelle ma multidisciplinari capaci cioè di dare risposte di prossimità ai cittadini, senza ricorrere a pronto soccorso lontani o a medici privati. Sì alla valorizzazione del lavoro pubblico e alla fine delle disuguaglianze economiche tra pubblico e privato. Sì a una sanità pubblica, universale, gratuita e accessibile, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione italiana. La salute non si vende, si difende!
E noi continueremo a lottare, dentro e fuori le istituzioni, perché la sanità torni ad essere un diritto, non un privilegio.
Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza